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Scacchi e bambini? Su Netflix c'è la serie che ispira i genitori a iniziare la partita

di Elena Cioppi - 04.11.2020 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
La serie tv Netflix La Regina degli scacchi ha acceso i riflettori su un gioco antico e avvincente. Insegnare gli scacchi ai bambini, perché no?

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Una nuova serie tv in streaming su Netflix ha acceso i riflettori sugli scacchi, disciplina spesso bistrattata perché considerata troppo lenta o noiosa. La regina degli scacchi, che racconta la vita straordinaria della campionessa Elizabeth Harmon (personaggio di fantasia che racchiude in sé molti tratti del carattere degli scacchisti più famosi di sempre), ha messo anche la pulce nell'orecchio ai genitori, che dopo la visione si sono chiesti se insegnare gli scacchi ai bambini abbia dei benefici effettivi sul loro apprendimento. I motivi per far giocare i bambini a scacchi sono innumerevoli e puntano ad arricchire il loro apparato psico-cognitivo attraverso il gioco. In passato si è anche pensato di introdurre gli scacchi come materia scolastica, visto l'impatto sul rendimento e sull'apprendimento dei piccoli giocatori alle prese con torri, alfieri, re e regine.

Insegnare gli scacchi ai bambini, l'approccio giusto

Secondo la rivista specializzata ChessKids i genitori che sanno giocare a scacchi e vogliono insegnare la disciplina ai loro bambini devono affinare alcune skill personali così da non rendere i processi di apprendimento del gioco troppo pesanti o difficili:

  • Essere positivi: come si vede nella serie tv Netflix gli scacchi possono essere molto frustranti per via dei ritmi di gioco oppure della perdita della partita. Per questo è meglio mantenere un atteggiamento positivo rispetto alle finalità ludiche dell'attività.
  • Essere pazienti: giocare a scacchi vuol dire pazienza. Tra le capacità che il bambino affina giocando ci sono proprio quelle di concentrazione, che è bene mantenere in equilibrio durante le prime fasi dell'apprendimento del gioco.
  • Rendere gli scacchi divertenti: iniziare un bambino agli scacchi sin dai 4, 5 anni vuol dire presentarglielo come un gioco, quale in effetti è. Non bisogna mai perdere di vista che si gioca per divertirsi, per imparare qualcosa di nuovo e non per vincere.
  • Dedicare del tempo quotidiano agli scacchi: la protagonista della serie tv Netflix inizia a giocare a scacchi a 9 anni e presto diventa un prodigio. La sua arma? Oltre a rigiocare le partite nella sua mente andando a caccia di errori e strategie alternative, si allena sempre, tutti i giorni, spesso iniziando partite con avversari o con se stessa per puro diletto.
  • Studiare mosse e strategie con calma: gli scacchi non sono una disciplina semplice, ma i genitori che vogliono insegnare ai bambini a giocare possono seguire il consiglio di aggiungere ogni giorno una nuova informazione, mossa, strategia senza appesantire troppo il bambino.

A che età insegnare gli scacchi ai bambini?

Secondo il sito specializzato Woochess l'età migliore per insegnare gli scacchi ai bambini è tra i 6 e gli 8 anni.

In realtà ci sono delle leggende degli scacchi che hanno iniziato molto prima! La letteratura riporta che il piccolo campione Misha Osipov abbia sfidato il ben più navigato Anatoly Karpov a soli 3 anni. Ma anche se i bambini non sono prodigi come Osipov, l'età psicologica ideale per avvicinarli agli scacchi è quella che coincide con l'inizio della scuola primaria. Molti libri che hanno approfondito il tema come quelli del dottor Alexey Root che ha scritto "Thinking with Chess: Teaching Children Ages 5-14" puntano a bambini tra i quattro e cinque anni come i giocatori in erba più aperti dal punto di vista dell'apprendimento.

Scacchi e bambini, i benefici

I benefici degli scacchi influiscono a ondata sui processi di apprendimento, problem solving e di memoria dei bambini a cui questo gioco piace. Senza forzarli, ma seguendo i loro ritmi, gli scacchi diventano un potenziamento di molte aree cerebrali, tra cui anche quelle della concentrazione.

Tra i benefici degli scacchi sui bambini Woochess infatti evidenzia:

  • La capacità di problem solving
  • Una maggiore capacità di muoversi e percepire lo spazio
  • Maggiori capacità di memoria
  • Maggiore propensione alla creatività
  • Maggiore capacità di pianificazione e strategia

Molti studi scientifici come "The Effect of Chess on Reading Scores: District Nine Chess Program Second Year Report" del dottor Stuart Marguelies riportano anche che gli studenti capaci di giocare a scacchi hanno beneficiato degli effetti anche sui processi di lettura e di comprensione del testo.

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