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Corsi di Aikido per bambini: benefici e valori di quest'arte marziale

di Alice Dutto - 13.03.2019 - Scrivici

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Fonte: Alamy
Come funziona una lezione di Aikido, che cosa si impara e quando è meglio iniziare? Ecco le risposte di Tommaso Chiarolini istruttore, maestro di Aikido per adulti e bambini del centro Asd Ananda di Bergamo

In questo articolo

L'Aikido (letteralmente, “via dell'energia e dell'armonia”) è un'arte marziale giapponese sviluppata negli anni Trenta del Novecento dal Gran Maestro Morihei Ueshiba.

Si ispira ai combattimenti dei Samurai e mutua tecniche dal Jujutsu classico e dal Kenjutsu (la pratica della spada), aggiungendo una serie di movimenti basati sulla rotazione sferica.


Si pratica a mani nude o con degli attrezzi, le tradizionali “armi bianche”: ad esempio, le tipiche spade, la “Bokken” e la “Katana”, riprodotte in legno, il bastone (“jō”) e il pugnale ("tantō").

Quando iniziare a praticare l'Aikido


«È consigliabile iniziare quest'attività in adolescenza, perché richiede impegno, disciplina e costanza. Tuttavia, si può cominciare ad avvicinarsi all'Aikido già verso i 6-7 anni con un approccio più ludico» spiega Tommaso Chiarolini istruttore, maestro di Aikido per adulti e bambini del Centro Asd Ananda di Bergamo.

I benefici dell'Aikido


«L'Aikido è lontano da essere un'arte marziale da combattimento che addestra a picchiare, anzi insegna il rispetto per il compagno con cui si lavora».

Inoltre, attraverso questa disciplina si mette in pratica l'arte del cadere, preservando il proprio corpo, e imparando a rialzarsi. «È un ottimo insegnamento, sia dal punto di vista fisco che mentale, perché aiuta ad affrontare le difficoltà che si possono incontrare nella vita».

Un ottimo modo anche per incanalare l'aggressività: «Come tutte le arti marziali, anche l'Aikido insegna a controllare le proprie emozioni, soprattutto la rabbia, che non si può reprimere ma che bisogna imparare a gestire».

Come si svolge una lezione di Aikido per i bambini

L'Aikido si esegue in un Dojo, cioè un luogo di pratica, sopra un tatami, ossia su una superficie morbida che serve per attutire i colpi. Gli allenamenti possono durare da un'ora a un'ora e mezza e si ripetono una o due volte alla settimana.

«Si inizia con un riscaldamento in cui ci si esercita nelle cadute frontali, laterali e all'indietro. Poi è il momento di alcuni esercizi propedeutici che cambiano a seconda dell'età.

La pratica si svolge sempre a coppie: da una parte c'è l'“uke”, cioè colui che riceve, e dall'altra il “tori”, che esegue una specifica tecnica».


Entrambi svolgono un ruolo fondamentale: «Sbaglia chi pensa che l'“uke” sia una figura passiva. Nel ricevere un colpo c'è tutta una filosofia: bisogna cadere correttamente, senza farsi male e favorire al tempo stesso il movimento del compagno».

Importante è sottolineare che l'Aikido non è una disciplina competitiva: non si fanno gare. «Ci sono però dei passaggi di grado, che simbolicamente sono visibili dal colore delle cinture indossate dagli atleti sul kimono, che vanno dalla bianca alla nera».

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