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Aiutami a fare da me: come lasciare liberi i bambini di crescere e imparare in autonomia

di Giulia Foschi - 08.07.2022 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
"Aiutami a fare da me" racchiude il nucleo del pensiero pedagogico di Maria Montessori e può aiutare i genitori a crescere bambini sereni e sicuri

In questo articolo

Aiutami a fare da me

È capitato a tutti di "sostituirsi" ai propri bambini, di intervenire più del necessario per paura o a causa della fretta. Il libro "Aiutami a fare da me. Crescere il tuo bimbo con l'approccio Montessori. Da zero a tre anni" di Francesca Perica spiega quanto sia invece importante osservare i bambini in silenzio, lasciandoli fare, sperimentare, sbagliare, come ci suggerisce Maria Montessori. Solo in questo modo diventeranno adulti autonomi e sicuri di sé. Approfondiamo l'argomento con l'autrice.

Aiutami a fare da me: significato

"Aiutami a fare da me" è una delle citazioni più celebri di Maria Montessori. Ci può spiegare cosa significa?

"Crescendo, i bambini manifestano un bisogno sempre maggiore di autonomia (tutti abbiamo presente i bambini piccoli che esclamano "Faccio io!"), desiderano sperimentarsi e mettersi alla prova, perché è da queste esperienze che traggono la possibilità di costruire nuove capacità e competenze. "Aiutami a fare da me" può forse sembrare una contraddizione, ma dobbiamo riflettere sul significato da attribuire alle singole parole per comprendere la portata di questo messaggio fondamentale. Se, come molti, attribuiamo al verbo aiutare il significato di intervenire per fare al posto di, togliere l'altro da una difficoltà, allora ci stiamo scostando da quanto inteso dalla Montessori. Pensiamo al bambino piccolissimo che, ancora incerto, mette alla prova il proprio equilibrio nel muovere i primi passi. L'istinto immediato di noi adulti è quello di intervenire per dargli la mano o per sorreggerlo, soffocando però, senza nemmeno rendercene conto, la sua iniziativa e la possibilità di essere autonomo nella conquista di quel movimento. Aiutare un bambino significa, invece, offrirgli solo il sostegno emotivo e pratico necessario affinché il suo agire possa divenire, nei giusti tempi, autonomo. È come si i bambini ci dicessero: Stammi vicino se ho bisogno di te".

Il contesto in cui Maria Montessori ne ha parlato

In che contesto la Montessori ne ha parlato?

"Si racconta che fu il nipotino di Maria Montessori, Mario Jr., a rivolgerle questa richiesta, nel tempo divenuta il leitmotiv della pedagogia montessoriana. Montessori spiega questo principio in un bellissimo libro "Il bambino in famiglia", dove scrive che ogni bambino, chi più, chi meno esplicitamente, chiede all'adulto di essere aiutato esprimendosi con questa affermazione. Aiutami a fare da solo non significa quindi abbandonare il bambino a sé stesso, ma piuttosto percorrere insieme a lui le vie dell'indipendenza: è un "Aiutami a fare da me, affinché io possa fare da solo". Prendiamoci il tempo per stare con i nostri bambini e per accompagnarli: facendo le cose insieme prima li renderemo in grado di fare da soli poi".

Aiutami a fare da me: la scelta del titolo del libro

Perché l'ha scelta come titolo del suo libro, oggi nel 2022?

"Ho scelto questo titolo per il mio libro perché racchiude in sé quei concetti di autonomia, libertà e fiducia che rappresentano il nucleo dell'approccio montessoriano, ma anche perché è una richiesta senza tempo da parte dei bambini, in ogni parte del mondo. La nascita è per ciascun individuo solo l'inizio di un lungo cammino verso l'autodeterminazione e l'autonomia, che non è solo fare da soli, ma anche volere e pensare da soli. Questo approccio permette di educare bambini che possiedono fiducia nelle proprie capacità e che, essendo stati rispettati nei loro bisogni, diverranno un giorno adulti in pace con sé stessi e con gli altri".

Come aiutare un bambino a fare da solo

Come aiutare un bambino a fare da solo?

"È possibile accompagnare i bambini offrendo loro il giusto grado di autonomia fin dalle prime fasi della vita:

  • durante lo svezzamento

  • durante il cambio

  • nella conquista dei primi movimenti

  • nel lasciare il pannolino

  • in tutte le prime scoperte".

