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Pubertà precoce nelle bambine, diagnosi in aumento

di Rosy Maderloni - 15.01.2024 - Scrivici

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La pubertà precoce nelle bambine si riconosce quando i primi segni di sviluppo compaiono prima degli 8 anni. Quali rischi? Risponde l'endocrinologo.

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Pubertà precoce nelle bambine

Dolenzia nelle ghiandole mammarie e primi segni di un seno: sono i più comuni segnali dell'inizio della pubertà nelle bambine, una lunga fase di transizione in cui il corpo infantile si prepara a trasformarsi in un corpo adulto. Una trasformazione che nella maggioranza delle bambine inizia intorno ai 10 anni ma che se avviene prima degli 8 anni rientra nella condizione di pubertà precoce. Una condizione che riguarda molto più frequentemente le femmine dei maschi, e che, seppur poco frequente, sembra aumentare nelle nuove generazioni al punto che l'età media - secondo studi internazionali che prendono in considerazione gli ultimi 45 anni - sembra ridursi di circa 3 mesi ogni decennio. Parliamo di pubertà precoce nelle bambine con Stefano Cianfarani, Professore Ordinario di Pediatria all'Università di Roma Tor Vergata e Responsabile dell'Unità di Endocrinologia e Diabetologia dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.

In quali casi si può parlare di pubertà precoce nelle bambine?

"L'età limite per parlare di inizio della pubertà nelle bambine sono gli 8 anni, quando i primi segnali compaiono prima, si può parlare di pubertà precoce - premette Cianfarani- -. Le caratteristiche sono le stesse, sia quando è fisiologica, sia quando è precoce: compare il bottone mammario, ossia il primo sviluppo del seno, la bambina può avvertire un certo fastidio nella zona delle ghiandole mammarie che spesso è scambiato con dolori generici. Contemporaneamente o nel breve periodo, si aggiunge una accelerata crescita staturale. Possiamo definire la pubertà precoce come una malattia rara perché ha una prevalenza tra l'1 su 5.000 e l'1 su 10.000 soggetti. Generalmente il pediatra di famiglia può osservare per primo questi aspetti".

La pubertà precoce delle bambine è una malattia?

"La pubertà precoce può portare a conseguenze di 2 tipi - chiarisce lo specialista -:

  • La più importante è l'eventuale impatto sulla statura da adulto: se si cresce troppo rapidamente, le cartilagini di accrescimento si ossificano troppo precocemente ed essendo importanti per il raggiungimento della statura da adulti, la conseguenza è quella di avere una statura finale inferiore rispetto al proprio potenziale genetico.
  • Il secondo impatto è psicologico: svilupparsi troppo presto rispetto ai coetanei potrebbe comportare uno squilibrio psicologico nella bambina rispetto al contesto sociale e dei pari in cui è immersa.

Un dato appurato è che l'età del menarca si sia abbassata notevolmente negli ultimi 200 anni e siamo passati da uno sviluppo intorno ai 17 anni nell'Ottocento a un'età media di 12 anni e mezzo di oggi: questo significa che un effetto dell'ambiente in cui si cresce e si matura è indubbio".

Quali sono i fattori correlati a uno sviluppo precoce nelle bambine?

"Lo stato nutrizionale è importante - aggiunge l'endocrinologo del Bambino Gesù -: il bambino obeso anticipa le tappe di maturazione, pur rimanendo nella fisiologia dell'arrivo della pubertà. Altri fattori sono la genetica: c'è una famigliarità per pubertà anticipata o addirittura precoce ed è stato dimostrato che ci sono alcune varianti genetiche associate a rischio di pubertà precoce. L'esposizione a interferenti endocrini come bisfenolo e ftalati sono un ulteriore elemento di rischio di pubertà precoce o anticipata: questi ultimi, infatti, vanno a legarsi con i recettori degli estrogeni determinando un effetto estrogeno simile. Un altro elemento considerato è lo stress che è stato chiamato in causa per spiegare l'aumento dei casi di diagnosi di pubertà precoce durante il lockdown pandemico. Sempre il periodo di lockdown ha portato a ipotizzare una possibile correlazione con l'esposizione agli strumenti digitali: l'ipotesi è che la luce blu sia associata a una alterazione del ritmo sonno veglia e, dunque, a una produzione disregolata della melatonina, la quale regola alcuni meccanismi neurofisiologici che controllano la pubertà. La patogenesi della pubertà precoce nelle femmine riconosce pertanto molti fattori causali che possono agire isolatamente o in varie combinazioni".

Bambini adottati. "Alcuni studi hanno evidenziato Le bambine adottate hanno un rischio maggiore di pubertà precoce - aggiunge il professore di Tor Vergata - legato probabilmente allo stress del cambio geografico, quindi ambientale, e di abitudini e al passaggio da una condizione di malnutrizione a una opposta di overnutrizione".

Come si interviene sulla pubertà precoce nelle bambine?

"Non tutti i casi hanno bisogno di terapia di blocco della pubertà, soprattutto se lo sviluppo procede molto lentamente - commenta Cianfarani -: il tempo che passa tra la comparsa del telarca al menarca è in media di due anni nelle bambine con pubertà fisiologica ma può arrivare anche a quattro anni in quelle con pubertà precoce.

Di certo queste bambine vanno monitorate periodicamente per capire se ci sono accelerazioni nello sviluppo. Le terapie di blocco della pubertà seguono una diagnosi effettuata in un centro specializzato di endocrinologia pediatrica. Generalmente si esegue un test dinamico che dura circa un'ora e mezza e valuta se si tratti di una pubertà precoce centrale. In questo caso, ha senso iniziare presto la terapia, entro gli 8 anni, e proseguire fino all'età di sviluppo osseo di circa 12 anni. Non vi sono effetti collaterali, solo effetti transitori e di lieve entità, talvolta un aumento temporaneo del peso corporeo".

L'intervistato

L'intervistato è Stefano Cianfarani, Professore Ordinario di Pediatria all'Università di Roma Tor Vergata e Responsabile dell'Unità di Endocrinologia e Diabetologia dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.

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