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Bambini sulla sabbia e infezioni: consigli per vacanze senza rischi

di Angela Bisceglia - 24.07.2023 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Bambini sulla sabbia e infezioni: è possibile? Giocare sulla sabbia è divertente e non bisogna privarli della esperienza. Ma può provocare fastidi

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Bambino sulla sabbia e infezioni

Irritazioni da acari e dermatiti, infezioni come l'impetigine o infezioni da funghi come la tigna. Sono alcuni dei disturbi che può provocare la sabbia alla pelle dei bambini. Come prevenirli? Come riconoscerli? E come curarli? Lo abbiamo chiesto a Maya El Hachem, responsabile dell'Unità Operativa di dermatologia presso l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Consigli per prevenire infezioni sulla sabbia

  • Sciacquare spesso il bambino quando suda o gioca con la sabbia;
  • tenere corte le unghie, perché sotto le unghie i germi si annidano più facilmente e perché le unghie lunghe possono causare abrasioni sulla pelle rendendola più suscettibile alle infezioni;
  • curare dermatiti e punture di insetto, anche con pomate al cortisone (senza paura!), che alleviano il prurito ed evitano che il bambino si gratti e infetti le lesioni;
  • adoperare ciabatte da mare ed asciugamani personali;
  • cambiare il costumino dopo il bagno;
  • mantenere la pelle integra, applicando creme solari durante il giorno ed idratando la pelle la sera;
  • per lavare il bambino, non è necessario adoperare bagnoschiuma disinfettanti, che non sono sufficienti a prevenire infezioni e possono irritare la pelle del bambino.

Quali disturbi può provocare la sabbia alla pelle dei bambini?

I disturbi possono essere di due tipi:

  1. irritativi 
  2. infettivi.

Le irritazioni si hanno principalmente perché la sabbia, con la sua consistenza granulosa, va a sfregare la pelle, resa già più fragile dal sudore che indebolisce la sua barriera superficiale. In più sulla sabbia, soprattutto se umida, possono esser presenti acari che, con le loro micro punture, irritano la pelle delicata del bambino. Sono dermatiti non gravi ma che possono provocare prurito e, se il bambino si gratta, si possono infettare.

Come prevenire le irritazioni?

Semplicemente bagnando il bambino spesso, per risciacquare la pelle da sudore e residui di sabbia: se l’acqua del mare è pulita, si può fare un veloce bagnetto, altrimenti va bene fare docce frequenti o spruzzare dell’acqua termale in spray (si trova in farmacia).

Se dopo però ci si espone al sole, va riapplicata la crema solare che, oltre ad evitare scottature, preserva l’integrità della pelle. (Leggi anche: Consigli per aiutare il bimbo a superare la paura del mare)

Quali sono invece le infezioni provocate dalla sabbia?

La più frequente è l’impetigine. Si tratta di un’infezione batterica superficiale che può insorgere sia su cute sana sia per infezione di lesioni già presenti, provocate ad esempio da dermatite o da punture di zanzare.

Come accorgersi se il bambino ha l’impetigine?

Si vede una lesione rotonda a stampo, come se fosse una scottatura da sigaretta; la pelle appare spellata e leggermente umida, con vescicole o bolle superficiali che si rompono presto e presto si ricoprono di croste. L’impetigine si diffonde molto rapidamente, soprattutto per auto contagio: il bambino cioè, grattandosi si può infettare e, toccandosi in altri punti del corpo, propaga l’infezione altrove ed ecco che in pochissimi giorni le lesioni da impetigine si moltiplicano. (Ti potrebbe interessare anche: Impetigine, cos'è e come si cura)

In che modo la sabbia favorisce l’impetigine?

La sabbia, soprattutto se umida, può essere un veicolo indiretto, che trasporta i batteri da un punto all’altro del corpo o da un bambino all’altro, specie se si considera che giocando con la sabbia con la pelle scoperta i contatti tra bambini sono molto più frequenti. Sfregando sulla pelle sudata del bambino, inoltre, la sabbia altera la barriera cutanea e su una cute non integra i batteri attecchiscono molto più facilmente. Se poi la spiaggia non è pulitissima o è frequentata da animali randagi ci può essere maggiore presenza di agenti infettivi, ma sono evenienze più rare, specie se si considera che quando si hanno bambini si frequentano solitamente bagni attrezzati e curati.

Che fare se si sospetta che il bambino abbia l’impetigine?

Se un genitore vede una lesione erosa, deve coprirla con un cerotto, meglio ancora con una garza e una retina, che evitano il propagarsi dell’infezione, dopodiché occorre rivolgersi al medico per avere una diagnosi certa: in ogni località di vacanza c’è la guardia medica, in alternativa si può inviare una foto col cellulare al pediatra o ad un dermatologo di fiducia, che consente al medico di riconoscere l’infezione.

(Leggi anche: 45 giochi da fare al mare con i bambini)

Come si cura l’impetigine?

Le lesioni vanno disinfettate e, trattandosi di batteri, curate con crema antibiotica, da applicare due volte al giorno sulle lesioni che si possono coprire, altrimenti anche tre volte al giorno, fino alla completa guarigione. Le croste vanno tenute coperte sia per evitare il contagio, sia per favorire l’assorbimento della pomata, sia per prevenire l’ulteriore inquinamento da parte di altri agenti esterni.

Quando serve l’antibiotico per bocca?

Quando le lesioni sono numerose o in zone delicate come il viso, che è difficile da coprire, oppure quando il bambino ha già malattie preesistenti che rendono più debole il suo sistema immunitario. In ogni caso la terapia antibiotica orale deve sempre essere decisa e prescritta dal medico. Anche se il bambino prende l’antibiotico orale, deve continuare ad applicare la pomata sulle lesioni. (Ti potrebbe interessare: Quando dare gli antibiotici ai bambini)

La sabbia può veicolare anche infezioni da funghi?

Sì, soprattutto la tigna, un tipo di fungo favorito dalla presenza di animali infetti sulla sabbia.

Come si riconosce la tigna?

All’inizio si presenta come un piccolo rilievo rosso, che lentamente si allarga guarendo al centro e assumendo una forma anulare, cioè di anello rosso nel contorno e con cute quasi sana al centro, con qualche squametta superficiale. La tigna può anche colpire il cuoio capelluto ed in tal caso provoca caduta dei capelli (alopecia) a chiazze. La diffusione è molto più lenta rispetto all’impetigine: se per vedere 3-4 chiazze di impetigine bastano pochissimi giorni, per vederne 3-4 di tigna occorrono circa 20 giorni! Anche la tigna è molto contagiosa.

Come si cura la tigna?

Con pomate antimicotiche da applicare sulle lesioni; se è interessato il cuoio capelluto, si usano lozioni specifiche. Come nel caso dell’impetigine, deve essere il medico a stabilire la natura dell’infezione e decidere il tipo e la durata della cura, che è in genere molto più lunga rispetto a quella dell’impetigine e che va protratta fino alla completa scomparsa delle manifestazioni.

Anche in questo caso le lesioni vanno coperte, per le stesse ragioni indicate per l’impetigine. (Leggi anche: Micosi o funghi della pelle nei bimbi)

Guarda anche il video: vacanze con i bambini, tutti i consigli da seguire

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