Influenza, Virus Respiratorio Sinciziale, Covid
Dopo una stagione precedente che ha rappresentato una notevole sfida per le pediatrie a causa dell'epidemia di bronchioliti da Virus Respiratorio Sinciziale (VRS), aggravata dalla contemporanea circolazione di influenza, Covid e altri virus respiratori, con un afflusso record al Pronto Soccorso e un utilizzo massimo dei posti letto, i pediatri si stanno ora concentrando sull'avvicinarsi dell'inverno e su come prepararsi per affrontarlo.
Non è ancora chiaro se questa "triade" di virus si presenterà con picchi in momenti diversi o se le loro fluttuazioni si sovrapporranno, né si sa con certezza quale sarà l'entità della loro diffusione. Per quanto riguarda il VRS, si prevede, in base alle osservazioni effettuate nell'emisfero opposto, che il picco arriverà più tardi rispetto all'anno precedente, ma questa proiezione rimane condizionata da incertezze. Per l'influenza, l'European Center for Disease Control and Prevention (ECDC) non ha fatto previsioni sulla gravità di questa stagione in confronto all'anno precedente.
Nel frattempo, la Società Italiana di Pediatria fornisce utili consigli per gestire questi virus nei bambini più piccoli al fine di proteggerli al meglio e ridurre gli accessi non necessari al Pronto Soccorso. "Il primo consiglio è di proteggere i bambini più vulnerabili attraverso l'uso dei vaccini, quando disponibili, seguendo le linee guida del Ministero della Salute e della Società Italiana di Pediatria, e consultando sempre il proprio pediatra di fiducia", afferma Annamaria Staiano, Presidente della Società Italiana di Pediatria.
Vrs: è importante la prevenzione
"I dati australiani, cileni, argentini, Paesi dove le stagioni sono invertite rispetto alle nostre, lasciano ipotizzare che il picco del VRS sarà raggiunto a dicembre -gennaio, tornando così alla situazione pre-Covid e i casi, sebbene sempre numerosi, non dovrebbero essere quelli di un'ondata eccezionale" afferma Fabio Midulla, Presidente della SIMRI (Società Italiana Malattie Respiratorie Infantili) e Ordinario di pediatria all'Università Roma La Sapienza.
Un quadro che fa ben sperare dopo stagioni molto movimentate a causa dell'effetto Covid sugli altri virus respiratori.
È importante, in ogni caso, non abbassare la guardia, ricordando che il VRS è l'agente principale della bronchiolite, prima causa di ospedalizzazione nei bambini sotto l'anno di vita. "La bronchiolite - sottolinea Midulla - all'inizio è come una malattia influenzale; quindi, il bambino può avere il raffreddore, la tosse e un po' di febbre. La cosa più importante è controllare l'alimentazione, che comincia a ridursi 24 ore prima della comparsa del distress respiratorio. Se il piccolo comincia a non mangiare, bisogna stare attenti, è quello il campanello d'allarme. Normalmente i sintomi più gravi si presentano tra il terzo e il quinto giorno". In Italia non esiste un vaccino contro il VRS ma è disponibile un anticorpo monoclonale indicato solo per un ristretto gruppo di bambini fragili (Palivizumab). Nuove armi però sono in arrivo. È stato recentemente approvato dall'EMA (Agenzia europea dei medicinali) e dalla FDA americana un nuovo anticorpo monoclonale (Nirsevimab) per il VRS che verrà utilizzato in questa stagione in quattro Paesi europei (Francia, Spagna Germania, Lussemburgo) per immunizzare tutti i nati a termine e pretermine, sani e con displasia broncopolmonare. Negli USA, oltre all'anticorpo monoclonale, sono stati approvati e verranno usati in questa stagione tre vaccini contro il VRS, due per gli anziani sopra i 65 anni e uno per le donne in gravidanza durante il terzo trimestre. "In Italia non si è ancora concluso l'iter autorizzativo per il nuovo anticorpo monoclonale e non è ancora iniziato quello per i tre vaccini. Speriamo di averli anche da noi il prossimo anno", prosegue Midulla.