"Perché sia possibile, è fondamentale da parte nostra allenare la capacità di osservazione ed imparare a valutare le situazioni in maniera oggettiva, tenendo a freno pregiudizi o paure infondate.

Se valutiamo che la situazione in cui il nostro bambino si trova non implica un pericolo per lui, permettiamogli di agire e di sperimentare in funzione delle sue possibilità. Oltre a limitare il nostro intervento al necessario, occorre da parte nostra porre grande attenzione all'ambiente in cui il nostro bambino vive ed agisce e alla sua predisposizione. L'ambiente dovrebbe essere pensato per non ostacolare il movimento, dunque eliminiamo o riduciamo il più possibile l'utilizzo di:

  • box

  • girelli

  • sdraiette".

"Cerchiamo poi di offrire occasioni per sperimentare e costruire competenze con materiali e occasioni di gioco adeguati all'età, che favoriscano l'attività del bambino e rispondano agli interessi che manifesta".

Aiutami a fare da me: le ricadute positive nell'infanzia e nell'età adulta

In cosa questo approccio può migliorare la sua vita sia nell'infanzia che nell'età adulta?

"Molto spesso, sono i nostri stessi timori (che si facciano male, che si sporchino, che rompano tutto…) a privare i più piccoli dell'opportunità di compiere autonomamente esperienze fondamentali per la crescita. Dovremmo allora ricordare un altro insegnamento importantissimo di Maria Montessori: ogni aiuto non necessario è un ostacolo allo sviluppo. Ogni interferenza inutile, soprattutto quando dettata da una nostra impazienza, ostacola la crescita. E questo vale dal bambino di pochi mesi che si sforza di conquistare la posizione seduta o di alzarsi in piedi a quello poco più grande che cerca di vestirsi da solo. Un approccio fondato sul rispetto dei tempi e delle capacità individuali e sulla fiducia, permette ai bambini, fin da piccolissimi, non solo di acquisire competenze per la vita, ma anche di forgiare la propria autostima, la sicurezza in sé stessi e il pensiero divergente e creativo nel trovare soluzioni alle difficoltà incontrate".

Aiutami a fare da solo: consigli per la predisposizione degli ambienti

"La nostra casa è l'ambiente principale del bambino e, a differenza di quanto si legge su alcuni blog, non serve trasformarla in una specie di scuola affinché possa supportare lo sviluppo dell'autonomia.

Bastano in realtà pochi e semplici accorgimenti perché in ogni stanza della casa il bambino abbia la possibilità di prendere parte attivamente alle diverse attività.

  • Nell'ingresso basterà creare un angolino con una seggiolina, un paio di ganci per la giacca ad altezza di bambino e un paio di cestini in cui riporre le scarpe quando si entra.

  • In cucina, una delle stanze preferite, possiamo valutare di organizzare tutti gli utensili e le stoviglie del bambino in un cassetto a lui direttamente accessibile.

  • In bagno possiamo decidere di posizionare una piccola toeletta con tutto l'occorrente per le cure della persona: una spazzolina per i capelli, un piccolo asciugamani, lo spazzolino da denti.

In generale è bene che gli ambienti del bambino rispettino alcuni importanti criteri:

  • la proporzionalità (avere oggetti proporzionati fisicamente è fondamentale perché il piccolo possa fare da sé);

  • l'essenzialità (nei bambini piccoli il troppo stroppia, meglio scegliere colori tenui e oggetti curati ma semplici, non iperstimolanti);

  • l'ordine (il bambino piccolo ha bisogno di potersi orientare nello spazio, per cui meglio lasciargli a disposizione pochi oggetti, ciascuno con un posto fisso stabilito, da ruotare nel tempo a seconda dell'evolversi degli interessi).

Ricordiamoci, naturalmente, di mettere a priori in sicurezza le diverse stanze:

  • mettiamo sotto chiave detergenti o sostanze potenzialmente pericolose;

  • eliminiamo o poniamo ad una distanza non raggiungibile soprammobili ed oggetti preziosi

  • assicuriamoci che i mobili siano stabili e/o fissati alle pareti.

Solo in un ambiente che sappiamo essere realmente sicuro avremo la tranquillità interiore necessaria per lasciare i nostri bambini liberi di sperimentare".

