Difficoltà di addormentamento e frequenti risvegli notturni. Sono questi i problemi principali che i genitori si trovano ad affrontare con un bambino piccolo. «Nei primi anni di vita è difficile per il bambino trovare un adeguato ritmo sonno-veglia – spiega la psicologa dell'infanzia Serena Costa – e questo perché il riposo di un bimbo è fisiologicamente diverso da quello degli adulti». Per questo i disturbi sopra descritti sono da considerare normali a meno che non si ripetano nel tempo mettendo a repentaglio l'equilibrio familiare: «Una mamma e un papà più stanchi diventano più nervosi, alimentando i conflitti di coppia». Ma a rischio c'è anche la salute del bambino, perché la qualità del sonno è molto importante per il suo sviluppo neuro-fisiologico.
Come può aiutare il papà
In questo scenario, il papà riveste sicuramente un ruolo molto importante: se si prende cura del sonno del bambino, aiuterà anche la mamma a riposare, favorendo un clima familiare sereno e la creazione di un attaccamento positivo con il bambino. E se questo accade, il bimbo sarà più tranquillo anche nel sonno.
E poi c'è anche una questione di diversità: «Già nei primissimi mesi di vita il papà può intervenire mettendogli la copertina o anche solo tenendolo in braccio prima di dormire: è un allenamento alla diversità di stimoli che possono calmare il piccolo e favorirlo nella regolarizzazione del sonno». Se si abitua anche alle coccole del papà, non necessiterà più solo della madre per poter dormire.
«Più il papà interviene e sostiene le varie fasi dell'addormentamento, più si prevengono i disturbi del sonno» precisa l'esperta.
Le mamme, da parte loro, devono lasciare liberi i loro compagni di interagire (e anche di sbagliare). «Spesso pensano di essere più portate nell'accudimento dei figli, ma così rischiano di escludere i loro partner, fattore che penalizzerà sia i papà sia i bambini».

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Quando i figli crescono
Un'altra funzione importante dei padri nei confronti del sonno dei figli è quella di “separazione”. Spesso, infatti, è il papà che insiste per far dormire i bambini nella loro cameretta quando è il momento. «Il fatto di non dormire insieme ai propri genitori è importante, perché stimola l'autonomia del bambino. E poi perché preserva l'intimità di coppia» spiega Serena Costa. Questo, ovviamente, non vuol dire che sia sempre vietato: «Può accadere che la coppia scelga di far dormire il proprio bambino nel lettone. L'importante è che sia una scelta temporanea e soprattutto condivisa con il proprio partner».
Se la mamma è contraria
Un problema potrebbe verificarsi nel caso in cui la mamma non fosse pronta ad accettare questa separazione. «In questo caso è importante che il papà attivi un canale di comunicazione con lei. È fondamentale parlarle e trovare insieme una decisione comune».
Aggiornato il 15.03.2018