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Lago Maggiore: gita all’eremo di Santa Caterina del Sasso

di Nostrofiglio Redazione - 19.02.2013 - Scrivici

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La nostra famiglia reporter non poteva farsi mancare un “classico“ del tour del lago Maggiore, uno dei suoi monumenti più famosi: l’eremo di Santa Caterina del Sasso

Arrivati dalla strada principale, (attenzione agli orari di visita, in quanto non c’è orario continuato durante la pausa pranzo) dobbiamo lasciare giù la macchina perché l’eremo è raggiungibile solo a piedi, è infatti collocato in una meravigliosa posizione ai piedi di un’imponente rupe rocciosa.

E’ presente, in realtà anche un ascensore di recente costruzione completamente scavato nella roccia, ma il percorso della scalinata, 268 gradini, offre degli scorci da cartolina molto belli, e poi, con un po’ di fantasia anche i più piccoli riescono ad apprezzare il percorso, non facendo, tutto sommato, neanche troppa fatica…

Arrivati in fondo alla scalinata si giunge al complesso attraverso un magnifico portico che affaccia completamente sul lago, ovviamente il panorama di cui si gode è spettacolare.

Prima di giungere al convento, si passa attraverso il suo cortile, dove a catturare l’attenzione dei bambini si trova un grande torchio in legno, usato nel passato per pigiare grosse quantità di uva.

Una volta entrati nelle varie sale si passa il tempo col naso all’insù, ammirando affreschi che anche i bambini trovano di particolare interesse, con la sola controindicazione poi, di rispondere a domande troppo grandi sul perché “quel Signore è stato crocifisso” “e perché aveva la corona di spine in testa” e perché perché perchè…

Una volta giunti all'interno dell'eremo ci imbattiamo in quello che per molti visitatori potrebbe essere la parte più interessante, le relique custodite in una teca aperta al pubblico del Beato Alberto Besozzi (fondatore dell'eremo che si rivolse a santa Caterina durante un naufragio al quale scampò).

Matilda, la nostra bimba di quattro anni, pur rimanendo affascinata si terrorizza alla visione di quella che crede essere Santa Caterina ("quella signora che dorme" con "la pelle così rovinata"). Per mesi sarà nei nostri discorsi e servirà a Matilda e a noi per esorcizzare la paura della morte.

Noi genitori risultiamo al momento un po' impreparati ad affrontare sia la visione che le troppe domande, per cui in fretta e furia ci lasciamo alle spalle, accompagnati da misteriosi e suggestivi canti monastici, la salma e il miracolo che pare dare il nome completo a questo luogo, detto "eremo di Santa Caterina del sasso ballaro" proprio perché cinque massi ballerini si staccarono dalla montagna sui cui l'eremo è eretto e caddero sul tetto della cappella rimanendo conficcati nella volta, miracolosamente sospesi sopra la teca senza creare quindi danni all'interno (ecco perché del buco sul tetto come mostra la foto).

Meglio ora salpare per le Isole Borromee, lasciandoci alle spalle il ricordo di un bellissimo posto ma non quello della nostra nuova amica immaginaria, la quale stuzzica ancora oggi la curiosità dei nostri bimbi…

“Mamma, Papà, vi ricordate quando abbiamo visto Santa Caterina? “

“Mamma, Papà, ma quanti anni ha Santa Caterina?”

La famiglia reporter

Ciao siamo la famiglia Rho Bontempo!

Mamma Erika, Papà Massimo, la principessa Matilda di 4 anni e Rocco, detto Coccolo, di 2 anni!

Viviamo a Milano con il nostro gatto Minkio che ci ciuccia sempre… a noi, mentre gli altri sono prede di grandi agguati!

Adoriamo i film, gli animali, l’aria, l’acqua e la terra!

Ci piace viaggiare, il nostro mezzo preferito è la fantasia…e la nostra station-wagon!

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