Aiutami a fare da me: attività di vita pratica

"Le attività di vita pratica, oltre ad essere amatissime dai piccoli, sono senza dubbio le più semplici da proporre in casa poiché, come dice il nome stesso, si rifanno alle attività che quotidianamente contraddistinguono la vita domestica.

Bastano pochi accorgimenti e alcuni piccoli utensili per permettere ai bambini di prendere parte alla maggioranza delle attività che svolgiamo quotidianamente, con grande soddisfazione di tutti membri della famiglia.

  1. Le prime attività che possiamo proporre, tendenzialmente tra i 15 e i 18 mesi, sono quelle di pulizia: pulire il pavimento con una scopa, spolverare con un panno o con un piumino, lavare a terra. Avremo semplicemente bisogno di oggetti proporzionati alle piccole mani dei bambini e di un po' di pazienza nel mostrare più volte, con movimenti lenti, i vari passaggi delle attività, affinché essi possano comprenderne i movimenti chiave per la riuscita.

  2. Di grande interesse per i più grandicelli sono, invece, i cosiddetti "grandi lavaggi": l'acqua affascina moltissimo i bambini e si rivela particolarmente utile per il suo effetto calmante e per la capacità di indurre profonda concentrazione. Attività come lavare dei fazzoletti, un tavolino, una bambola o dei piatti non solo permettono di raggiungere un evidente scopo esterno (l'oggetto prima sporco diventa pulito) ma consentono al bambino di esercitare in combinazione la motricità fine e grossa, di sviluppare l'attenzione mantenendola focalizzata durante tutto il ciclo del lavoro e di godere di una piacevole esperienza sul piano sensoriale.

  3. Altra grande categoria di attività è quella dei lavori in cucina. Già i piccolissimi (15-18 mesi) possono cimentarsi con occupazioni come sbucciare un uovo sodo o un frutto, mentre nel caso dei più grandi potremo proporre, gradualmente, attività con l'utilizzo di utensili come spalmare con un coltellino da burro, spremere l'arancia con uno spremiagrumi, pelare le patate, tagliare verdure lesse.

Aiutami a fare da solo e gli adulti

Aiutami a fare da solo e gli adulti: cosa intende nel libro quando dice che i genitori dovrebbero fare autoeducazione della propria vita interiore?

"La popolarità riacquistata negli ultimi anni dall'opera di Maria Montessori ha purtroppo indotto molti a credere che applicarne il metodo altro non significhi che acquistare specifici materiali o proposte di gioco ed offrirle ai bambini.

La verità è che Montessori prima ancora che un metodo è uno sguardo, un modo di vedere e di stare con i bambini. Nel libro parlo della necessità di autoeducarci perché, come scriveva Montessori, non si può educare un bambino se non si è prima educato sé stessi. Prima di approcciarci all'educazione dei più piccoli dovremmo compiere una sorta di opera di purificazione, accettando il fatto che in realtà spesso ignoriamo la natura profonda del bambino e che molti sono i pregiudizi infondati che possediamo circa i suoi bisogni, le sue capacità e la sua educazione. Per educare un bambino non ci vogliono solo il sapere e il saper fare, ma prima di tutto il saper essere. Guardiamoci dentro e chiediamoci:

  • In quale modo guardo ai bambini?

  • Quali sono le caratteristiche che tendo ad attribuirgli?

  • E quali sono i luoghi comuni che possiedo al riguardo?

Ciò che pensiamo dei bambini inevitabilmente influenza e determina il modo con cui ci rapportiamo con loro, le occasioni di autonomia e di sperimentazione che gli offriamo e i limiti che invece gli poniamo. Nella maggioranza dei casi, infatti, siamo proprio noi adulti, senza rendercene conto, a boicottare i più piccoli. Uno dei problemi maggiori si rivela essere la fretta:

  • Corri!

  • Sbrigati che dobbiamo andare

  • Faccio io così finiamo prima

Viviamo di corsa e ci siamo dimenticati che quello dei bambini, invece, è un tempo lento, che richiede accortezza, precisione e, soprattutto, tanta, tanta ripetizione. Educare bambini autonomi e indipendenti richiede molto lavoro e sforzo. Soprattutto richiede tempo, molto tempo, e pazienza. Significa lasciare che il nostro bambino provi a mangiare da solo anche se il pavimento dovesse sembrare alla fine un campo di battaglia. Implica lasciargli lavare le mani e il viso da sé, anche se la maglia o le maniche dovessero bagnarsi un poco.

