Tubercolosi nei bambini
Torna a far paura la tubercolosi, dopo la segnalazione di un caso all'asilo comunale di Martinengo, in provincia di Bergamo. Al momento è ancora da chiarire se l'infezione sia stata individuata in un bambino o in uno degli adulti che lavorano nella struttura, in cui sono accuditi 52 bimbi. Come da protocollo, verranno eseguiti i test cutanei (Mantoux) sui piccoli ospiti e sul personale, per capire se ci sia un eventuale focolaio di infezione. L'azienda sanitaria ha specificato che la sorveglianza sanitaria dei contatti durerà 12 settimane, mentre pediatri e medici di famiglia del territorio saranno informati al fine di individuare e interpretare tempestivamente eventuali sintomi riconducibili alla malattia. Ecco quali sono i rischi e i sintomi della tubercolosi nei bambini, e cosa sapere su diagnosi, prevenzione e cura.
Tubercolosi: cos'è
La tubercolosi è una malattia infettiva e contagiosa causata dal batterio Mycobacterium tuberculosis, chiamato comunemente Bacillo di Koch - dal nome del medico tedesco che lo scoprì - considerato il primo killer batterico nel mondo. Può colpire soggetti di tutte le età, inclusi neonati e bambini. Nella maggior parte dei casi, interessa i polmoni ma possono essere coinvolte anche altre parti del corpo. È stato stimato che circa 1/4 della popolazione mondiale è esposto al micobatterio della tubercolosi, ma, in determinate condizioni, soltanto il 10 % sviluppa la malattia, mentre il restante 90% non avrà mai i segni dell'infezione (tubercolosi latente) né potrà trasmetterla ad altri.
Tubercolosi nei bambini: i rischi
Stando a quanto riporta la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), il rischio che l'infezione tubercolare evolva in malattia appare molto più elevato nei bambini, in particolare in età prescolare ed ancor più nei primi due anni di vita, "quando la malattia assume aspetti di particolare gravità". Per questo motivo, benché in Italia si riscontri una bassa incidenza nella popolazione generale, la tubercolosi in età pediatrica desta ancora molte preoccupazioni.
Tubercolosi nei bambini: come si trasmette
La tubercolosi si trasmette per via aerea. In età pediatrica il contagio avviene attraverso l'esposizione del bambino a un adulto che ha caverne tubercolari, ossia lesioni del polmone che comunicano con l'esterno attraverso i bronchi. Tosse, starnuti o il semplice parlare fa sì che i batteri della lesione vengano disseminati nell'aria. Stando a quanto si apprende sul sito dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, i bimbi si possono facilmente infettare, "mentre difficilmente risultano contagiosi, avendo forme polmonari dette "chiuse", secrezioni meno abbondanti e tosse scarsa. Un bambino con tubercolosi è tuttavia un evento "sentinella" che ci deve indurre a ricercare la fonte di contagio tra gli adulti che lo circondano".
Tubercolosi nei bambini: infezione e malattia
Quando il bambino si viene a contatto con il batterio della tubercolosi si possono verificare due condizioni:
- l'infezione tubercolare
- la malattia tubercolare
Infezione tubercolare (o infezione primaria)
L'infezione si verifica quando l'organismo viene a contatto per la prima volta con il bacillo tubercolare. Può anche rimanere silente e non dare alcun sintomi né malattia. Succede, però, che va a innescare la reazione immunitaria che viene svelata dalla positività del test cutaneo alla tubercolina. Se non trattata, l'infezione primaria può evolvere verso una vera e propria malattia tubercolare. Inoltre, il rischio che ciò avvenga è tanto più elevato quanto più è piccolo il bambino. "In particolare i bambini di età inferiore a un anno, con infezione tubercolare non curata, si ammalano nel 40% dei casi", riportano i medici dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.
Malattia tubercolare
La malattia tubercolare colpisce principalmente i polmoni, ma può interessare anche altri organi e tessuti, come le meningi, i linfonodi o il tessuto osseo. Le persone ad alto rischio di sviluppare la malattia tubercolare attiva includono:
- neonati e bambini sotto i 5 anni di età
- persone Hiv positive
- persone affette da altre condizioni che indeboliscono il sistema immunitario (per esempio diabete o malnutrizione)
- persone con infezione recente
- persone anziane
- persone che fanno uso di tabacco o droghe
I sintomi della tubercolosi nei bambini
I sintomi della tubercolosi polmonare possono essere lievi per mesi, il che può portare a un ritardo nella diagnosi e alla trasmissione dell'infezione.
A renderla più subdola è il fatto che si tratti anche di sintomi poco specifici, tra cui:
- tosse
- febbre
- inappetenza
- calo di peso
- sudorazione
- dolore toracico
In caso di meningite tubercolare, si possono invece manifestare:
- crisi convulsive subentranti
- vomito
- sonnolenza o irritabilità
- paralisi dei nervi cranici
- rigidità del collo
Tubercolosi nei bambini: le linee guida
Nel 2014 è stato costituito un gruppo di lavoro multidisciplinare per elaborare le Linee Guida Italiane per la Prevenzione, Diagnosi e Terapia della Tubercolosi in età pediatrica, iniziativa promossa dalla SITIP e dalla Società Italiana di Pediatria."In Italia la tubercolosi in età pediatrica rappresenta, nella maggior parte dei casi, una malattia prevenibile e curabile, ma è fondamentale impostare misure terapeutiche mirate al bambino e all'adolescente", spiega la Prof.ssa Susanna Esposito, Direttore dell'Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura, Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano e Presidente della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP). Nelle linee guida viene sottolineato come per la diagnosi di TB in età pediatrica e adolescenziale risulti fondamentale un'accurata anamnesi e un esame clinico per valutare segni e sintomi della malattia.
