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Come spiegare le fasi della vendemmia ai bambini

di Niccolò De Rosa - 27.09.2021 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Dalla raccolta dell'uva fino al trattamento del mosto: ecco come spiegare le fasi della vendemmia ai bambini

Come fanno quei succosi grappoli d'uva che vediamo appese sui filari delle vigne a diventare vino? È la magia della vendemmia, uno degli appuntamenti agricoli più affascinanti dell'anno e che affonda le radici nella nostra storia e nella nostra cultura (non solo quella gastronomica). Vediamo quindi come spiegare le fasi della vendemmia ai bambini

In questo articolo

Come spiegare le fasi della vendemmia ai bambini

Con il suo fascino ancestrale dato da secoli di tradizione, quello della vendemmia rappresenta uno di quei momenti in cui - nonostante i cambiamenti introdotti dal progresso - il mondo agricolo riesce a riconciliarci con la nostra storia. La raccolta dell'uva e la successiva trasformazione vino è infatti ancora oggi un processo lungo, faticoso e che richiede sapienza del mestiere e rispetto dei tempi dettati da Madre Natura, un concetto molto importante da trasmettere ai più piccoli. 

Quando si vendemmia?

Il periodo di raccolta infatti varia da luglio ad ottobre (anche se nella maggioranza dei casi è settembre il mese migliore) a seconda della qualità di uva coltivata, della posizione geografica e, naturalmente, del tipo di vino che si vuole ottenere. Più l'uva viene lasciata a maturare, infatti, maggiore sarà la "struttura" del vino ottenuto.

La parola chiave: il Tempo

Quindi la prima cosa da spiegare ai bambini è che la vendemmia rappresenta la fase intermedia di un lungo cammino che attraversa le stagioni partendo dalla coltivazione della vite e concludendosi con l'imbottigliamento del vino: un processo che richiede i suoi tempi e che, per essere ben fatto, non può essere accellerato nemmeno sfruttando la tecnologia più sofisticata di cui disponiamo.

Avendo bene in mente questo punto fondamentale, possiamo passare ad osservare le varie fasi della vendemmia.

La raccolta dell'uva

Tutto comincia naturalmente con la raccolta dei grappoli d'uva che crescono sui tralci delle viti, le piante che producono l'uva e che nelle vigne vengono disposte in lunghissimi filari.

Tale raccolta può essere:

  • Manuale: nelle ore più fresche del giorno (il primo mattino) gli addetti alla raccolta passano tutti i filari tagliando i grappoli dai tralci con apposite cesoie. Questo è il metodo più tradizionale, usato anche nelle piccole vigne a conduzione famigliare dove la vandemmia diventa un'occasione di festa per tutta la famiglia.
  • Meccanica: specifici macchinari "scuotono" i grappoli dalla pianta e li raccolgono prima che possano toccare terra.

Dopo la raccolta, le uve vengono selezionate - non tutti i grappoli sono buoni, specialmente se si vuole produrre un vino pregiato - e portata alle cantine.

La pigiatura

Dopo la raccolta, gli acini devono essere "spremuti" del loro succo. Questa è la fase più celebre della vandemmia, quella che nell'immaginario collettivo riassume l'intera lavorazione dell'uva: la pigiatura.

Come il nome stesso fa intuire, questo procedimento prevede la pressatura dei grappoli per farne uscire la polpa. In passato ciò veniva fatto nei tini, grandi recipienti di legno dove addetti alla pigiatura che pestavano l'uva a piedi nudi, ma oggi di solito si utilizzano macchinari in grado di spremere gli acini e al contempo scartare i riaspi (il grappolo privato dei chicci). Tuttavia esistono ancora molte piccole aziende a conduzione famigliare che eseguono la pigiatura alla vecchia maniera, trasformando l'appuntamento in una bellissima esperienza che anche i bambini possono vivere.

Il prodotto finale della pigiatura è il mosto, un liquido denso e torbido che, in caso di vino rosso, può ancora contenere buccie e vianaccioli (i semi della vite). 

La fermentazione

L'ultima fase della vendemmia è quella della fermentazione, ossia quel lento processo chimico in cui gli zuccheri di una certa materia - l'uva, in questo caso - vengono trasformati in alcol etilico e anidride carbonica. Tale procedimento avviene in modo naturale ed è il momento vero e proprio che il succo dell'uva diventa vino.

Per farlo dunque, il mosto, viene lasciato nei tini o versato in grandi vasche e lasciato a "riposare" in speciali ambienti privi di ossigeno per periodi più o meno lunghi che variano a secondo della tipologia di vino prodotta. Durante questo lasso di tempo, i minuscoli microrganismi presenti nel mosto danno vita alle reazioni chimiche che fermentano gli zuccheri e rendono il liquido "alcolico".

Completata la fermentazione - sempre rispettando i tempi e le modalità di lavorazione delle varie tipologie da produrre - il vino ottenuto viene messo nelle botti e lasciato invecchiare.

Quando la vendemmia termina, in molte località vinicole è tradizione organizzare sagre e feste per celebrare la fine del lavoro e la ciclicità della natura che ci regala ogni anno un vero tesoro da godere sulle nostre tavole.

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