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Lombardia, la leggenda del Sass margunin

di Ettore Pettinaroli - 28.04.2014 - Scrivici

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Nei periodi di siccità uno scoglio emerge dalle acque del Lago Maggiore vicino ad Angera. Gli abitanti del luogo lo chiamano Sass margunin e rievocano una antica leggenda.

Si racconta che molti secoli fa nel castello nella Rocca di Angera viveva un nobile signore con la bellissima figlia Radegonda. Purtroppo la pace del castello e del borgo sottostante veniva periodicamente sconvolta dal marchese Margolfo che pretendeva sempre nuove tasse e quando gli abitanti non riuscivano a pagarle devastava case e campi.

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Radegonda ogni volta che in lontananza vedeva arrivare Margolfo si rifugiava nel suo padiglione nascosto tra i pioppi dell'isolino Partegora. Un giorno però non fece in tempo a fuggire, Margolfo la vide e subito decise di sposarla. Il papà non poté rifiutarsi, ma disse di ritornare dopo due mesi per poter preparare i festeggiamenti.

La bella Radegonda era disperata. Poco prima della data stabilita per le nozze, si recò sull'isolino per dare un addio ai suoi cari pioppi e all'usignolo che la rallegrava con le sue serenate. Sollevò lo sguardo verso il cielo e vide le nuvole che correvano veloci sopra i rami. Una di queste, la più bianca e luminosa, scese sull'isolino. La ragazza chiuse gli occhi abbagliata e quando li riaprì vide accanto a lei un giovane bellissimo: era il Principe delle nuvole che cercava di consolarla. Da allora Radegonda trascorse le sue giornate sull'isolino in compagnia del giovane.

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Giunse il giorno stabilito per le nozze. Margolfo non trovò Radegonda finché una vecchia malvagia rivelò il nascondiglio. Così Margolfo si gettò in acqua per raggiungerla a nuoto.

Allora il Principe delle nuvole chiese aiuto alle sue sorelle, le nuvole nere. Subito un fulmine colpì il marchese trasformandolo in un macigno che, per il peso, sprofondò nel lago.

Pochi anni dopo, però, la zona fu colpita da una tremenda siccità.

Le acque del lago si erano molto abbassate, e un giorno un pescatore che stava attraversando il tratto di lago che separa Angera dall'isolino Partegora schivò per un soffio uno scoglio che non aveva mai visto. Lo osservò e vide incisa sulla roccia la scritta "quando mi vedrete piangerete". E così fu, perché a causa della siccità quell'anno non crebbe nemmeno un filo d'erba. E ancora oggi quando per la siccità quello scoglio torna visibile l'erba cresce a stento. Proprio come dopo le scorrerie di Margolfo.

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