Dopo un anno dallo scoppio della pandemia di Covid-19 abbiamo capito che la malattia si manifesta generalmente in modo più lieve nei bambini. Tuttavia, a partire dalla scorsa primavera in Europa sono stati registrati alcuni casi di una nuova sindrome infiammatoria che colpisce i bambini in seguito all'infezione da Sars-Cov-2. Questa complicanza legata al Covid-19, denominata Sindrome infiammatoria multisistemica pediatrica (MIS-C), sta facendo preoccupare i pediatri e i genitori, soprattutto perché i casi registrati sembra stiano aumentando.
Inizialmente si pensava si trattasse della malattia di Kawasaki per via di alcuni sintomi molto simili come febbre, congiuntivite ed eruzioni cutanee, ma alcuni mesi fa uno studio dell'ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e del Karolinska Institutet di Stoccolma ha chiarito che si tratta di una nuova sindrome, ribattezzata proprio MIS-C (Multisystem Inflammatory Syndrome in Children).
Questa complicanza, seppure rara, può essere davvero pericolosa per i bambini, tanto che il ricovero in ospedale è assolutamente necessario. Grazie all'aiuto del Professor Gabriele Simonini, pediatra e reumatologo dell'Ospedale Meyer di Firenze, cerchiamo di comprendere cos'è la MIS-C, come si manifesta e quali sono i possibili rischi per i bambini.
MIS-C, la strana sindrome post-Covid
I CDC americani (Centers for Disease Control and Prevention) sono stati tra i primi a dare una definizione alla MIS-C, la sindrome infiammatoria multisistemica pediatrica. Si tratta di una condizione "in cui diverse parti del corpo possono infiammarsi, inclusi cuore, polmoni, reni, cervello, pelle, occhi o organi gastrointestinali. I bambini con MIS-C possono avere febbre e vari sintomi, tra cui dolore addominale (intestino), vomito, diarrea, dolore al collo, eruzione cutanea, occhi iniettati di sangue o sensazione di stanchezza". Come precisa poi il Prof. Simonini, "la principale complicazione della MIS-C è l'interessamento del cuore, ma ogni organo e apparato può essere coinvolto" e per questo motivo la rapidità d'intervento è fondamentale.
Per il momento sappiamo che molti dei bambini con MIS-C avevano precedentemente contratto l'infezione da Sars-Cov-2 o erano entrati in contatto con persone positive, tuttavia medici e ricercatori stanno ancora cercando di capire quale sia il legame tra sindrome infiammatoria multisistemica e Covid-19.
MIS-C o PIMS-TS, nomi diversi per indicare la stessa sindrome
Al momento non c'è un accordo univoco sul nome, quindi potrete sentire parlare di questa sindrome con acronimi differenti. Ad esempio l'ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) si riferisce alla medesima sindrome con l'acronimo PIMS-TS (Sindrome infiammatoria multisistemica pediatrica, temporalmente associata a infezione da SARS-CoV-2) anziché con la sigla MIS-C, ma non c'è alcuna differenza.
Coronavirus e MIS-C: qual è il legame
Pochi mesi fa la Società Italiana di Pediatria (SIP) aveva confermato la correlazione tra Sars-Cov-2 e sindrome infiammatoria multisistemica in seguito a uno studio effettuato proprio dal Gruppo di Studio di Reumatologia della SIP, sostenendo che la MIS-C fosse probabilmente "una caratteristica molto particolare di manifestazione del Covid-19 in età pediatrica". Dallo studio era infatti emerso che su 53 bambini affetti da MIS-C il 75% di essi era positivo al Covid.
Secondo i CDC americani, invece, sebbene molti bambini con MIS-C siano risultati affetti da Covid-19, al momento non si può ancora affermare con certezza quale sia la causa della malattia.
Ciò che sappiamo, finora, è che nel nostro paese il numero (per fortuna molto piccolo) di bambini che manifestano questa reazione immunologica sta aumentando man mano che aumenta anche la diffusione del Covid-19.
