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Raffreddore, influenza, Covid: come distinguere i sintomi nei bambini

di Valentina Murelli - 23.12.2021 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Raffreddore, influenza, Covid nei bambini: impossibile distinguere i sintomi sulla base di una semplice visita medica. Solo il tampone può dare una risposta

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Raffreddore, influenza, Covid nei bambini

Mal di gola, raffreddore, tosse, febbre: sono classici sintomi autunnali, spie potenziali di influenza o sindromi parainfluenzali. E, quest'anno, anche di Covid-19. Già, perché i sintomi purtroppo sono sempre gli stessi, tutti molto aspecifici, e la domanda è: come distinguere un eventuale Covid dai "soliti" malanni di stagione?

"Purtroppo, distinguerli in base ai sintomi è impossibile" - afferma Michele Fiore, pediatra di famiglia a Genova che ha seguito i risultati della ricerca sull'emergenza Covid - "Non si può dire con una semplice visita se raffreddore, tosse, febbre siano causati dal Sars-Cov-2 o da qualche altro virus. L'unico strumento che permette di distinguere i due casi possibili è il tampone naso-faringeo".

Come si manifesta il coronavirus nei bambini

Secondo i dati della letteratura scientifica internazionale, i sintomi principali che possono essersi manifestati nei bambini compiti da Covid-19 sono:

  • febbre
  • tosse
  • mal di testa
  • nausea/vomito
  • diarrea
  • mal di gola
  • difficoltà respiratoria
  • dolori muscolari
  • rinorrea/congestione nasale

Purtroppo, però, sono gli stessi sintomi che possono essere causati da altre infezioni virali, come influenza o sindromi parainfluenzali.

Cosa fare in presenza di sintomi simil-influenzali

La seconda domanda che sta assillando i genitori in questo momento è cosa fare rispetto nel caso in cui un bambino abbia sintomi lievi, come un "banale" raffreddore. E' esperienza comune, infatti, che i bambini di nidi e materne, ma spesso anche della scuola primaria, trascorrano i mesi autunnali e invernali passando da un raffreddore all'altro. La preoccupazione, allora, è che il bambino sia costretto a stare sempre a casa o a eseguire a ogni raffreddore un tampone per escludere che si tratti di Covid-19.

Effettivamente questo è un punto sul quale esiste ancora un po' di incertezza. Da un lato, alcuni pediatri – come la professoressa Susanna Esposito dell'Università di Parma, presidentessa dell'Associazione mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici – ha ricordato che nella maggior parte dei casi dei bambini colpiti da Covid-19 che presentano sintomi (perché molti ricordiamolo, sono asintomatici) è presente febbre elevata. Per questo, in genere un semplice raffreddore difficilmente è, da solo, sintomo di infezione da Sars-Cov-2.

Dall'altro, però, che un fenomeno sia raro non significa che sia impossibile. "Nei bambini la malattia potrebbe presentarsi anche con qualche starnuto" afferma Fiore a nostrofiglio.it. Che a proposito della necessità dei tamponi aggiunge: "È necessario avere ben chiaro che la gestione dei sospetti Covid non è quella di una qualunque patologia virale, anche nei casi clinicamente banali. Lo scopo, infatti, non è solo quello di curare il singolo malato, ma di controllare i contagi ed i contagi non si controllano certo 'seguendo il decorso' o intervenendo solo 'se si sintomi peggiorano o persistono oltre determinati limiti'. Mentre 'tu medico' presti attenzione solo al paziente, se questi è un positivo non identificato i suoi contatti infettati contagiano a catena altre persone. Ecco perché il Ministero ma anche un po' tutte le Regioni dicono di richiedere subito il tampone nei casi sospetti: proprio per tracciare ed isolare subito il caso ed i suoi contatti".

Sicuramente le linee guida della SIP sono chiare: per il paziente pediatrico positivo al COVID il trattamento domiciliare resta lo stesso di quello adottato per l'influenza, ossia o ibuprofene o paracetamolo.

Meno infezioni con le misure anti-Covid?

In tutto questo, però, potrebbe esserci una nota positiva, come ci ha ricordato nella nostra diretta social dedicata al rientro a scuola il pediatra Piercarlo Salari, responsabile del gruppo di lavoro sul sostegno alla genitorialità della Società italiana di pediatria preventiva e sociale. E' infatti possibile che le misure di prevenzione anti-Covid previste nelle scuole – sanificazione di spazi e materiali, distanziamento fisico e uso mascherine per i bimbi più grandi, misurazione della temperatura in ingresso per i bimbi 0-6 ecc – aiutino a contenere la diffusione anche di altri virus respiratori, responsabili dei comuni malanni di stagione.

Insomma, se da un lato è possibile che venga richiesto un tampone anche per un raffreddore, dall'altro si spera che le misure adottate possano aiutare a ridurre il propagarsi di comuni virus influenzali.

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Revisionato da Francesca Capriati

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