Se la febbre dei bambini arriva nel weekend
Una settimana di corsa, tra lavoro, impegni extrascolastici e scolastici dei bambini, casa e commissioni varie: arriva il venerdì e cominciamo a rifiatare e a pensare come potremo trascorrere due giorni in relax, magari con una gita fuori porta o una cena con gli amici. Ed ecco che il bambino inizia a starnutire, tossire, il termometro segna qualche linea di febbre. Cosa fare se la febbre dei bambini arriva nel weekend e soprattutto: perché accade così spesso? E' una febbre da stanchezza o c'è uno strano virus che attacca solo nel nostro tempo libero?
Febbre da stanchezza?
Accade di frequente che i bambini si ammalino verso la fine della settimana o all'inizio di una vacanza. Potrebbe essere che il bambino sia particolarmente affaticato e ciò abbia indebolito il suo sistema immunitario, ma può anche essere che i sintomi di un malanno - raffreddore, tosse, mal di gola e magari una leggera febbre - vengano notati solo a fine settimana, quando i ritmi si allentano.
Quando possiamo parlare di febbre?
Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità si deve parlare di febbre sopra i 37,5 °C.
In base alla temperatura si distinguono:
- stato subfebbrile: 37 - 37,3°C
- febbricola: 37,4 - 37,6
- febbre moderata: 37,7 - 38,9
- febbre elevata: 39 - 39,9.
La febbre nel weekend esiste davvero?
Inoltre, come spiega la pediatra Jennifer Shu alla CNN, dobbiamo tener presente alcuni fattori:
- la temperatura corporea cambia nel corso della giornata: è più bassa al mattino e più alta nel tardo pomeriggio;
- una temperatura normale può variare fino a 1 grado nel corso della giornata;
- la temperatura corporea di un bambino tende a essere leggermente superiore a quella di un adulto, rendendo molto più evidente la febbre pomeridiana o serale;
- i bambini si ammalano più spesso degli adulti (possono prendere da otto a 12 raffreddori all'anno rispetto a due o tre degli adulti) e restano malati più a lungo (circa due settimane invece di una).
Fatte queste premesse può essere solo una coincidenza il fatto che sembra che il bambino si ammali solo il venerdì o nel fine settimana.
E ancora, come spiega la pediatra del Meyer, Angela Pittari, può succedere che il bambino non sia completamente guarito da una precedenze influenza o malanno di stagione e sia tornato a scuola troppo presto. In questo modo, magari, ha frequentato l'intera settimana tra uno starnuto e un colpo di tosse, e poi i sintomi dell'infezione virale, compresa la febbre, sono riesplosi proprio nel weekend.
Inoltre il sistema immunitario dei bambini è ancora immaturo e la scuola, così come l'asilo, è un ricettacolo di batteri e virus che si propagano per via aerea molto facilmente.
Tutti noi sappiamo che un bambino che frequenta l'asilo probabilmente si ammalerà molto spesso durante l'inverno: se, dopo una precedente malattia, torna a scuola troppo presto è facile che abbia una ricaduta o che si ammali nuovamente dopo essere entrato in contato con qualche compagno che sta incubando.
Cosa fare?
C'è poco da fare: l'unica vera cura per la febbre e l'influenza è il riposo. Il bambino dovrebbe essere incoraggiato a bere acqua, latte, succhi, mangiare leggero, riposare.
Non dobbiamo coprirlo troppo, restare a casa per dormire, guardare un film, giocare in modo tranquillo. Tante coccole e uno sciroppo di Paracetamolo o Ibuprofene (facciamoci consigliare dal pediatra) per far scendere la febbre troppo alta e per alleviare eventuali altri sintomi come il mal di testa o il malessere generale.
Quando preoccuparsi?
In caso di febbri ripetute e frequenti, anche se accompagnate da altri sintomi come la faringite, il mal d'orecchi, stomatite aftosa è bene far visitare il bambino dal pediatra. Una febbre ricorrente potrebbe essere il sintomo di un disturbo del sistema immunitario o di altre condizioni comunque rare. Il medico potrebbe prescrivere alcuni accertamenti, come un esame del sangue.
Cosa fare in caso di febbre alta
Veniamo quindi alla domanda che più affligge i genitori: febbre alta nei bambini, quando preoccuparsi? Di norma, è importante consultare il pediatra se:
- il bambino ha meno di 3 mesi e presenta febbre superiore a 38°C
- il bambino ha tra i 3 e i 6 mesi e presenta febbre superiore a 39°C
- la febbre dura da 48-72 ore
È, inoltre, importante consultare un medico se sono contemporaneamente presenti altri sintomi importanti, come:
- torpore e sonnolenza
- rigidità del collo
- macchie bluastre sulla pelle tipo petecchie o ecchimosi
- vomito
- disidratazione
I bambini che non presentano segnali d'allarme o di età compresa fra 3 mesi e 3 anni vanno portati dal medico se la febbre raggiunge o supera i 39 °C, in assenza di una evidente infezione delle vie aeree superiori, come rinorrea e congestione nasale, o se la febbre dura da oltre 5 giorni.
Lo stesso vale anche se la febbre persiste nei bambini che hanno superato i 3 anni di età.
Nei bambini la febbre va assolutamente abbassata quando si accompagna a malessere diffuso e non se la temperatura è superiore ai 38,5 °C; se il piccolo continua a giocare non c'è da preoccuparsi troppo, mentre è necessario usare un antipiretico se il bambino piange in maniera inconsolabile, se è sonnolento o confuso. È bene precisare, infine, come una corretta informazione sui temi di salute rappresenti un contributo essenziale per innalzare la qualità dell'assistenza. La febbre molto alta, per esempio, è tra i sintomi di meningite ma non è il solo: non occorre allarmarsi e correre al pronto soccorso solo perché la febbre è elevata.