"In questa seconda ondata epidemica i casi di sindrome multi-infiammatoria sistemica (MIS-C) nei bambini sono raddoppiati. Se da febbraio a maggio ne avevamo registrati 53, da settembre ad oggi ne contiamo già 100", ha affermato in un'intervista il dott. Andrea Taddio, consigliere del Gruppo di Studio di Reumatologia della SIP e autore dello studio pubblicato sulla rivista Italian Journal of Pediatrics volto a indagare il legame tra MIS-C e Covid-19. Taddio, sempre nell'intervista, rassicura le famiglie sostenendo che nonostante i casi siano in aumento, non c'è motivo di allarmarsi.
Vale la pena, in ogni caso, che mamme e papà siano consapevoli di come si manifesta la sindrome infiammatoria multisistemica, soprattutto perché la rapidità d'intervento è fondamentale in questi casi.
Come si manifesta la MIS-C
Grazie a un documento pubblicato recentemente dalla Società Italiana di pediatria sappiamo che la sindrome infiammatoria multisistemica si manifesta in genere a distanza di 3-6 settimane dall'infezione da Sars-Cov-2 e si riconosce da alcuni sintomi che il bambino presenta.
Il Prof. Simonini spiega che "i segnali tipici della sindrome infiammatoria multisistemica sono:
- febbre persistente;
- stanchezza;
- minore reattività;
- sintomi gastrointestinali (nausea, vomito, diarrea, dolore addominale);
- congiuntivite;
- eruzioni cutanee;
- difficoltà a respirare.
Questi sintomi, in un bambino che ha una avuto il Covid o è stato a contatto con qualcuno di positivo, devono mettere in allerta il genitore che dovrà portare direttamente il bambino in ospedale". Solo i medici, attraverso una serie di analisi ed esami, potranno stabilire se si tratta effettivamente di MIS-C o se si tratta invece della malattia di Kawasaki, un'altra sindrome rara che si manifesta con sintomi molto simili a quelli elencati qui sopra.
MIS-C o Sindrome di Kawasaki: le differenze
I sintomi con cui si presenta la sindrome infiammatoria multisistemica possono essere molto simili alla malattia di Kawasaki, ma non solo. Come riferisce la Società Italiana di Pediatria "la MIS-C condivide caratteristiche comuni ad altre sindromi infiammatorie presenti in età pediatrica e deve essere posta in diagnosi differenziale con la malattia di Kawasaki, le sindromi da shock tossico da stafilococco e streptococco, la sepsi batterica, la sindrome da attivazione macrofagica e la miocardite ".
"La MIS-C - sostiene Simonini - differisce dalla malattia di Kawasaki perché:
- colpisce i bambini più grandi, sopra 6 anni di età;
- spesso è preceduta da sintomi gastrointestinali ;
- vi è un interessamento cardiaco con un quadro tipo miocardite;
- vi è un coinvolgimento multiorgano (cardiaco, dermatologico, neurologico, renale, ecc.);
- spesso è accompagnata da shock".
Queste sono le principali differenze tra MIS-C e Sindrome di Kawasaki rivista anche da un recente studio pubblicato sulla scientifica Circulation in cui gli autori hanno confrontato le due patologie.
Anche in un altro studio , pubblicato a settembre dai ricercatori dell'Ospediale pediatrico Bambino Gesù di Roma e del Karolinska Institutet di Stoccolma sulla rivista Cell , si insisteva sul fatto che si trattasse proprio di due sindromi differenti, nonostante alcune somiglianze.
Inoltre, i bambini colpiti da MIS-C hanno una maggiore probabilità di aver bisogno della terapia intensiva pediatrica , del sostegno della Società Italiana o di avere un'insufficienza cardiaca, come sostenuto dalla terapia pediatrica.
Se il bambino presenta uno o più sintomi fra quelli elencati qui sopra e ha precedentemente il Covid-19 o è stato a contatto con un soggetto positivo, allora è opportuno recarsi al Pronto Soccorso per sottovalutare la situazione e capire se si tratti o meno di MIS-C.
In caso di dubbio, meglio andare al Pronto Soccorso
Come abbiamo visto si tratta di una patologia tutt'altro che banale, per questo motivo se pensate che il vostro bambino possa avere la Sindrome infiammatoria multisistemica è necessario confrontarsi con il proprio pediatra e nel caso recarsi subito al Pronto Soccorso. "Meglio aver fatto un giro a vuoto in ospedale che rimandare l'eventuale diagnosi di MIS-C – sostiene Simonini – anche perché, in presenza di segni suggestivi, si tratta comunque di un dubbio che nessun medico potrebbe gestire al telefono".
