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Tonsille e bambini, chiariamo i principali dubbi

di Angela Bisceglia - 21.12.2020 - Scrivici

tonsille
Fonte: Shutterstock
Che significa quando le tonsille si arrossano? E quando sono gonfie? Facciamo chiarezza con l'aiuto del dott. Massimo Ralli, specialista in otorinolaringoiatria

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Le tonsille fungono da 'sentinelle' della gola difendendo l'organismo dalle infezioni, limitandone o impedendone la penetrazione nel nostro corpo. Nei bambini tra i 4 e gli 8 anni non è raro che le tonsille risultino gonfie, ma cosa significa davvero questo ingrossamento? Lo abbiamo chiesto al dott. Massimo Ralli, specialista in otorinolaringoiatria.

La funzione delle tonsille

"Le tonsille, che fanno parte dell'anello del Waldeyer, sono costituite da tessuto linfatico e hanno un ruolo centrale nella difesa delle prime vie aeree nei bambini. Le tonsille, infatti, proteggono i nostri bambini da possibili microrganismi presenti nell'aria e nel cibo, e rappresentano pertanto una delle componenti più importanti del sistema difensivo immunitario delle prime vie aeree".

Fino al quarto anno di vita le tonsille del bambino aumentano il proprio volume per difenderlo dalle infezioni, per questo la loro crescita è del tutto fisiologica. Tra i 4 e gli 8 anni invece il volume delle tonsille si stabilizza. "Con la crescita - spiega il dott. Ralli - le tonsille vanno incontro a una progressiva riduzione del proprio volume e funzione".

In tanti non lo sanno, ma esistono ben tre tipi di tonsille:

  • tonsille palatine: quelle che noi comunemente chiamiamo tonsille
  • tonsilla faringea
  • tonsilla linguale

Quando un'infezione batterica o virale colpisce le tonsille palatine, il bambino può andare incontro a una tonsillite.

I sintomi della tonsillite

"La tonsillite è un'infezione, batterica o virale, delle tonsille palatine. Le tonsilliti virali, di gran lunga le più frequenti, sono causate da Adenovirus e Rhinovirus. Le tonsilliti batteriche sono invece spesso sostenute dalla famiglia degli streptococchi". Capita spesso poi che l'infiammazione si estenda anche alle adenoidi

"La tonsillite - dice il dott. Ralli - è molto comune nei bambini e si manifesta con dolore nel cavo orale e durante la deglutizione, ipertrofia delle tonsille, congestione, ingrossamento dei linfonodi del collo e spesso febbre anche molto alta".

L'infiammazione delle tonsille determina inoltre un incremento del volume e un caratteristico arrossamento della mucosa dovuto al maggior afflusso di sangue; talvolta il dolore si estende verso l'orecchio, dando luogo a quella che viene definita una otalgia riflessa. In alcuni casi, le tonsille possono anche ricoprirsi di placche. 

Altri sintomi molto comuni sono:

  • alterazione dello stato generale
  • stanchezza
  • malessere
  • nausea
  • vomito
  • dolore addominale. 

Il trattamento della tonsillite

"Il trattamento della tonsillite dipende dalla causa. Le tonsilliti virali, che come abbiamo vito sono le più frequenti, possono essere trattate con farmaci sintomatici, ovvero mirati al trattamento dei sintomi nell'attesa che la tonsillite si risolva spontaneamente nel giro di 7-10 giorni con il picco nei primi 3 giorni. In questi casi si possono utilizzare farmaci per via locale come spray, così come antinfiammatori non steroidei da assumere per bocca, in modo tale da alleviare il dolore al bambino. Anche il paracetamolo viene spesso usato in queste condizioni". 

Se i sintomi persistono oltre le 72 ore, siamo probabilmente di fronte a una tonsillite di tipo batterico. "Nel caso di tonsilliti batteriche, è importante associare ai farmaci sintomatici anche l'uso degli antibiotici ad ampio spettro".

Se le tonsille si ingrossano

A volte le tonsille si presentano ingrossate anche quando non c'è un'infezione in atto. Perché? "L'ipertrofia tonsillare può "cronicizzare", ovvero le tonsille possono rimanere grandi anche in assenza di infezione acuta. Questo avviene nei bambini e negli adulti che soffrono di ripetuti episodi di tonsilliti, spesso durante le fasi dello sviluppo del sistema immunitario (ad esempio durante i primi mesi di asilo)".

