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Videogiochi e bambini: 10 dritte per un uso corretto di tablet, console e smartphone

di Francesca Amè - 01.07.2015 - Scrivici

videogiochi
Fonte: Shutterstock
Tablet, smartphone e console per videogiochi non devono diventare babysitter digitali. Meglio concordare prima il tempo di gioco ed essere inflessibili, tenendo a mente che l’uso eccessivo di videogiochi è dannoso per lo sviluppo equilibrato del bambino. L’uso corretto può invece migliorare l’attenzione. Intervista con Paolo Ferri, docente di tecnologie didattiche a Milano, che ha appena pubblicato un saggio sul tema

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Per i nativi digitali videogiochi, game, tablet, cellulari e computer sono oggetti al pari degli altri (anzi, più allettanti di altri), noi adulti siamo spesso incapaci di guidare i nostri figli alla scoperta del mondo delle nuove tecnologie, che è ricco, affascinante, suadente, ma non privo di problemi e criticità. A che età è opportuno far usare un tablet a nostro figlio? E' giusto che le nuove tecnologie entrino con forza nelle nostre case? E quante ore al giorno si può concedere ai bambini di usare i videogiochi?

Ecco ciò che ne pensa Paolo Ferri, papà di un 9enne smanettone e docente di Tecnologie didattiche e Teoria e tecnica dei nuovi media all’Università Bicocca di Milano: Ferri ha appena pubblicato il saggio «Nuovi Bambini. Come educare i figli all’uso della tecnologia, senza diffidenze e paure» (Bur editore), un vademecum per genitori alle prese con figli ipertecnologici.

1) Meglio

accendere la tv

o prendere in mano un tablet?

E’ la domanda che si pongono tutti i genitori, preoccupati che il loro bambino, magari già a tre anni, voglia smanettare sul tablet che trova in salotto mentre loro preferirebbero che guardasse, seduto tranquillo sul divano, i cartoni animati. Trovo la qualità dell’offerta media della tv, infarcita com’è di pubblicità, soprattutto nei canali tematici per bambini, molto più inquietante di tanti giochini o app per bambini scaricabili sul tablet”.

2) Perché molti genitori hanno paura della tecnologia?

La tecnofobia di noi adulti deriva dal tipico uso italiano della tecnologia: siamo degli ignoranti digitali, magari andiamo su Facebook solo per fare giochetti stupidi o navighiamo su siti di scommesse o su piattaforme per adulti. Proiettiamo il nostro comportamento di adulti sui bambini. Lo dicono anche i risultati della più grande ricerca che la Ue sta svolgendo sul rapporto tra media e minori (si chiama Eukidsonline): i genitori di oggi sono convinti che stare in rete provochi ai bambini danni più numerosi e gravi degli incidenti stradali.

Secondo me, è una grande sciocchezza”.

3) Come spiegare un uso corretto del tablet e quanto tempo si può concedere?

“Devono essere sempre tenute a mente due cose, a qualsiasi età dei bambini: il tempo e il contesto. Il tablet non può diventare una baby-sitter (come spesso peraltro accade con la tv) ed essere usato per ore: bisogna essere a fianco dei nostri figli, specie quando si scarica una app, per spiegare loro come funziona, vedere se a loro piace, se si divertono. Poi possono fare da soli. Meglio concordare subito il tempo di gioco ed essere inflessibili. Il contesto significa che il genitore deve essere sempre nei paraggi: dare un’occhiata, fare domande, farsi vedere interessato all’attività multimediale che sta facendo il figlio, a qualsiasi età. Solo così un gioco, una app e anche un videogioco può diventare uno strumento ludico ed educativo insieme, molto più interattivo e stimolante di un mero cartone animato che implica una visione passiva”.

Leggi anche Quanto tempo davanti al tablet? Le raccomandazioni dei pediatri Usa

4) Come scegliere il videogioco adatto a mio figlio?

Usare il buon senso e leggere bene le indicazioni sulle scatole che negli ultimi anni sono molto dettagliate e indicano la fascia di età adatta al videogioco secondo una classificazione stabilita da un ente statunitense cui le case produttrici devono sottoporre i loro prodotti. Si tratta di una classificazione ‘al ribasso’: intendo cioè che un videogioco indicato per player di 6-8 anni spesso può essere usato e apprezzato anche da un bimbo di 5. Ovviamente niente videogiochi per adulti (sulla confezione è scritto + 18)”.

