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Con i bimbi a bordo del Bernina Express, il “trenino” rosso

di Nostrofiglio Redazione - 19.12.2012 - Scrivici

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Nostrofiglio ha chiesto alla famiglia di Miralda Colombo di andare alla scoperta del passo Bernina a bordo del trenino rosso. Visiteremo insieme a loro Tirano, Sankt Moritz, la val Poschiavo, il ghiacciaio Palu, le Alpi della Bergamasca, Thusis

Un segno rosso sul manto candido. Simile a uno stambecco, snello e leggero, attraversa lento il paesaggio di neve, risale senza fatica metro dopo metro, fino a raggiungere gli oltre 2000 metri del passo Bernina, costeggia laghi di ghiaccio. Sembra quasi sfiorare le case, accarezzare gli alberi appesantiti dalla neve appena caduta: c’è un sole pieno, reso più forte da una giornata di inverno azzurra e fredda, come capita di rado a dicembre. Siamo sul trenino rosso più famoso al mondo, che unisce Tirano, in Valtellina, a Coira, capitale del Cantone dei Grigioni, in Svizzera, per una lunghezza totale di 145 km, nella tratta alpina più alta d’Europa e tra le più ripide al mondo, realizzata nel 1910. Un viaggio affascinante e incredibile, dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Unesco nel 2008: esempio di opera ingegneristica e architettonica perfettamente inserita nel paesaggio di alta montagna, che si dipana fra 55 gallerie e 196 ponti e attira ogni anno oltre mezzo milione di viaggiatori.

Siamo appena partiti, io e Lea, da una parte, Lui e Alice, di fronte, completamenti immersi in un mondo di silenzio, lontano dal frastuono quotidiano. Indovino nelle carrozze, moderne e spaziose, la presenza di molte famiglie: si sentono le voci dei bambini, impazienti per il viaggio.

Al di là dell’ampia vetratura della carrozza panoramica un racconto di immagini che scorre in technicolor, talmente incredibile nella sua bellezza senza tempo. Un continuo susseguirsi di fermate che invitano a scendere e scoprire: oggi, noi, però, siamo solo viaggiatori dietro al finestrino.

La partenza da Tirano

Arrivati il giorno prima a Tirano, abbiamo dormito alla Contrada Beltramelli, un b&b incastonato in un sapiente e rispettoso recupero architettonico dove rivive l’atmosfera rurale di un tempo. La sera decidiamo di percorrere il tratto col Bernina, contrariamente ai programmi iniziali che avevano previsto la fermata finale a Sankt Moritz, fino oltre Filisur, fermandoci poco prima di Coira, così da poter ammirare i sei archi in pietra che sorreggono il viadotto sopra il torrente Landwasser.

Si tratta di un’ora in più a tratta rispetto alle due da Tirano a Sankt Moritz: incrocio le dita che le bambine, una di 5 anni e l’altra di 9 mesi si possano godere il viaggio.

Capisco, appena partiti, di aver fatto la scelta migliore. Siamo incollati al finestrino: ci lasciamo dietro il grigio delle ultime case sul confine italo-svizzero, mentre il treno sale simile a un serpente rosso inerpicandosi lungo il viadotto elicoidale di Brusio e guadagnando circa 30 metri di dislivello.

Si tratta di un’opera ingegneristica di grande spettacolarità che si staglia coi suoi archi in pietra nel candido biancore della giornata.

Da lì ci addentriamo nella val Poschiavo: il treno supera i primi paesi, perfettamente inserito tra case, strade, alberi, si ferma a Miralago, affiancandosi al lago di Poschiavo.

Contempliamo il paesaggio: le cime innevate si sdoppiano nelle acque del lago, mentre tutt’attorno la neve avvolge prati, riva e case. La luce intensa della giornata rende l’impatto ancora più sorprendente: pochi minuti e il treno riparte, puntuale.