Significa lasciarlo provare a vestirsi e svestirsi da solo, anche se dovesse metterci molto più tempo di quanto ne necessiterebbe con il nostro intervento. Non c'è dubbio che abbracciare il pensiero montessoriano implichi iniziare un vero e proprio percorso di trasformazione personale, un cammino lungo in cui non mancheranno dubbi o errori, che però, come ci insegna sempre Montessori, sono amici e risorse fondamentali per la crescita. Un percorso da fare con e per i bambini, per costruire un mondo migliore, fatto di accoglienza, di fiducia e di pace".

Dodecalogo per i genitori

  1. Prepara e cura l'ambiente. Metti il massimo impegno nella preparazione dell'ambiente del bambino, perché deve essere pensato, curato e ordinato, nutriente e caldo d'amore, in grado di accogliere i suoi complessi bisogni psichici.

  2. Indica in maniera sempre chiara ed esatta l'utilizzo degli oggetti e dei materiali. Tu sei il principale collegamento tra il bambino e l'ambiente. Mostra con cura ed esattezza come utilizzare gli oggetti e svolgere le azioni. Non dimenticare che il tuo bambino ti osserva sempre.

  3. Sii attivo nel mettere il bambino in rapporto con l'ambiente, divieni passivo una volta che questo rapporto si è instaurato. Una volta che avrai permesso al bambino di entrare in connessione con un materiale, ritirati quel tanto che basta per non disturbare il suo lavoro e limitati a osservare lo straordinario spettacolo della sua concentrazione.

  4. Osserva il tuo bambino, affinché non ti sfugga lo sforzo di chi cerca gli oggetti nascosti, né di chi ha bisogno di sostegno. Osserva, osserva ogni aspetto del tuo bambino. Come si muove? Come si esprime? Cosa accende il suo interesse? Porsi queste domande è indispensabile per sostenere il suo sforzo di ricerca attraverso proposte rispondenti.

  5. Non esitare ad aiutare se il tuo intervento è richiesto. Rispondi sempre al tuo bambino se ha bisogno di te.

    Non dimenticare che l'aiuto autentico è quello offerto nel momento del vero bisogno.

  6. Ascoltalo. Ascolta il tuo bambino senza pregiudizi o preconcetti. Ricorda che grazie al suo maestro interiore lui sa meglio di chiunque altro di cosa ha bisogno.

  7. Rispetta chi lavora senza interruzioni né domande superflue. La concentrazione è un bocciolo assai delicato, dalle grandi potenzialità e al contempo estremamente fragile. Rispetta e tutela la concentrazione del tuo bambino. Si tratta di un momento di profonda costruzione interiore.

  8. Rispetta chi sbaglia senza correggere direttamente. Progetta le proposte in modo che sia possibile per il tuo bambino comprendere i propri errori e incoraggialo a ritentare sempre. L'errore è un amico che ci aiuta a crescere, non qualcosa da combattere.

  9. Rispetta il desiderio di riposo senza obbligare al lavoro. Non forzare il tuo bambino a svolgere un lavoro se in quel momento è alla ricerca di riposo.

  10. Non esitare a riproporre un lavoro anche se in passato è stato respinto. Forse in passato una certa proposta non è stata in grado di accendere l'interesse del bambino, ma nel tempo la situazione può cambiare. Grazie ai periodi sensitivi nuove passioni si accendono e nuove abilità vengono conquistate. Non esitare, dunque, a riproporre attività un tempo rifiutate.

  11. Sii presente quando il bambino è alla ricerca, ritirati quando ciò che mancava è stato trovato. Saper stare sullo sfondo non significa scomparire. Sii sempre una presenza amorevole di aiuto per chi cerca un motivo intelligente di attività e per chi richiede il tuo sostegno.

  12. Fatti sentire quando il tuo bambino ha terminato il suo lavoro e ha esaurito liberamente il suo sforzo. Attendi sempre che il tuo bambino abbia portato a termine il suo lavoro e rallegrati della gioia e della soddisfazione interiore che questo risultato comporta.

L'intervistata

Francesca Perica è un'educatrice montessoriana per la prima infanzia. Laureata in Scienze dell'Educazione, ha conseguito il Diploma di differenziazione didattica nel metodo Montessori per educatori della prima infanzia presso L'Opera Nazionale Montessori (ONM) di Roma.

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