La congestione digestiva è un disturbo tipico dell'estate e del caldo, che colpisce l'apparato gastrointestinale ed è dovuto a un brusco sbalzo di temperatura. All'origine di tale fenomeno c'è un blocco della digestione. Cerchiamo di capire perché e quando si verifica.
In questo articolo
Sincope da sbalzo termico: che cos'è
La sincope da sbalzo termico si verifica quando le persone sperimentano un improvviso calo della temperatura, ad esempio se passano da un clima molto caldo a un'acqua fredda.
La tua lingua potrebbe desiderare la temperatura gelida di un ghiacciolo in una calda giornata estiva, ma la tua digestione potrebbe ribellarsi.
"Alcune persone sudano dopo aver bevuto liquidi freddi", afferma Mark Mattar MD, medico e assistente professore di medicina presso il MedStar Georgetown University Hospital, Washington, D.C.
Al corpo piace mantenere la sua temperatura interna costante a circa 37°, che è il momento in cui si verifica la migliore digestione. Se le temperature fredde, come l'acqua ghiacciata o il cibo freddo nella dieta, entrano nello stomaco, il corpo lavora rapidamente per riscaldarlo.
Sintomi
- brividi
- bruciori di stomaco
- capogiri
- conati
- vomito
- crampi addominali
- flatulenza
- mal di testa
- nausea
- pallore
- pelle d'oca
- pesantezza allo stomaco
- stato confusionale
- sudorazione fredda
- sensazione di svenimento
Il problema - sostengono molti - è che se ci si trova in acqua in queste condizioni si potrebbe rischiare l'annegamento: a causa di crampi e dolori improvvisimagari ci si fa prendere dal panico, o per la perdita di coscienza.
Si può fare il bagno dopo mangiato? I pochi studi scientifici sui rischi
Non esistono linee guida che indicano una chiara relazione di causa-effetto tra bagno a stomaco pieno e annegamento, indicazioni o raccomandazioni ufficiali. Molti esperti però suggeriscono prudenza e buon senso, perché il rischio congestione è possibile e le conseguenze potrebbero essere anche serie.
Passiamo in rassegna la letteratura scientifica sul fenomeno.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità ci sono altri motivi quali fattori di rischio annegamento. E' inoltre vero che i bambini sono tra i soggetti maggiormente a rischio di annegamento e per questo motivo non bisogna mai lasciarli soli in prossimità dell'acqua, senza lo sguardo di un adulto. Per l'Academy American Pediatrics non lasciare mai i bambini da soli, nemmeno per un attimo, in prossimità dell'acqua, proprio per prevenire l'annegamento e il The Centers for Desease Control and Prevention ricorda piuttosto l'importanza di imparare a nuotare molto presto proprio per prevenire il rischio. Se parliamo invece di congestione, secondo una revisione pubblicata alcuni anni fa dalla Croce rossa americana, gli studi disponibili non mostrano evidenze che il semplice fatto di aver mangiato prima di immergersi in acqua possa aumentare il rischio di annegamento.
Una conclusione fatta propria da una dichiarazione ufficiale dell'International Life Saving Federation (la numero 18: Eating before swimming), secondo la quale, benché il fatto di aver mangiato possa essere associato a nausea, vomito e dolore addominale una volta in acqua, non è mai stata dimostrata una relazione di causa-effetto tra questi fenomeni e il rischio di annegamento.
Quando accade: attenzione agli sbalzi
Per capire come inizia, è importante sapere che dopo aver mangiato, il flusso sanguigno si concentra nel tratto digestivo. Pertanto, il flusso sanguigno ti aiuta a digerire il cibo. Una delle cause principali della risposta allo shock da freddo è che si verifica un improvviso cambiamento di temperatura nel corpo durante la digestione. Se ciò accade, il sangue va rapidamente ad altri organi, il che interrompe il processo di digestione.
Secondo Franca Barbic, responsabile scientifico della Sincope Unit di Humanitas attiva nell'ambito dell'Unità Operativa di Clinica Medica, per ridurre il rischio di sincope neuromediata nei mesi estivi e nei periodi più caldi dell'anno bisogna stare attenti ad aspetti diversi rispetto al clima.
- fare attenzione soprattutto al passaggio rapido da ambienti condizionati ad ambienti esterni caratterizzati da temperatura e spesso umidità elevate
- evitare un eccessivo utilizzo dei sistemi di condizionamento dell'aria anche per evitare le conseguenze dell'eccessivo sbalzo di temperatura conseguente
Cosa fare
I sintomi più comuni di questo problema nei bambini sono:
- pallore
- sudorazione
- vertigini
In questi casi, il modo migliore per alleviare il disagio è far sdraiare il bambino e sollevare leggermente le gambe. Normalmente, iniziano a migliorare in pochi minuti. Consigliamo comunque di farli riposare per almeno due ore.
In alcuni casi il bambino può avere vomito o diarrea. È importante che tu presti attenzione. Se vedi questi sintomi, è meglio che segua una dieta liquida per evitare la disidratazione. Se la situazione è di ripresa immediata si può valutare, chiamando il pediatra, se fare visitare il piccolo, mentre se ha avuto una perdita di coscienza e se migliora lentamente è il caso di farlo visitare.
Prevenzione nei bambini
Per precauzioni si raccomanda di usare il buon senso sempre e si consiglia ai bambini di aspettare almeno due ore dopo aver mangiato, anche a seconda della tipologia di pasto, prima di andare a nuotare in acque fredde o giocare a giochi che richiedono molta energia e attività fisica.
Inoltre, se sai che stai andando in piscina o al mare, prepara pasti più leggeri. In questo modo, i tuoi bambini possono digerirli più velocemente. Cerca di evitare cibi ricchi di grassi, poiché richiedono più tempo per essere digeriti.
Inoltre, dovresti stare attento se tuo figlio ha giocato al sole perché il cambiamento di temperatura sarà più brusco.
Per scongiurare il rischio di congestione, spiega Sebastian Cristaldi, esperto di Pediatria dell'Emergenza dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù, le regole sono quelle di evitare:
- bevande gassate e fredde
- i cibi grassi e tutto ciò che fa lavorare l'intestino in modo più faticoso, preferendo invece carboidrati che si metabolizzano rapidamente, frutta e verdura e bevande fresche
- attendere dalle due alle tre ore prima di fare il bagno
Fonti: Ansa, Humanitas, Ospedale Bambin Gesù