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Prevenzione delle malattie cardiovascolari nei bambini

di Rosy Maderloni - 11.01.2023 - Scrivici

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Prevenzione delle malattie cardiovascolari nei bambini: come evitare eventi traumatici dovuti a patologie cardiache? Un libro per capire i principali disturbi del cuore

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Prevenzione delle malattie cardiovascolari nei bambini

Là dove in famiglia non siano presenti casi di parenti che convivano con una malattia del cuore o un difetto cardiaco, è difficile che un genitore pensi alle forme di prevenzione delle malattie cardiovascolari nel proprio bambino. Viene naturale demandare una qualche forma di approfondimento diagnostico alla richiesta specifica del pediatra, o solo dopo aver notato che qualcosa non va. Cosa c'è da sapere per scoprire per tempo se nostro figlio soffre di una malattia cardiaca e a chi rivolgersi per la presa in carico del piccolo paziente? Ne parliamo con il professor Massimo Santini, già direttore del Dipartimento cardiovascolare dell'Ospedale S. Filippo Neri di Roma per oltre 20 anni e oggi autore insieme al cardiologo Luca Santini del libro "Il mio cuore elettrico. Percorsi guidati di battito in battito attraverso i circuiti più profondi del nostro cuore", edizioni Il Foglio.

Cosa sono le malattie cardiovascolari nei bambini?

Cosa sono le malattie cardiovascolari nei bambini?

Rientrano nella categoria eterogenea delle malattie cardiache congenite tutte quelle patologie che presentano un difetto strutturale cardiaco sin dalla nascita. Stime riportano che l'incidenza di queste patologie nei Paesi occidentali si attesti su 6 casi ogni 1000 nati vivi e i meccanismi all'origine di questo gruppo di malattie non sono sempre noti.

La morte improvvisa per cause cardiache è la "fatalità" che più spaventa e, dati riportano, colpirebbe circa un migliaio di bambini e ragazzi ogni anno in Italia. Spesso sono le notizie di cronaca su giovani e giovanissimi colpiti da malori improvvisi dall'esito fatale a spingere a chiedersi "Potrebbe accadere anche a mio figlio?" con il risultato che il primo pensiero va allo scandagliamento di tutti quei parenti che possono aver sofferto o soffrire di cuore.

Difficile, se non impossibile, dunque, per un genitore muoversi in autonomia nella comprensione di cosa deve o non deve preoccupare circa la salute cardiaca di un figlio: desta comprensibile preoccupazione una cronicità come l'ipertensione arteriosa in età pediatrica che funge da importante precursore di malattie cardiovascolari in là con gli anni, ma più serio è il rischio causato dalla presenza di aritmie.

Aritmie cardiache in età pediatrica.

"Le aritmie cardiache sono piuttosto frequenti nei giovani tra i 10 e 15 anni – premette Santini -: in gran parte non sono pericolose e non necessitano di alcuna terapia, ma raramente possono assumere caratteristiche potenzialmente maligne se riferite ai vari tipi di tachicardia ventricolare, specialmente se è accompagnate dei sintomi o addirittura da perdita di coscienza. In questi casi la terapia farmacologica o con dispositivi impiantabili può essere indicata. Per tale motivo è importante fare una diagnosi precoce con holter cardiaco, eco-cardiogramma, risonanza magnetica ed altre strumentazioni".

Aritmie cardiache. Quando preoccuparsi?

Come ci si accorge se è presente un disturbo cardiovascolare nel bambino?

"Come genitori possiamo osservare con particolare attenzione a come i nostri figli si comportano in alcune situazioni, ponendo i loro comportamenti anche in paragone a quelli dei loro amici, compagni di scuola o nello sport: se notiamo che nostro figlio ha più difficoltà nell'eseguire gli esercizi di ginnastica, se vediamo che fa più fatica, è più lento, corre meno e ha il fiatone, possiamo approfondire nel capire se la causa di queste "differenze" rispetto ai coetanei hanno origine cardiaca".

"Difficilmente potremo aspettarci che possa venire direttamente da nostro figlio una ammissione su eventuali limiti durante l'attività fisica. Il primo riporto andrà condiviso con il proprio pediatra che, coinvolgendo un medico specialista, innescherà un iter diagnostico che può prevedere un doppler cardiaco, un elettrocardiogramma e una risonanza magnetica per patologie specifiche".