Tubercolosi nei bambini: diagnosi
Generalmente, la diagnosi di tubercolosi nei bambini si basa sulla valutazione di un insieme di diversi elementi, tra cui:
- il contatto con un soggetto affetto da tubercolosi, solitamente adulto
- la presenza di una febbricola persistente o di una polmonite che non risponde alle terapie antibiotiche
- test cutaneo alla tubercolina positivo
- test IGRA (test di linfostimolazione agli antigeni tubercolari)
- radiografia del torace
Tubercolosi nei bambini: cosa significa essere positivi al test
Come detto, i bambini che sono stati a contatto con un adulto affetto da tubercolosi devono essere sottoposti al test cutaneo (intradermoreazione alla Mantoux). La positività al test indica che il bimbo è entrato in contatto con il bacillo della tubercolosi. Attenzione: ciò non vuol dire necessariamente che si sia innescata la malattia, in quanto si risulta positivi anche in corso di infezione tubercolare e in corso di infezione da microbatteri non tubercolari, oltre che nei soggetti vaccinati con BCG.
Qualora il test cutaneo alla tubercolina risulti positivo in un bambino vaccinato con vaccino BCG alla nascita, può essere utile effettuare un test di linfostimolazione agli antigeni tubercolari (IGRA test) per confermare la diagnosi di infezione tubercolare.
Tubercolosi nei bambini: prevenzione e cura
Attualmente, l'unico vaccino disponibile contro la tubercolosi è il BCG (bacillo di Calmette Guérin), efficace nella prevenzione di forme gravi infantili della malattia, come meningite e altre forme di tubercolosi disseminata nei neonati e nei bambini. In Italia, il vaccino è utilizzato solo in alcune categorie a rischio. Sono, inoltre, in corso sperimentazioni per la ricerca di vaccini più efficaci.
Nei bambini, l'infezione tubercolare viene generalmente trattata con un solo farmaco, l'isoniazide, per 6 mesi, allo scopo di prevenire la comparsa della malattia.
La malattia, invece, viene curata con la combinazione di più farmaci. Quelli comunemente impiegati in campo pediatrico sono quattro:
- Isoniazide
- Rifampicina
- Pirazinamide
- Etambutolo
Un trattamento regolare e completo è importante per evitare l'insorgenza di ceppi resistenti a farmaci. È, pertanto, fondamentale seguire alla lettera le istruzioni del medico sull'assunzione dei farmaci e sulla tempistica.
Tubercolosi nei bambini: i dati
In Italia, nell'inverno 2008-2009, 62 bambini sono stati coinvolti in un focolaio (43 bambini con diagnosi di Tbc latente e 19 con Tbc attiva) sviluppatosi all'interno di una struttura educativa che ospita due scuole materne e una scuola elementare. L'Italia è tra i Paesi a bassa endemia, tuttavia continua a rappresentare una realtà sanitaria che richiede formazione degli operatori, strategie di prevenzione e attività di controllo. L'incidenza è maggiore nelle Regioni del Centro-Nord rispetto a quelle del Sud, fenomeno dovuto in parte alla sottonotifica dei casi in alcune Regioni e in parte alle caratteristiche della popolazione residente.
I dati più recenti relativi all'Italia sono pubblicati nel documento "Tuberculosis Annual Epidemiological Report for 2020". Tra il 2019 e il 2020 si rileva un forte calo (del 24%) nel numero di notifiche di casi nuovi e di recidive di tubercolosi, dovuto, in parte, al diminuito rilevamento e alla sottonotifica dei casi a seguito delle misure di sanità pubblica e sociali introdotte nei Paesi in risposta alla pandemia Covid-19.
Nello specifico, nel 2020 sono stati notificati 2287 casi di tubercolosi che corrisponde a un tasso di notifica di 3,8 casi per 100.000 abitanti, in calo rispetto all'anno precedente (3346 casi, incidenza 5,6/100.000). Il 61,4% dei casi totali si è verificato in persone adulte tra 25 e 64 anni di età, il 18,9% tra persone >65 anni e il 15,1% in persone tra 15 e 24 anni di età. L'1,8% dei casi si è verificato in bambini sotto i 5 anni di età e il 2,8% in bambini tra 5 e 14 anni. Il 63,1% dei casi erano maschi e il 36,9% femmine. Il 71,8% (n=1643) dei casi totali ha presentato una TB polmonare. Complessivamente, 1597 casi (69,8%) sono stati classificati come nuove diagnosi in persone mai precedentemente trattate per TB. Sono stati notificati 34 casi di TB multiresistente (MDR-TB).