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Film e animazioni horror: possono essere adatti ai bambini o no?

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Fonte: Alamy.com
Meglio stare alla larga dal genere horror, partecipazione ad animazioni o film, quando si tratta di bambini oppure ci sono eccezioni? Lo chiede un papà a nostrofiglio.it. Ecco il parere di due psicologi infantili, Ulisse Mariani e Rosanna Schiralli

In questo articolo

"Buongiorno, volevo l’opinione di uno psicologo infantile su una questione: sono da sempre un appassionato fruitore di film horror ma, non solo non ho mai cercato di trasmettere questa passione alla mia bambina di cinque anni, anzi l'ho sempre esercitata "clandestinamente" in modo da non invogliarla. Naturalmente crescendo capisce di più ed è curiosa, ma ancora è troppo presto per questo tipo di intrattenimento. La settimana scorsa però ho partecipato all'animazione di una serata horror in un labirinto di mais. L'ingresso era riservato agli adulti (anche se poi in realtà c'erano un sacco di bambini) e l'animazione quindi era adeguata. Io, oltre al mio costume, ho preparato una bambola che ho debitamente trasformato.

Nella preparazione del sangue finto con cui inzaccherare la bambola, mi ha aiutato mia figlia. Lei si è divertita molto e, anche se la bambola alla fine era abbastanza “splatter”, non si è affatto impressionata o spaventata, ma abbiamo vissuto il tutto per quello che era, un gioco. La madre, invece, una volta addormentata la bambina, mi ha fatto una filippica dicendo che sono giochi assolutamente inadatti, che sono cose schifose che rischiano persino di traumatizzare nostra figlia. Ora, al netto dei pregiudizi e delle iperboli della mia compagna, è venuto anche a me il dubbio che possa essere un gioco poco adatto ad una bambina di 5 anni. Voi cosa ne pensate?" un papà

Ulisse Mariani

“Sono stati condotti diversi studi sull'esposizione dei bambini alla violenza finta ma non si è ancora giunti ad una conclusione univoca - dice lo psicologo Ulisse Mariani. Se è vero che una percentuale di bambini sotto i 10 anni può sviluppare ansia in seguito a certe esperienze, la stragrande maggioranza dei bambini non ne risente per nulla. Questo ci porta a credere che dipenda moltissimo dal contesto: come, dove e con chi si partecipa a certe visioni”.

Nel caso della lettera, se il genitore è stato vicino a sua figlia, le ha fatto capire che era un gioco (“adesso facciamo a pezzi la bambola e la sporchiamo di sangue finto per fare paura a tutti!”), “la bambina avrà vissuto l’esperienza con leggerezza e divertimento”.

Rosanna Schiralli

“Ai bambini certe situazioni danno adrenalina, e lo dimostrano le risate nervose che fanno in quei momenti” aggiunge la psicologa Rosanna Schiralli. “Si pensi alle serate di Halloween, dove si divertono da matti a mascherarsi per fare paura, perché sanno che non c’è niente di vero, che i grandi sono d’accordo, che lo fanno tutti, che non possono farsi male e ricevere niente di male e che, una volta terminata la finzione, torna tutto come prima”.

È comunque importante tenere d’occhio la reazione del bambino. Anche se è stato adeguatamente preparato alla serata e si sta accanto a lui, bisogna sempre osservare le sue reazioni. Se si diverte e non ha alcun problema a proseguire l’animazione; se invece appare impaurito o spaventato, bisogna andar via, senza forzarlo e senza insistere.

In ogni caso, non bisogna esagerare

Nessun trauma, dunque, a patto che il genitore organizzi anche altri tipi di attività insieme alla figlia e che quel gioco o quei contesti non siano gli unici per poter stare accanto al padre: “In tal caso la bimba, pur di condividere qualcosa con il papà, potrebbe diventare compiacente e ‘appassionata’ anche lei di horror. E questo non andrebbe bene” dice la psicologa.

E i film horror? Meglio le fiabe

Anche per i film horror, verso i quali il papà della lettera riferisce che sua figlia è attratta, valgono considerazioni analoghe. Se il genitore sta sempre vicino al bambino durante la visione, gli spiega il senso di quel che si sta vedendo, mette in evidenza che è tutta una finzione, sdrammatizza le scene più paurose, è difficile che ne resti traumatizzato.

“E’ anche vero, tuttavia, che non c’è alcuna necessità di far vedere ai bambini film che sono espressamente vietati ai minori di una certa età e che ci sono tanti altri modi per trascorrere il tempo insieme a loro, ad esempio leggendo una bella fiaba, che pure contiene tante scene di paura e violenza ma molto più innocue!” suggerisce la psicologa.

“Leggendo una fiaba, infatti, i bambini hanno la possibilità di crearsi un film interiore nella loro testa così come loro vogliono e possono farlo” prosegue la Schiralli. “Inoltre attraverso la fiaba hanno la possibilità di venire a contatto con certe emozioni negative, come paura, rabbia, odio, aggressività, gelosia, di rielaborarle ed infine liberarsene, grazie all’immancabile lieto fine, che ha quasi una funzione catartica. Nel film invece si assiste passivi alle scene, le emozioni sono già tutte ‘preconfezionate’, davanti alle immagini ci si deve adeguare a quello che il regista ha pensato, senza possibilità di rielaborazione personale. E questo di per sé le può rendere fonte di ansia”.

I veri ‘horror’ da evitare? I talk show televisivi

C’è un genere ‘horror’ da cui bisogna tenere assolutamente alla larga i bambini: secondo i due psicologi, i talk show televisivi dove tutti litigano, urlano, si insultano e che sono trasmessi a tutte le ore, anche nelle cosiddette fasce protette. “Sono esempi molto dannosi, perché i bambini imparano che è quello il modo normale di approcciarsi con gli altri, che il rispetto dell’altro non esiste, che si può dire tutto e il contrario di tutto a chiunque si vuole” conclude lo psicologo Mariani.

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