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Ipertiroidismo: cos'è e cosa fare

di Simona Regina - 29.04.2022 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Cosa succede quando la tirodide produce ormoni in eccesso? Cause, sintomi, terapia dell'ipertiroidismo

In questo articolo

Ipertiroidismo: cos'è e cosa fare

La tiroide è quella ghiandola dalla caratteristica forma a farfalla che si trova nella parte anteriore del collo. Produce ormoni che attraverso il sangue vengono trasportati in ogni tessuto del corpo controllando molte funzioni dell'organismo, come la respirazione, il battito cardiaco, la temperatura, la crescita corporea…

Quando la tiroide non funziona a dovere e produce ormoni in eccesso (la tiroxina - FT4 e la triiodotironina - FT3) si verifica il cosiddetto ipertiroidismo che, come si legge in un contributo medico sulla rivista Medico e Bambino, è una condizione rara in pediatria. 

Come illustra l'endocrinologa Stefania Pedicelli dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù, in età pediatrica la frequenza dell'ipertiroidismo varia tra l'1 e il 4,8 per 100.000, riguarda di più le bambine ed è maggiore durante l'adolescenza.

All'origine di questo eccesso di ormoni tiroidei, in età pediatrica molto raramente c'è un'eccessiva produzione di tireotropina (TSH): l'ormone dell'ipofisi che stimola a sua volta il rilascio di FT4 e FT3 da parte della tiroide. Ma è direttamente l'iperfunzionalità della tiroide ad alterare l'equilibrio ormonale.

Una ghiandola tiroidea iperattiva può diventare grande e compare un rigonfiamento sul collo (gozzo), specialmente quando il bambino o la bambina deglutisce.

Le cause dell'ipertiroidismo

Perché la tiroide secerne elevate quantità di ormoni? Questo può accadere per diverse ragioni. Come indicato nell'approfondimento scientifico su Medico e bambino, nella maggior parte dei casi l'eziologia è autoimmune - la malattia di Graves è cioè la causa più comune di ipertiroidismo nei bambini -  e il gozzo rappresenta la tipica modalità di esordio. Raro invece è l'esoftalmo, che può precedere la diagnosi di ipertiroidismo autoimmune. Ma vediamo meglio di cosa si tratta.

La malattia di Graves. Una sovrapproduzione di ormoni tiroidei può essere dovuta alla produzione, da parte del sistema immunitario, di anticorpi (denominati TRAB dall'inglese Thyrotropin-Receptor AntiBodies) che stimolano il recettore del TSH presente sulle cellule della tiroide determinando una continua attivazione della ghiandola e la conseguente sovrapproduzione di ormoni.

La ghiandola si ingrossa, aumenta di volume, e si parla di gozzo tossico, noto anche come malattia di Basedow-Graves: forma di ipertiroidismo caratterizzata da importanti disturbi dell'occhio, con gonfiore, infiammazione e sporgenza del globo oculare (il cosiddetto esoftalmo).

Sebbene molto rara, può svilupparsi una forma di malattia di Graves neonatale se gli anticorpi della mamma - responsabili dell'iperattività della tiroide - attraversano la placenta e stimolano la ghiandola tiroidea del bambino. "Ovviamente parliamo di una mamma che ha o che ha avuto la malattia di Graves. In ogni caso questa forma è sempre transitoria: scompare infatti con la scomparsa degli anticorpi materni" rassicura la pediatra endocrinologa Carla Bizzarri del Bambino Gesù.

La tiroidite. L'pertiroidismo nei bambini e nelle bambine può essere anche legato a una tiroidite: processo infiammatorio della ghiandola dovuto a produzione di anticorpi e linfociti diretti contro la stessa ghiandola. In pratica, è l'infiammazione della tiroide a determinare in maniera transitoria il rilascio in eccesso nel sangue di ormoni dalle cellule della tiroide che, anche in questo caso, si ingrossa. 

É invece estremamente rara in età pediatrica l'eccessiva produzione di ormoni tiroidei da parte di un singolo nodulo tiroideo che secerne un eccesso di ormoni.