La cima del Bernina: dove si incontrano le anime dell’Europa

Una voce spiega in diverse lingue che ci stiamo dirigendo verso la stazione dell’alpe Grum: io e Alice ci alziamo per indovinare le cime, la giornata serena dovrebbe permetterci di scorgere il ghiacciaio Palu e le Alpi della Bergamasca.

La stazione dell’Alpe Grum è un luogo senza tempo: il suo completo isolamento, la pietra naturale e le imposte in legno rosse, la vista che toglie il respiro. Dall’Alpe Grum partono percorsi e sentieri da percorrere a piedi fino a Poschiavo. E’ anche possibile fermarsi per mangiare qualcosa: giusto il tempo di una sosta a base di pizzoccheri e pane nero prima del prossimo convoglio.

Ci prepariamo a raggiungere il punto più alto: il passo del Bernina, 2253 metri di altezza.

Poco prima un’indicazione segnala il lago Nero e il lago Bianco, caratterizzati da un colore chiaro, reso quasi bianco dalle acque che giungono direttamente dai ghiacciai. Le acque del Lej Nair vanno verso il nostro mare Adriatico, le acque del Bianco nel Danubio per poi confluire verso il mar Nero. Un punto dove le due anime dell’Europa, quella del Nord e quella del Sud paiono congiungersi.

Dal Bernina a Thusis

All’Ospizio Bernina scendiamo per qualche minuto: qui è possibile pernottare e ci ripromettiamo di ritornare in una delle prossime estati. Il passo segna il passaggio dalla regione svizzera di lingua italiana e quella di lingua retoromancia.

Prima di scendere a Pontresina, punto di partenza per la romantica Val Roseg, riconosciamo le fermate di Lagalb e Diavolezza: un paio di anni fa avevamo fatto la salita in funivia fino alle cime della “diavolessa”, un panorama che trasmette la sensazione di essere sul tetto del mondo. Secondo la leggenda qui viveva una bellissima fata che faceva perdere l’orientamento ai passanti: i poveretti smarrivano la strada e scomparivano.

A Pontresina prendiamo la coincidenza per Samedan e poi Thusis, mentre il treno prosegue verso Sankt Moritz nella sua tratta più conosciuta.

Non ci pentiamo di quest’ultima ora di viaggio: con noi soprattutto sciatori e passeggeri con lo slittino che salgono e scendono godendosi la giornata all’aperto. Mangiucchiamo pane di segale, bresaola e formaggio di malga. A Thusis c’è il tempo di una foto con “La ragazza con la valigia” in attesa da decenni sulla banchina del suo treno.

Lo stambecco

E’ ora di ritornare. Ripercorrere gli stessi luoghi nella luce che si fa tenue e rossastra, ombreggiando il paesaggio, è un modo per riassaporare i luoghi appena attraversati. Sono gli stessi, e al medesimo tempo diversi. Alice e Lea dormono. Dal finestrino, improvvisamente uno stambecco.

E’ una figura netta ed elegante che si sottrae dal manto nevoso. Pare nemmeno accorgersi dal passaggio del segno rosso del nostro treno.

Per organizzare il viaggio

Per prenotare il biglietto (e avere tutte le info sulla tratta) clicca qui.

Dove dormire

Il nostro appartamento alla Contrada Beltramelli, 100 euro a notte con colazione (a disposizione anche una cucina), possibilità di cena su prenotazione.

Il sentiero escursionistico 33: dieci tappe per ammirare il trenino camminando.

La famiglia reporter

Miralda Colombo in viaggio con il marito e le due figlie Alice e Lea.

Miralda Colombo è giornalista e autrice del blog www.ilcucchiainodialice.it, nato in occasione dello svezzamento della figlia Alice e da cui è scaturito il libro di ricette per bambini "Il cucchiaino", ed. Gallucci.

Per Nostrofiglio.it Miralda ha realizzato anche l'utilissima Guida allo Svezzamento

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