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Sugar tax e obesità infantile in Italia: facciamo il punto

di Viola Stellati - 16.05.2024 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
La sugar tax è una tassa applicata a tutte le bibite analcoliche che contengono zuccheri aggiunti, ma per il momento è stata rimandata

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Cos'è la sugar tax

In questi ultimi giorni si è sentito molto parlare di sugar tax, una tassa che, teoricamente, sarebbe dovuta entrare in vigore il primo luglio 2024, ma che in realtà ha scatenato un dibattito nel governo al punto che la sua attivazione è slittata al 2025. Ma di cosa si tratta esattamente? E perché è stata proposta? Tra le varie motivazioni c'è anche l'obesità infantile.

Sugar tax: spiegazione

La sugar tax è una tassa che dovrebbe essere applicata a tutte le bibite analcoliche che contengono zuccheri aggiunti, quindi tutte le classiche bibite gassate, ma anche succhi di frutta o bevande con edulcoranti. Si tratta di un'imposta simile ad altre già esistenti in Europa, come quella inglese tarata sulla concentrazione di zucchero sulle bevande, che è stata introdotta per contrastare l'obesità e altre problematiche legate al consumo eccessivo di zuccheri.

L'obiettivo principale, quindi, è quello di scoraggiare il consumo di bevande ad alto contenuto di zuccheri, spingendo i consumatori verso scelte più salutari e riducendo così il rischio di obesità e diabete.

L'implementazione di questa tassa, tuttavia, ha generato polemiche e tensioni all'interno della maggioranza, al punto da suscitare dibattiti sulla reale efficacia della misura e sul suo impatto sull'economia e sull'occupazione: se da un lato serve per andare verso la riduzione del consumo di bevande zuccherate e un miglioramento della salute pubblica, dall'altro i produttori e alcune associazioni prevedono un calo delle vendite, tagli agli investimenti e rischi occupazionali importanti.

Ciò non toglie che questa misura sia ritenuta utile per prevenire l'obesità (anche infantile) e le patologie correlate come il diabete.

Obesità infantile in Italia

Uno degli obiettivi della sugar tax è anche combattere l'obesità infantile nel nostro Paese. Un problema da non sottovalutare in quanto, come riporta l'Istituto Superiore di Sanità, nonostante la famosa Dieta Mediterranea l'Italia è tra i Paesi con il più alto tasso di persone in sovrappeso in Europa; il 9,4% della popolazione è obesa, il 40% circa in sovrappeso, ma il dato più allarmante riguarda i bambini poiché il 20% è obeso per via di abitudini alimentari scorrette.

Ciò vuol dire che anche per quanto concerne la popolazione infantile, l'Italia è tra i Paesi europei con la maggior prevalenza di sovrappeso e obesità.

Ciò evidenzia che sono necessarie  politiche di contrasto alla diffusione di malattie croniche non trasmissibili (MCNT) associate a obesità e sovrappeso e in generale agli stili di vita non salutari responsabili della loro insorgenza. Dobbiamo quindi essere i primi noi ad adottare comportamenti e abitudini salutari, ma allo stesso tempo è necessaria anche una responsabilità collettiva nel creare contesti di vita che favoriscano scelte salutari, in un impegno multisettoriale e multidisciplinare.

L'obesità infantile nel dettaglio

Stando ai dati relativi al 2023 elaborati da OKkio alla Salute, il sistema di sorveglianza nazionale coordinato dal Centro Nazionale per la Prevenzione delle Malattie e Promozione della Salute (CNaPPS) dell'Istituto Superiore di Sanità, nel nostro paese il 19% dei bambini e delle bambine di 8-9 anni è in sovrappeso e il 9,8 % è affetto da obesità, inclusi bambine e bambini con obesità grave, che rappresentano il 2,6%.

Le altre evidenze che emergono sono che quasi 2 bambini e bambine su 5 non fanno una colazione adeguata al mattino, più della metà consuma una merenda abbondante a metà mattina, 1 su 4 beve quotidianamente bevande zuccherate/gassate e consuma frutta e verdura meno di una volta al giorno. Il 37% delle bambine e dei bambini mangia i legumi meno di una volta a settimana e più della metà di loro si ciba di snack dolci più di 3 giorni a settimana.

Ma non è finita qui perché, per quanto riguarda l'attività fisica, un bambino su 5 non ha fatto sport il giorno precedente l'intervista, più del 70% non si reca a scuola a piedi o in bicicletta e quasi la metà trascorre più di 2 ore al giorno davanti alla tv, al tablet o al cellulare.

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