L'aumento della dimensione delle tonsille può infatti essere un esito lasciato da processi infiammatori che ne alterano la struttura di base, provocando al bambino disturbi respiratori e difficoltà di deglutizione anche dopo che l'infiammazione è cessata. È il caso della mononucleosi infettiva che lascia una ipertrofia tonsillare che non necessariamente regredisce con la fine del processo infiammatorio.

"Ci sono poi alcune condizioni, aggiunge il dott. Ralli - in cui le tonsille assumono un aspetto "criptico", ovvero si formano al loro interno piccoli cunicoli che si riempiono progressivamente di cibo e questo induce una condizione di ipertrofia tonsillare costante, con alitosi.

Quando è necessario l'intervento

Mentre qualche anno fa le tonsille e le adenoidi venivano asportate chirurgicamente con molta facilità, negli ultimi decenni il comportamento del chirurgo si è molto modificato, portando all'asportazione delle tonsille solo in alcuni casi ben definiti. "Uno degli elementi centrali che determina l'indicazione chirurgica è il numero di episodi di tonsillite, ovvero quando si verificano almeno 3 episodi di tonsillite per 3 anni di seguito, almeno 4 episodi all'anno per 2 anni o più di 7 episodi in un anno" spiega il dott. Ralli, proprio come indicato nelle linee guida dell'Istituto Superiore di Sanità.

"Altre cause sono problemi di respirazione, con ostruzione delle vie respiratorie soprattutto durante il sonno, causando così ripetute apnee (condizione denominata Sindrome delle apnee ostruttive del sonno)". 



Tonsille e apnee notturne

È opportuno rivolgersi allo specialista quando l'ipertrofia adenotonsillare si accompagna ad un disturbo respiratorio, con l'insorgenza di russamento e di pause respiratorie di tipo apnoico (sindrome delle apnee ostruttive del sonno – OSAS), soprattutto se si verificano nella prima infanzia, poiché è possibile che la sofferenza respiratoria possa nel tempo produrre un affaticamento cardio-respiratorio significativo. 

L'OSAS, infatti, si caratterizza per la presenza di una completa o parziale ostruzione della via aerea, che determina un diminuita ossigenazione: in tal caso la respirazione diventa talmente laboriosa che il sonno deve necessariamente essere interrotto da microrisvegli che facciano riprendere il tono alla muscolatura e migliorino l'apertura della via aerea. In età pediatrica l'OSAS può determinare scarso accrescimento, problemi cardio-vascolari, di apprendimento e comportamentali.

Tonsille, meno problemi con il passare degli anni

Con la crescita del bambino le infiammazioni delle tonsille tendono progressivamente a ridursi, e questo proprio perché, grazie alla frequenza degli episodi infiammatori, il bambino acquisisce nel tempo la competenza immunologica che gli consentirà di ammalarsi sempre meno.

Per quanto riguarda il volume, non c'è una vera e propria riduzione volumetrica tonsillare, ma una sorta di modificazione del rapporto tra le tonsille e lo spazio faringeo, che progressivamente si accresce insieme con il bambino.



Meno tonsilliti grazie ai probiotici

Se il vostro bambino è spesso soggetto a infezioni faringo-tonsillari, allora potrebbe essere utile fargli assumere degli integratori a base di probiotici. Ebbene sì, i probiotici tanto utilizzati per il benessere dell'intestino, sono in realtà utili anche per prevenire le infezioni delle prime vie respiratorie. Lo dimostra anche uno studio scientifico realizzato da un team di ricerca dell'Università di Tor Vergata e dell'Università di Bari, condotto giusto qualche anno fa. Secondo i ricercatori, l'assunzione di probiotici nella popolazione pediatrica aiuterebbe a ridurre l'incidenza delle infezioni orali e respiratorie. Questo perché i probiotici contribuiscono a mantenere in equilibrio il microbiota orale che, proprio come le tonsille, ha un ruolo difensivo nei confronti di potenziali virus e batteri che possono infiltrarsi nel nostro organismo.

Non tutti i probiotici sono però uguali. Un ceppo in particolare, lo Streptococcus salivarius, si è dimostrato più efficace di altri nel prevenire le infezioni delle tonsille e della faringe. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica International Journal of General Medicine, l'assunzione regolare, per almeno 90 giorni, di un integratore di Streptococcus salivarius K12 ridurrebbe il ricorso agli antibiotici con un complessivo miglioramento della qualità di vita dei bimbi.

Revisionato da Francesca De Ruvo

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