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Parità e uguaglianza delle donne? Spiegatele (ogni giorno) ai vostri figli

di Marzia Rubega - 10.04.2012 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Ancora oggi (purtroppo), spesso, le donne sono considerate su un piano di serie B rispetto agli uomini - al lavoro, nel mondo della politica e della cultura e anche a casa: pari diritti e opportunità non sono affatto così scontati. È importante, allora, farli capire anche ai bambini, femmine e maschi, già da piccoli.

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la testa delle mamme può cambiare quella dei figli,

Nina e i diritti delle donne

Ancora oggi (purtroppo), spesso, le donne sono considerate su un piano di serie B rispetto agli uomini - al lavoro, nel mondo della politica e della cultura e anche a casa: pari diritti e opportunità non sono affatto così scontati.

È importante, allora, farli capire anche ai bambini, femmine e maschi, già da piccoli. Come?

Il racconto delle storie “vere” di nonne e bisnonne della famiglia può essere un ottimo punto di partenza e uno spunto concreto e semplice per far cogliere ai bambini le differenze tra ieri e oggi, secondo Cecilia D'Elia. Nel suo libro, allo stesso modo, la giovane Nina e suo fratello scoprono il passato delle donne della famiglia e, attraverso le parole della mamma, la conquista dei diritti delle generazioni femminili precedenti (dal fascismo ad oggi).

Dunque, il racconto è un grande alleato per passare questo messaggio di parità e uguaglianza ai bambini: e poi? Occorre esserne convinte in prima persona, come donne e mamme, a partire dalle situazioni più comuni. Niente dubbi, per esempio, sul fatto che il lavoro della mamma, fuori e dentro casa, valga come quello del papà. “Le madri possono insegnare alle figlie a essere persone libere e autonome se a loro volta cercano di esserlo tutti i giorni”, sottolinea l'autrice. Perché, in ogni caso, per insegnare i diritti, bisogna respirarli”.

Forse, è indispensabile che anche le mamme “ripassino” i diritti civili e politici - ai quali non dovrebbero mai rinunciare, dentro e fuori casa - per trasmetterli ai loro figli: ne ricordiamo insieme 5 tra quelli più importanti. Da non dimenticare mai...

Femminucce e maschietti? Assolutamente uguali!

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alle legge, senza distinzioni di sesso, razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. (Art 3 Costituzione)

Attenzione agli episodi, grandi e piccoli, di tutti i giorni: è il modo migliore per spiegare ai vostri figli che non c'è differenza tra uomini e donne. La legge stessa stabilisce che non si possono fare discriminazioni di sesso in nessun ambito.

Le occasioni quotidiane per “far passare” un messaggio così importante, certo, non mancano. Se la vostra bambina, per esempio, torna da scuola in lacrime perché un compagno le ha impedito di giocare, dicendole: “Tu non puoi, sei solo una femmina!”, è il momento di rassicurarla e farle capire che non è vero. Lei può fare gli stessi giochi e le stesse cose dei maschi, in ogni situazione del quotidiano, a casa, in aula o nel tempo libero. Naturalmente, chi ha due figli, maschio e femmina, non dovrebbe mai privilegiare il maschio o fare sentire la bambina meno importante o brava rispetto al fratello.

E, poi, aggiunge Cecilia D'Elia: “Io sono sempre attenta a vedere dove sono le donne e cosa fanno. Questo dà valore alla figura femminile e alla sua presenza: una bambina o un bambino assimilano un atteggiamento del genere, quindi la loro percezione dipende molto da come siamo noi”.

Mamma e papà hanno la stessa voce in capitolo

La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.

Il matrimonio è ordinato sull'uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.(Art. 29 Costituzione)

L'uguaglianza entra anche tra le pareti domestiche. Mamma e papà hanno gli stessi diritti e doveri all'interno della famiglia e uguali possibilità: a entrambi spetta decidere l'educazione dei figli, il luogo dove vivere o se condividere i risparmi. Fate qualche esempio concreto, tipo: “se papà dovesse ricevere una proposta di trasferimento in un'altra città, io non vorrei lasciare il mio lavoro e farvi cambiare scuola”.

Forse, tutto ciò vi sembra scontato ma non lo è così tanto: in alcune realtà, ancora oggi, il marito si comporta come se fosse il capofamiglia.

Una curiosità da raccontare ai vostri bimbi: ai tempi della nonna (fino al 1948 quando fu abrogata) esisteva la dote, una somma di denaro che la sposa “portava” al marito che, di fatto, l'amministrava, insieme a tutti gli altri beni.

I genitori decidono insieme

Il matrimonio impone ad ambedue i coniugi l’obbligo di mantenere, istruire ed educare la prole tenendo conto delle capacità, dell’inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli. (Art. 147 Codice Civile)

I genitori, di comune accordo, possono e devono occuparsi di tutto quanto riguarda i figli. Anche questa è una conquista importante perché una volta c'era la “patria potestà”: il padre, da solo, decideva tutto sulla vita dei figli, anche se potevano studiare o meno. Oggi, invece, il ruolo della mamma è identico a quello del papà: mostratelo ogni giorno ai vostri bimbi con un atteggiamento sereno e autonomo nelle scelte di tutti i giorni. La mamma non ha certo bisogno di chiedere il “permesso” a papà... Discutere insieme, invece, è un'altra cosa. Chiaro?

Il lavoro della mamma vale (sempre) come quello del papà

La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. [...] (Art. 37 Costituzione)

È vietata qualsiasi discriminazione tra uomini e donne per quanto riguarda l'attribuzione delle qualifiche, delle mansioni e la progressione della carriera [...] (Art 3 Legge 903)

Se il buon esempio, conta, a volte, più di tante parole, soprattutto con i bambini, è evidente che, prima di tutto, dovete essere voi stesse a non “sminuire” il vostro lavoro e ruolo (peraltro anche se lavorate in casa). Se guadagnate meno di vostro marito (come accade spesso nonostante la legge), anche con lo stesso lavoro, non sottovalutatevi.

Al contrario, fate presente ai bimbi che mamma e papà sono entrambi bravi e sanno fare le stesse cose ma purtroppo le donne sono ancora pagate meno in tantissime professioni.

Vuoi fare il giudice? No problem...

La donna può accedere a tutte le cariche, professioni ed impieghi pubblici, compresa la Magistratura, nei vari ruoli, carriere e categorie, senza limitazione di mansioni e di svolgimento della carriera, salvi i requisiti stabiliti dalla legge. (Art.1 legge n. 66/1963)

Oggi, le donne possono aspirare a qualsiasi carriera pubblica, anche nella magistratura: un fatto abbastanza recente perché fino al 1963 non era possibile. Spiegate ai vostri figli che ai tempi della nonna, le ragazze non potevano scegliere questo lavoro perché si diceva non avessero “la serenità emotiva” per giudicare, mentre ora il problema non si pone... Basta studiare, nessuno (almeno, per legge!) mette più in discussione il cosiddetto equilibrio delle donne.

Per saperne di più: Nina e i diritti delle donne di Cecilia D'Elia, disegni di Rachele Lo Piano, Sinnos Editrice, pp 80, € 15,50

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