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Sindrome di Alagille, tutto quello che bisogna sapere

di Irma Levanti - 13.01.2020 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
La sindrome di Alagille è una malattia genetica rara di gravità variabile. Colpisce il fegato e altri organi. La terapia prevede il trattamento specifico dei sintomi presenti.

In questo articolo

La sindrome di Alagille è una malattia genetica rara che può colpire più organi tra i quali fegato (il più coinvolto), cuore, reni, scheletro e occhi. I sintomi e la gravità della malattia possono variare molto da persona a persona, anche all'interno della stessa famiglia. Alcune persone colpite possono avere sintomi molto lievi, per cui la malattia passa praticamente inosservata; altre possono avere una forma molto grave, con complicazioni che possono mettere a rischio la vita.

Si stima che questa sindrome colpica una persona ogni 30-45 mila, senza differenze tra maschi e femmine

Circa il 90% delle persone affette dalla sindrome di Alagille possiede un numero ridotto di dotti biliari a livello del fegato. Si tratta di piccoli tubicini che convogliano la bile – una sostanza prodotta dal fegato con la duplice funzione di favorire la digestione e l'assorbimento di grassi e vitamine e di eliminare dall'organismo l'eccesso di colesterolo, bilirubina e sostanze tossiche – dal fegato stesso all'intestino.

Proprio a causa di questa condizione, i pazienti possono sviluppare colestasi (rallentamento o blocco del flusso di bile) e ittero già nei primi tre o quattro mesi di vita. A sua volta, la colestasi può essere associata a prurito anche intenso, anomalie delle feci (che risultano molto morbide e di colore tenue), accumuli di grasso sotto la pelle (xantomi). E ancora, poiché l'organismo non riesce ad assorbire adeguatamente grassi e vitamine (in particolare quelle liposolubili come A, D, E e K), i bambini colpiti possono mostrare sintomi di malnutrizione, rallentamenti della crescita e dello sviluppo, indebolimento delle ossa fino a rachitismo, disturbi della vista.

In circa il 15% dei pazienti, le condizioni del fegato possono peggiorare fino a cirrosi e insufficienza epatica, ma non c'è modo di sapere quali saranno i bambini che andranno incontro a queste complicazioni.

Oltre ai sintomi legati alla riduzione dei dotti biliari e alle disfunzioni epatiche i pazienti con sindrome di Alagille possono manifestare:

  • soffi cardiaci;
  • anomalie cardiache congenite, tra le quali la più comune è una condizione chiamata tetralogia di Fallot;
  • anomalie delle vertebre (in genere asintomatiche);
  • anomalie della cornea (embriotoxon posteriore) che possono comportare una lieve diminuzione della capacità visiva;
  • un caratteristico aspetto del volto, con occhi molto distanziati, fronte ampia, mento appuntito, malformazioni oculari.

È importante sottolineare che le persone con la sindrome non hanno necessariamente tutti questi sintomi insieme.

Nella maggior parte dei pazienti, la sindrome è causata da alterazioni nella sequenza del DNA (mutazioni) di un gene chiamato JAG1. In meno dell'1% dei pazienti, invece, dipende da mutazioni del gene NOTCH2. In entrambi i casi, queste mutazioni sono dette dominanti: basta cioè che l'anomalia nella sequenza del DNA riguardi una sola delle due copie con cui è presente ciascun gene. A volte, la mutazione viene ereditata come tale da un genitore, ma altre volte compare spontaneamente durante lo sviluppo embrionale.

In un'estrema minoranza di casi non è nota la causa genetica della malattia.

La diagnosi viene fatta raccogliendo informazioni sui sintomi, la storia clinica del paziente e della sua famiglia e attraverso test specifici, come analisi del sangue in grado di rivelare eventuali carenze vitaminiche, biopsia del fegato (che può rivelare scarsità dei dotti biliari), test genetici. Va tuttavia sottolineato che arrivare a una diagnosi può essere a un percorso lungo e complesso.

Non esiste una cura specifica contro la malattia, ma si possono mettere in atto varie terapie per affrontare i vari sintomi con la quale si può manifestare: dalla somministrazione di integratori in caso di malassorbimento e carenze nutritive (nei casi particolarmente gravi può essere necessaria nutrizione artificiale con sondino nasogastrico) a quella di farmaci specifici per migliorare il flusso di bile (acido ursodesossicolico) o il prurito a eventuali interventi chirurgici per il trattamento delle anomalie cardiache, fino a un eventuale trapianto di fegato.

Di sicuro, è molto importante che i pazienti con la sindrome di Alagille siano seguiti da un'équipe multidisciplinare composta da pediatri, gastroenterologi, oftalmologi, cardiologi ecc.

Fonti: le informazioni contenute in questo articolo sono tratte dal sito dell'associazione americana Alagille Syndrome Alliance

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