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Parotite monolaterale nei bambini: cosa fare

di Viola Stellati - 05.02.2024 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Cosa fare in caso di parotite monolaterale nei bambini? Una piccola guida per capire di cosa si tratta e come intervenire 

In questo articolo

Parotite monolaterale nei bambini

Avete mai sentito parlare di parotite monolaterale nei bambini? Probabilmente sì ma sotto il suo nome più comune, ovvero quello di orecchioni. In questo articolo scopriremo insieme di casa si tratta esattamente, cause, sintomi e cosa bisogna fare per curarla.

Parotite monolaterale nei bambini: che cosa è

Sul Manuale MSD versione per professionisti si può leggere che gli orecchioni sono di solito bilaterali, ma possono essere anche unilaterali, soprattutto all'esordio. Sia nel primo caso che nell'eventualità di parotite monolaterale nei bambini, quel che è certo è che si tratta di una malattia infettiva altamente contagiosa, ma che per fortuna raramente genera complicanze gravi.

Il sito dell'Istituto Superiore di Sanità scrive che la parotite monolaterale nei bambini è causata da un virus appartenente al gruppo dei Paramyxovirus che porta alla tumefazione delle ghiandole salivari. A gonfiarsi particolarmente sono le ghiandole parotidi che si trovano e sotto i padiglioni auricolari e dietro l'angolo della mandibola.

Trasmissione e sintomi

La parotite monolaterale nei bambini è altamente contagiosa, anche se si può trasmettere solamente da persona a persona. Il contagio avviene per colpa delle goccioline respiratorie diffuse nell'aria da che l'ha contratta tramite tosse e/o starnuti, oppure per via del contatto diretto con le secrezioni nasofaringee.

Tale malattia si rivela particolarmente contagiosa nei 6 giorni che precedono la comparsa dei sintomi e per i 9 giorni successivi. Tra i sintomi più comuni c'è il rigonfiamento delle ghiandole parotidi, con conseguente dolore. Ci sono anche febbre e malessere e pure i brividi, i quali possono comparire più o meno 24 ore prima della comparsa del rigonfiamento.

Possibili complicanze

Un articolo redatto dall'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù riporta che tra le possibile complicanze della parotite monolaterale nei bambini - ma anche bilaterale - ci possono essere la meningite virale, che si osserva nel 4-6% dei bambini più piccoli ma che per fortuna si si risolve senza lasciare danni dopo 3-10 giorni.

Non è da escludere la possibilità della comparsa dell'orchite, che può presentarsi nel 20-30% dei maschi dopo la pubertà, e coinvolge tutti e due i testicoli nel 15% dei casi. Per farla regredire occorrono circa 5-7 giorni, ma più o meno la metà dei ragazzi che l'ha avuta rischia di andare incontro ad atrofia testicolare di grado variabile. Nei casi più complessi, che però sono estremamente rari, c'è anche la sterilità.

Altre possibili complicanze della parotite monolaterale nei bambini sono la pancreatite, che si presenta nel 2-5%, e la perdita dell'udito, che si verifica in 1 caso ogni 20.000.

Cura e prevenzione

Per la parotite monolaterale nei bambini non esiste una cura specifica, come del resto succede per altre malattie virali. È però possibile usufruire di un trattamento che aiuta ad alleviare i sintomi, ovvero la somministrazione di analgesici e antipiretici (che devono essere necessariamente prescritti dal medico).

Per evitare il dolore che si avverte durante la masticazione, si consiglia di seguire una dieta semiliquida, anche se è bene evitare l'assunzione di succhi di agrumi: la loro acidità può accentuare i fastidi. I bambini non devono per forza stare al letto, anzi possono giocare tranquillamente.

Le migliori prevenzioni sono principalmente due: il rispetto delle buone norme igieniche e la vaccinazione.

L'importanza della vaccinazione

Il Manuale MSD versione per pazienti riporta che nel 1967, prima che i bambini venissero vaccinati di routine contro la parotite, i casi negli Stati Uniti erano circa 186.000.

La buona notizia è che da quando esiste la vaccinazione il numero di casi è calato sensibilmente, anche se questa malattia colpisce ancora. Un'esempio di tutto ciò è l'epidemia che c'è stata nel 2006 nel Midwest (Stati Uniti) che causò oltre 6.584 casi. Il tasso di infezione è stato più elevato fra i giovani adulti, ma sapete perché? Perché non erano vaccinati, a differenza dei bambini.

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