Senso di responsabilità, attenzione, tenacia e costanza, ma anche tanto divertimento e passione. Sono tutti elementi che vengono potenziati grazie all'educazione musicale.
Un percorso che non va mai forzato: «È giusto avvicinare i bambini alla musica fin da quando sono piccoli, ma senza imposizioni. All'inizio si deve trattare solo di un gioco; dopo, se i piccoli esprimono la volontà di suonare, li si può introdurre allo studio vero e proprio di uno strumento, ma sempre rispettando i loro tempi» spiega Yesenia Vicentini, insegnante di violino presso la scuola dell'Associazione Valentina Abrami a Sori in provincia di Genova.
LE DIFFICOLTÀ DI SUONARE IL VIOLINO
Rispetto al pianoforte, che è uno strumento più immediato (a un semplice gesto corrisponde un suono), il violino è uno strumento più complesso: «Per i primi due anni non si hanno grandi soddisfazioni, perché è il tempo necessario per capire come farlo suonare. Se vedete che i piccoli si annoiano e non hanno pazienza, è meglio fargli cambiare strumento. Altri, invece, si appassionano e nonostante questo ostacolo iniziale, vogliono continuare a capire come si ottiene il suono, senza perdere interesse. Valutate in base alla reazione di vostro figlio se farlo continuare a suonare o desistere».
Dal punto di vista fisico, invece, non ci sono particolari caratteristiche da tenere in considerazione: «Ciò che è veramente importante nello studio di questo strumento è la passione, la costanza e l'impegno nell'ottenere il giusto suono».
PERCHÉ SUONARE IL VIOLINO
PERCHÉ SUONARE IL VIOLINO
Nell'ambito degli strumenti ad arco, il violino è senza dubbio il più difficile: «Ma è anche quello più affascinante, perché è sempre al centro dell'attenzione. Emerge quando è presente in un'orchestra e viene sempre notato. E poi produce suoni meravigliosi, che incantano il pubblico».
Un altro vantaggio di questo strumento è il fatto di essere di dimensioni ridotte, quindi si può suonare ovunque: caratteristica importante per chi si annoia a stare sempre nello stesso posto.
I BENEFICI DI SUONARE IL VIOLINO
Attenzione, disciplina e determinazione, ma anche tenacia e costanza: «Sono tutte caratteristiche che vengono stimolate nei bambini che suonano il violino».
Più in generale, suonare uno strumento potenzia l'attività del cervello. Come ha scoperto un gruppo di ricercatori dell'università Bicocca di Milano, che ha pubblicato lo studio sulla rivista scientifica "Music Perception": «Quando si ascolta il suono di un violino, la corteccia prefrontale di un violinista deve “impegnarsi” relativamente poco (perché è già allenata, ndr), quella di un altro musicista leggermente di più e quella di un non-musicista molto di più. Questo perché la corteccia prefrontale codifica gli stimoli, legge la realtà e la interpreta ed è sensibile alla familiarità. Quindi si attiva meno se conosce bene quel suono e lavora di più se lo conosce poco».
Elemento confermato anche da una ricerca di Nina Kraus, neurobiologa presso la Northwestern University (Illinois): chi da bambino ha seguito lezioni di musica, da anziano ha un cervello più reattivo ai suoni e quindi più giovane rispetto a chi non ha avuto educazione musicale.
Un altro studio ha poi evidenziato che i bambini che hanno completato un ciclo di studi di uno strumento di almeno due anni, hanno migliori competenze linguistiche, così come anche migliori competenze nella lettura.
QUANDO INIZIARE A SUONARE IL VIOLINO
La prima cosa da capire è se il bambino è interessato alla musica, se ha cioè un certo istinto musicale. «Come in tutte le cose, alcuni bambini lo hanno più di altri – spiega l'insegnante –. Alcuni anche a 2-3 anni si avvicinano a un qualsiasi strumento, ad esempio un tamburello, e desiderano scoprire come si usa».
Se notate questa predisposizione nel vostro bambino, iscrivetelo come prima cosa a un coro: «Lì potrà sperimentare la voce e cominciare a divertirsi con la musica. Poi, verso i 6-7 anni, fategli provare tanti strumenti diversi e osservate quale preferisce».
Dati questo presupposti, c'è anche da dire che non si può cominciare a suonare il violino troppo tardi: «L'ultima edizione del premio Paganini è stata vinta da Kevin Zhu, violinista diciassettenne proveniente dagli Stati Uniti, che a 6 anni stava già esercitandosi con il violino».
(Qui il video della sua performance)
All'inizio la pratica non è molto impegnativa: «L'importante è prendere in mano il violino ogni giorno, anche solo per 15-30 minuti. Esercitarsi con costanza è importantissimo per non perdere la pratica, altrimenti bisogna ogni volta ricominciare da capo».
Andando avanti, l'impegno aumenta: «Ed è lì che si capisce dove si vuole arrivare: se si vuole suonare per hobby o si vuole intraprendere una carriera artistica».