Nel frattempo, l'arma migliore resta la prevenzione primaria. La SIP e la SIMRI, in occasione del 78° Congresso di Pediatria, hanno realizzato un vademecum, pubblicato sui siti delle due Società Scientifiche al link https://sip.it/wp-content/uploads/2023/10/Guida-rapida-VRS.pdf per conoscere più da vicino il VRS, con una parte divulgativa rivolta ai genitori e una parte più tecnica rivolta ai pediatri.
Ricordando che il contagio passa più spesso dal contatto diretto attraverso le mani, e meno frequentemente attraverso la trasmissione respiratoria, le principali raccomandazioni sono:
- favorire la corretta igiene delle mani,
- evitare la condivisione degli utensili,
- detergere correttamente le superfici contaminate,
- evitare l'esposizione del bambino al fumo di sigaretta,
- senza dimenticare che il latte materno ha un effetto protettivo nei confronti dei virus respiratori in generale grazie a proteine antivirali come la lattoferrina e il lisozima.
Influenza e Covid: come proteggersi
"In questo momento, stiamo assistendo a casi sporadici di influenza, ma l'epidemia non è ancora iniziata. Per quanto riguarda il Covid, stiamo registrando segnalazioni di casi con diversi livelli di gravità, molti dei quali possono essere gestiti a domicilio. Al momento, la circolazione di entrambi i virus è limitata in termini quantitativi, ma è importante tenere presente che la situazione epidemiologica può cambiare rapidamente, e dobbiamo essere preparati", afferma Susanna Esposito, coordinatrice del Tavolo tecnico malattie infettive della SIP e Professore di pediatria all'Università di Parma.
In previsione di un aumento della circolazione dei virus, le raccomandazioni rimangono quelle che abbiamo imparato durante la pandemia:
- il lavaggio frequente delle mani,
- l'aerazione degli ambienti,
- e l'uso di dispositivi di protezione individuale in luoghi molto affollati.
È particolarmente importante che i bambini malati rimangano a casa, soprattutto se frequentano l'asilo dove è comune lo scambio di giocattoli.
Come strategia preventiva, i vaccini sono fondamentali per entrambi i virus, l'influenza e il Covid-19. "In tutte le Regioni, la vaccinazione antinfluenzale è ora disponibile. È importante sottolineare che è raccomandata per le donne in gravidanza, per tutta la popolazione pediatrica (inclusi i bambini sani) dai sei mesi ai sei anni, e per i bambini fragili di tutte le età (a partire dai sei mesi) a causa del rischio di complicazioni in caso di influenza", sottolinea Esposito.
Tuttavia, per quanto riguarda il momento giusto per il vaccino antinfluenzale, Esposito aggiunge: "Questo potrebbe essere il momento ideale per garantire una protezione efficace durante il picco dell'epidemia, poiché quando si vaccinano i bambini al di sotto dei nove anni, sono necessarie due dosi somministrate a un mese di distanza l'una dall'altra". Inoltre, c'è l'opzione del vaccino intranasale, adatto ai bambini dai due anni in su, ma la modalità di somministrazione più appropriata sarà indicata dal pediatra.
Per quanto riguarda il Covid-19, l'indicazione alla vaccinazione riguarda i bambini fragili a partire dai sei mesi di età, con patologie croniche specificamente elencate nella circolare ministeriale. Tuttavia, Esposito sottolinea che ci sono anche altri gruppi di ragazzi che potrebbero beneficiare della vaccinazione, come gli adolescenti con intensa vita sociale, gli atleti agonisti o coloro che trascorrono periodi di studio all'estero. È possibile somministrare le due vaccinazioni, contro il Covid-19 e l'influenza, nella stessa seduta, ma in sedi anatomiche diverse, considerando che il vaccino contro il Covid-19 viene generalmente somministrato nello studio del pediatra, mentre il vaccino antinfluenzale presso il centro vaccinale.