Cos’è la sindrome di Kabuki
La sindrome di Kabuki è una malattia congenita caratterizzata da malformazioni multiple e da ritardo mentale. È una condizione rara, stimata intorno a 1:32.000 nati vivi, anche se l'Associazione italiana sindrome Kabuki segnala che probabilmente il dato è sottostimato. La sindrome è stata descritta nei primi anni '80 da due medici giapponesi, Niikawa e Kuroki, come l'associazione di ritardo nello sviluppo intellettivo, difficoltà nell'alimentazione con crescita pondero-staturale stentata, malformazioni congenite e caratteristiche facciali tipiche. Il nome deriva dalle caratteristiche del volto di questi pazienti, che ricordano il trucco utilizzato nel teatro tradizionale Kabuki. Segnalata per la prima volta in pazienti giapponesi, questa sindrome è stata successivamente osservata in numerosi soggetti, sia maschi che femmine, in tutte le parti del mondo.
Le cause della sindrome di Kabuki
Come spiega l'ospedale Bambino Gesù, nella maggior parte dei casi (circa l'80%), la sindrome di Kabuki è causata da alterazioni (mutazioni) del gene KMT2D che contiene le istruzioni per produrre un enzima in grado di controllare l'attività di geni implicati nello sviluppo dell'organismo. Si verifica quando è alterato (mutato) uno solo dei due geni KMT2D. Un genitore che porta una copia mutata del gene KMT2D ha un rischio del 50%, a ogni concepimento, di avere un figlio con la sindrome di Kabuki. Tuttavia, risulta più spesso che la mutazione avvenga "de novo", ovvero che si formi durante l'incontro tra la cellula uovo e lo spermatozoo nelle primissime fasi dello sviluppo embrionale. La mutazione riguarderà quindi quel bambino soltanto e nessun altro membro della famiglia sarà affetto. Un'altra causa della sindrome di Kabuki sono alterazioni del gene KDM6A. Se la madre risulta portatrice, a ogni gravidanza rischia il 50% di probabilità di trasmettere la variante patogenetica.
Come si manifesta la sindrome di Kabuki
I sintomi della sindrome di Kabuki sono un leggero ritardo e difficoltà di crescita di peso e/o statura. Può essere presente epilessia e/o una cardiopatia congenita. Sono frequenti anche malformazioni dell'apparato urinario, possono presentarsi anomalie dello scheletro a carico della colonna vertebrale e delle estremità. Il viso del pazienti mostra una particolare conformazione degli occhi con sopracciglia ampie, arcuate e rade, rime palpebrali allungate, naso piatto e padiglioni auricolari ampi. Una caratteristica spesso presente è la persistenza dei cuscinetti sui polpastrelli delle dita. Le caratteristiche facciali cambiano con il tempo e sono più facilmente riconoscibili tra i 3 e i 12 anni.
Come si fa la diagnosi
Di solito, il bambino viene portato dal medico a causa di un ritardo psicomotorio o della crescita. La prima diagnosi si basa sulle caratteristiche facciali e le anomalie. I pazienti vengono quindi indirizzati all'analisi molecolare del gene MLL2 per la ricerca di eventuali mutazioni a questo livello e poi all'analisi del secondo gene correlato alla sindrome (KDM6A). Nei pazienti affetti da sindrome di Kabuki è inoltre possibile delineare un profilo "epigenetico", ossia l'identificazione dei profili dello stato di metilazione specifici della malattia.
Come si cura la sindrome di Kabuki
Le terapie da seguire per curare la sindrome di Kabuki variano in base ai sintomi. In caso di ritardo motorio, è indicato un trattamento di fisioterapia e psicomotricità. La logopedia viene praticata per il ritardo del linguaggio, specialmente nei pazienti che hanno anche anomalie del palato. I bambini piccoli possono avere difficoltà nell'alimentazione e in questi casi possono essere necessarie tecniche di nutrizione particolari, come l'alimentazione con sondino naso-gastrico. Il trattamento delle malformazioni congenite è medico o chirurgico in base al tipo anatomico. Sarà comunque il medico, in base ai risultati della diagnosi, a indicare il tipo di percorso terapeutico da seguire in base alla singola situazione e alle specificità del paziente.