I sintomi

Uno stato di agitazione con tachicardia e insonnia può essere la spia di uno stato di iperfunzione tiroidea. Ma vediamo più nel dettaglio i sintomi di ipertirodismo. 

Dato che molti organi rispondono agli ormoni tiroidei, un loro eccesso si ripercuote sul metabolismo generale che viene accelerato dal rilascio di troppi ormoni. I sintomi sono diversi e vanno dalla tachicardia ai tremori, dalla diarrea all'insonnia con conseguente stato di debolezza, dal calo di peso nonostante un aumento dell'appetito ai disturbi dell'umore. Sono sintomi di ipertiroidismo anche l'iperattività, l'intolleranza al caldo, la sudorazione eccessiva, l'irregolarità nel ciclo mestruale e il cosiddetto esoftalmo, ovvero gli occhi sporgenti con difficoltà a chiudere completamente le palpebre.

"I disturbi oculari sono però tipici della malattia di Graves. Sono invece assenti in caso di ipertiroidismo da tiroidite" spiega Bizzarri. Che sintetizza così i campanelli di allarme: "chi sviluppa la malattia di Graves ha il gozzo e l'efostalmo, si tratta dunque di sintomi evidenti, oltre a insonnia, diarrea, calo di peso nonostante l'aumentato appetito. L'ipertiroidismo da tiroidite si manifesta invece con segni meno evidenti: tra cui il calo ponderale, la diarrea e l'alterazione del ritmo del sonno".

La diagnosi

In caso di sospetti, è bene rivolgersi al pediatra per la valutazione delle condizioni fisiche, della storia clinica e della familiarità (l'ipertiroidismo tende ad avere un andamento familiare).

Come indicato sul sito dell'Ospedale Bambino Gesù, è necessaria una visita accurata per arrivare alla diagnosi di ipertiroidismo.
In caso di sintomi è necessario infatti eseguire alcuni accertamenti come il dosaggio nel sangue degli ormoni tiroidei FT3, FT4, dell'ormone dell'ipofisi TSH che regola la secrezione degli ormoni tiroidei e degli anticorpi anti tiroide. Inoltre è opportuno eseguire l'ecocolordoppler della tiroide, l'elettrocardiogramma e la visita cardiologica. La visita oculistica è indicata in caso di occhi sporgenti.

La terapia

Con l'uso di farmaci è possibile bloccare la produzione degli ormoni tiroidei. In età pediatrica si ricorre al Metimazolo, farmaco che inibisce la produzione di ormoni da parte della tiroide.

I farmaci antitiroidei devono essere presi sotto stretto controllo medico. Nel corso della terapia farmacologica si valuta infatti l'andamento clinico e si modula il dosaggio attraverso periodici controlli della funzionalità della tiroide. 

"Ma durante la terapia, per evitare effetti collaterali tossici, vanno periodicamente valutati anche transaminasi, per monitorare la funzione epatica, ed emocromo, per monitorare la conta dei globuli bianchi" spiega Bizzarri. Che puntualizza: "la terapia farmacologica non è invece necessaria, o almeno non lo è sempre, in caso di tiroidite perché può essere una forma fugace che si stabilizza o si trasfroma in ipotiroidismo, ovvero nella scarsa funzione della ghiandola tiroidea".

Se tra i sintomi di ipertiroidismo, invece, è di particolare severità la tachicardia, si possono abbinare anche farmaci beta-bloccanti che agiscono cioè sul cuore per regolarizzare la frequenza cardiaca.

Se la terapia farmacologica non risulta efficace o in caso di continue recidive dopo la sua sospensione, si può optare per la terapia con iodio radioattivo o per l'asportazione chirurgica della tiroide (tiroidectomia).

"Scelte da valutare caso per caso e ricorrendo a un team multidisciplinare: vanno cioè discusse con endocrinologo, chirurgo e medico nucleare" conclude la pediatra endocrinologa dell'Ospedale Bambino Gesù. 

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