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Pollino, la leggenda della costellazione dei ladri

di Ettore Pettinaroli - 24.04.2014 - Scrivici

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La vetta più alta del Pollino ha un nome magnifico: Monte Dolcedorme. Si dice che i pastori del Pollino a una certa ora della notte, guardando il cielo proprio in direzione della cima del monte Dolcedorme, vedono comparire una strana sequenza di stelle: prima due vicine appaiate tra loro, poi altre due in coppia, quindi una stella isolata. Ecco la leggenda.

La vetta più alta del Pollino ha un nome magnifico: Monte Dolcedorme. Si dice che i pastori del Pollino a una certa ora della notte, guardando il cielo proprio in direzione della cima del monte Dolcedorme, vedono comparire una strana sequenza di stelle: prima due vicine appaiate tra loro, poi altre due in coppia, quindi una stella isolata. Un attimo dopo ne vedono una abbastanza distanziata con accanto (“addosso” dicono loro) una stellina e infine ecco un 'ultima stella dalla luminosità tremolante come se pulsasse e non sapesse quale strada percorrere. Questa particolare sfilata di astri è chiamata dai pastori “la costellazione dei ladri” e viene utilizzata per orientarsi di notte sulle montagne.

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Secondo una leggenda, durante un notte particolarmente buia due ladri entrarono in una stalla e rubarono due buoi. Fissarono alle corna dei due animali una lanterna per illuminare il cammino, ma fecero troppo rumore e il proprietario delle stalla si accorse di cosa stava succedendo. Questi prese a sua volta un lume e si lanciò all'inseguimento dei malfattori. La moglie del contadino però non volle rimanere in casa da sola e si mise sulle loro tracce portando con sé il figlioletto che teneva a sua volta un'altra lanterna per rischiarare la notte.

A quel punto anche il garzone del contadino, temendo l'arrabbiatura del padrone che lo avrebbe accusato di non aver badato ai buoi, accese un'ulteriore lampada e si avviò anch'esso in nella direzione di coloro che lo precedevano. Lui però si muoveva lentamente e con un passo timoroso. Oltre che del padrone aveva paura dei ladri, quindi avanzava titubante rimanendo sempre a distanza. Nessuno però riuscì a raggiungere chi lo precedeva e continuarono a inseguirsi l'uno con l'altro fino ad arrivare in cielo. E oggi, nelle notti limpide, tutti possono ancora osservarli.

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