Prevenzione delle malattie cardiovascolari nei bambini: quali sono i fattori di rischio? Che prevenzione si può mettere in atto?

Prevenzione delle malattie cardiovascolari nei bambini: quali sono i fattori di rischio? Che prevenzione si può mettere in atto?

"Le abitudini di vita corrette sono la prima forma di prevenzione contro lo sviluppo di malattie cardiovascolari in età giovanile e poi più in là nel corso della vita". chiarisce il medico cardiologo.

I fattori di rischio

"Una vita sedentaria, il fumo sin dalla tenera età e l'esposizione al fumo in ambienti domestici, il sovrappeso e l'obesità sono fattori di rischio significativi".

"Contrastare questi stili di vita con abitudini virtuose come la promozione del movimento attraverso lo sport, favorendo in famiglia un'alimentazione bilanciata, povera di cibi molto zuccherati e ultraprocessati riduce di molto le possibilità che possa svilupparsi una malattia cardiovascolare nel bambino".

 

Aritmie nei bambini: lo studio che ha raccolto le storie di come si individuano e si curano nei bambini

Nel libro "Il mio cuore elettrico" scritto a quattro mani col collega Luca Santini, sono stati raccolti i risultati di un progetto di monitoraggio e intervento su oltre 25 mila studenti di Roma di 13 anni.

"Negli anni 2010-2014 la Onlus il Cuore di Roma ha sviluppato il progetto "Cuore Sano" in cui sono stati raccolti dati su esami di elettrocardiogramma, pressione arteriosa, massa corporea, stile di vita e familiarità per malattie cardiovascolari – racconta Santini, presidente della Onlus -. I risultati sono stati sorprendenti: anomalie dell'elettrocardiogramma sono state osservate nel 27% dei soggetti, lo 0,3% aveva delle anomalie di una certa importanza e blocchi (rallentamento nel battito cardiaco, ndr) addirittura completi nel 10% dei casi. L'anomalia più frequente è stata la lieve turba della conduzione intraventricolare destra nel 31% dei soggetti".

La storia di Giovanna e Francesco.

Nel libro si citano gli esempi di Giovanna e Francesco, entrambi con un elettrocardiogramma che mostrava un'anomalia decisamente patologica e potenzialmente pericolosa. "Erano entrambi portatori di un blocco cardiaco totale fin dalla nascita e il loro cuore aveva, a riposo, circa 40 battiti al minuto, che aumentavano di poco con lo sforzo fisico e si riducevano durante il sonno. In questi casi possono verificarsi periodi di notevole rallentamento del battito cardiaco con la comparsa di pericolose aritmie ventricolari. Nei soggetti con una anomalia presente sin dalla nascita, la sintomatologia è di solito assente, in quanto questi ritengono che la loro sensazione fisica sia rappresentativa della realtà. Non hanno termini di paragone e pertanto pensano di star bene. Si accorgono del contrario solamente dopo che la situazione viene ribaltata con il ripristino di un numero di battiti normali.

Su Giovanna e Francesco impiantai un pacemaker fisiologico. Incuriosito dalla totale assenza di sintomi prima dell'impianto chiesi ad entrambi. "Come vi sentite ora? Immagino bene perché stavate già bene prima dell'intervento".

"Mi sembrava di star bene – mi rispose Giovanna – ma in realtà tutti i giorni, subito dopo il pranzo, avevo un mal di testa a livello della nuca. Ora non lo ho più e mi sento molto meglio".

"Io avevo meno capacità dei miei amici nella corsa durante la partita di calcio, ma pensavo che dipendesse dalla mia corporatura. In realtà ora corro come gli altri" mi raccontava Francesco.

L'intervistato

L'intervistato è Massimo Santini, già direttore del Dipartimento cardiovascolare dell'Ospedale S. Filippo Neri di Roma per oltre 20 anni e oggi autore insieme al cardiologo Luca Santini del libro "Il mio cuore elettrico. Percorsi guidati di battito in battito attraverso i circuiti più profondi del nostro cuore", edizioni Il Foglio.

 

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