La diagnosi di sindrome infiammatoria multisistemica pediatrica
Per effettuare la diagnosi di MIS-C è strettamente necessaria la collaborazione tra più specialisti, utilizzando quindi un approccio multidisciplinare.
"Perché venga posta la diagnosi è necessario:
- dimostrare l'infezione da Sars-Cov-2 tramite tampone nasofaringeo, test antigenico rapido o test sierologico, oppure dimostrare il contatto con un soggetto positivo al Covid-19 nelle 4 settimane precedenti l'insorgenza dei sintomi;
- visita cardiologica con ecocardiogramma;
- esami ematologici".
Dopo aver effettuato tutti gli esami del caso i medici predisporranno il ricovero in Pediatria o in terapia intensiva. Il ricorso alla terapia intensiva è fondamentale qualora il bambino fosse in stato di shock o vi sia una compromissione cardiaca o di altri organi, come indicato dalla Società Italiana di Pediatria e dalle Linee guida della Società svizzera di medicina intensiva.
"Purtroppo, il ricorso alla terapia intensiva non è un rischio nel caso di bambini con MIS-C, ma un'evidenza – spiega Simonini – più della metà dei piccoli pazienti che soffrono di questa sindrome almeno nelle prime 48 ore vengono gestiti nei reparti di terapia intensiva". Nella maggior parte dei casi, grazie al giusto trattamento, la sindrome infiammatoria multisistemica pediatrica si risolve completamente.
Come per la diagnosi, anche per trattare e curare la sindrome infiammatoria multisistemica pediatrica è necessario un approccio multidisciplinare che coinvolga più esperti.
Il trattamento della MIS-C
Per la cura della MIS-C la Società Italiana di Pediatria raccomanda l'utilizzo di:
- terapie immunomodulanti di nuova generazione (se la gravità della situazione lo consente);
- immunoglobuline per via endovenosa;
- terapie cortisoniche ad alte dosi.
Fortunatamente l'incidenza della MIS-C è bassa dato che si tratta pur sempre di una sindrome rara e al momento nel nostro paese non sono stati registrati decessi in seguito alla MIS-C, ma non bisogna sottostimare l'importanza del follow-up.
La MIS-C e i possibili danni permanenti
Come riportato nel documento della Società Italiana di Pediatria, in Italina finora non si sono registrati decessi, "ma una piccola percentuale di pazienti aveva esiti cardiologici a distanza". La sindrome infiammatoria multisistemica potrebbe infatti provocare anche dei danni permanenti nei bambini, soprattutto a livello del miocardio.
Come ricorda anche il Prof. Simonini, però, al momento non esistono sufficienti evidenze scientifiche in tale senso in quanto mancano dati a lungo termine, non è ancora pertanto certo di sapere se soggetti che hanno sofferto di MIS-C possono o meno presentare esiti permanenti di organo a distanza". Proprio per questo motivo è necessario pianificare un follow-up con controlli successivi al fine di valutare la presenza o meno di eventuali esiti a distanza, inizialmente non noti o evidenti.
Fonti utilizzate:
- Consulenza del Professor Gabriele Simonini, pediatra e reumatologo dell'Ospedale Meyer di Firenze
- MIS-C and Covid, Centers for Disease Control and Prevention
- Approccio multidisciplinare alla sindrome infiammatoria multisistemica Covid-19 relata, Società Italiana di Pediatria
- Syndrome inflammatoire multisystémique de l'enfant, Linee guida della Società svizzera di medicina intensiva
- Acute Heart Failure in Multisystem Inflammatory Syndrome in Children in the Context of Global SARS-CoV-2 Pandemic, Circulation, 2020
- Pediatric inflammatory multisystem syndrome temporally associated with COVID-19: a spectrum of diseases with many names, Canadian Medical Association Journal, 2020
- The Immunology of Multisystem Inflammatory Syndrome in Children with COVID-19, Cell, 2020
- Childhood multisystem inflammatory syndrome associated with COVID-19 (MIS-C): a diagnostic and treatment guidance from the Rheumatology Study Group of the Italian Society of Pediatrics, Italian Journal of pediatrics, 2021