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Giochi di strada, la ruzzola

di Nostrofiglio Redazione - 23.05.2013 - Scrivici

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La “ruzzola” si tirava a braccio teso, imprimendole un giro in senso antiorario, senza superare una linea di partenza. Ecco le regole.

  • La ruzzola

Un tempo era una forma di formaggio pecorino stagionato, duro e resistente, che i pastori lanciavano per i sentieri. Poi è stata sostituita con un disco di legno, spesso 5 cm e pesante mezzo chilo, avvolto da 2 metri di spago sottile che terminava con un cappio scorsoio da infilare nel dito indice della mano di lancio. La “ruzzola” si tirava a braccio teso, imprimendole un giro in senso antiorario, senza superare una linea di partenza. Vinceva chi era riuscito a farla andare più lontano dopo un numero prefissato di lanci. Oggi per realizzarla basta fare una pila di sottobicchieri di cartone e arrotolarla con del nastro adesivo fino a ottenere un disco compatto in grado appunto di ruzzolare.

Velocità. In passato i giocatori di ruzzola potevano anche venire multati: a Sant’Elpidio a Mare (Ap) un decreto del 1571 imponeva una ammenda di 40 soldi a chi contravveniva il divieto di praticarla. La ruzzola, scomparsa una cinquantina di anni fa con l’abbandono delle campagne, è stata rispolverata dal Coni, che l’ha inclusa tra i giochi sportivi tradizionali. Si può rivederla a Petricci (Gr) o a Pontelandolfo (Bn) dove è il gioco ufficiale del Carnevale.

Autori: Manuela Maria Campanelli e Anita Rubini

(Articolo tratto da Focus Storia, n. 22 - Agosto 2008, www.focusstoria.it)

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