5) Esempi di videogiochi che non sono dannosi per i bambini?

Uso due nomi famosissimi, giusto come esempio: SuperMario o Pokémon sono giochi divertenti, che stimolano la fantasia e l’abilità. Hanno una importante caratteristica da non sottovalutare quando si sceglie un videogame: sono pensati per il gioco di gruppo, per le sfide tra più giocatori. Dunque non spingono all’isolamento, ma al confronto”.

6) A che età posso mettere in mano un tablet o un videogioco a mio figlio?

L’Accademia delle Scienze Francesi ha pubblicato lo scorso anno uno studio che ha dimostrato che i tablet possono essere utili fin dai primissimi anni di vita per sviluppare curiosità verso il mondo e la logica dei piccoli.

Pertanto, con grande attenzione soprattutto sul tempo di utilizzo, che non deve superare i 30-60 minuti di seguito, direi che un tablet può essere dato in mano a un bambino quando riesce a prenderlo senza romperlo. Precauzione pratica: dotare lo strumento di rivestimenti robusti”.

7) Come rendere il proprio tablet ‘a misura di bambino’?

Il primo passo per chiunque abbia un tablet in famiglia che può finire nelle mani dei bambini è scaricare un dispositivo di parental control. Ne esistono molti in commercio: permettono, oltre al blocco di siti per adulti, anche di navigare su siti con parole sospette o pericolose. Mettiamo in questo modo al riparo nostro figlio dall’incappare in immagini o testi che possano turbarlo.

Si possono poi scaricare app o giochi per bambini, e mettere il dispositivo off line, per evitare che il piccolo navighi da solo. Restano fondamentali altre due norme: stabilire il tempo di gioco e la presenza accanto al bambino. Non credo che il tablet sia un regalo da fare ‘apposta’ a un figlio, almeno non prima dei sette anni. Diverso è il caso in cui lo strumento sia già in casa: è inevitabile, allora, che il bimbo voglia usarlo perché agisce per imitazione, dei genitori o dei fratelli più grandi”.

8) Quali sono i rischi dei videogiochi: tempo e giochi per adulti

Il primo rischio è legato al tempo: l’uso eccessivo di videogiochi, magari da soli, chiusi in camera è dannoso per uno sviluppo equilibrato del bambino. Il secondo rischio è che nostro figlio giochi a videogiochi per adulti, magari violenti o troppo sessualmente espliciti: per questo è importante vigilare, imparare a giocare insieme a lui, lasciarsi appassionare.

Solo conoscendo a fondo ciò che li coinvolge siamo credibili ai loro occhi e possiamo vietare con autorevolezza di giocare a un determinato videogioco che, a nostro giudizio, non è adatto a loro. Insomma, dobbiamo dimostrare ai nostri ragazzi di saper capire anche i loro gusti. Non demonizziamo tutti i videogiochi, perché non sono tutti uguali”.

9) Quali le opportunità dei game digitali?

Il recente rapporto dell’Accademia delle scienze francese, redatto da alcuni maggiori esperti di pedagogia, psicologia e neuroscienze educative europei, è giunto a questi risultati di ricerca:

1. tablet e smartphone touch costituiscono lo strumento migliore per introdurre alla logica del digitale i bambini più piccoli (0-2 anni), ovviamente sempre con l’aiuto dei genitori.

2. l’uso equilibrato (nei tempi) dei videogiochi, in particolare quelli d’azione, migliora la capacità di attenzione visuale selettiva e quella di eseguire compiti complessi sullo schermo.

3. lavorare con gli schermi interattivi per gioco esercita sia il pensiero intuitivo sia il ragionamento ipotetico deduttivo, predisponendo all’atteggiamento “scientifico” verso il mondo”.

10) I videogiochi limitano la creatività e l’intelligenza artistica dei ragazzi?

Non direi. Cito l’esempio di Minecraft, un gioco ideato dalla Microsoft, molto simile ai celebri mattoncini di plastica con cui abbiamo giocato noi e ancora usati dai bambini. Minecraft è un videogioco per ragazzini di 9/12 anni in cui bisogna costruire, creare e condividere i propri ambienti.

Addirittura, ci sono ragazzini che hanno ideato su youtube un canale con tutorial e chat per aiutarsi gli uni gli altri a fare sempre meglio, a costruire un mondo ancora più complesso. E’ sulla potenzialità creative di giochi così che dobbiamo insistere noi genitori".

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