
Gallipoli: viaggio in Salento per bambini
vai alla galleryOggi ci fermeremo a Gallipoli, cittadina tutta da scoprire sulla sponda ionica dalle spiagge caraibiche. Ovviamente sarà un viaggio a misura di bambino
Il nostro viaggio nel Salento per bambini oggi vede come tappa Gallipoli. Il suo nome in greco significa “città bella”, e affascinante lo è davvero questa cittadina sulla sponda ionica. Non solo le sue spiagge vantano una sabbia ricca di conchiglie e un mare cristallino che nulla ha da invidiare a quello dei Caraibi, ma anche un centro storico tutto da scoprire che non mancherà di incuriosire i bambini.
Lasciamo l’auto, giriamo Gallipoli a piedi
Lasciamo l’auto in un parcheggio sul lungomare a ridosso della città vecchia, prima di addentrarci nel centro storico. Gallipoli per conformazione ricorda molto Siracusa, perché è divisa in due parti: il borgo nuovo, ovvero la parte più recente della città costruita su una penisola che si protende nel mar Ionio, e il centro storico che si trova su un'isola di origine calcarea, collegata alla terraferma attraverso un ponte ad archi.
Nelle vicinanze del ponte c’è la fontana greca, che pare sia la più antica d'Italia e si dice sia stata costruita intorno al III secolo a.C, anche se alcuni critici ritengono che fu costruita in età rinascimentale. Eleonora corre subito a bagnarsi le mani e a giocare con l’acqua e mi chiede chi sono le figure in bassorilievo: le spiego che si tratta delle metamorfosi delle mitologiche Dirce, Salmace e Biblide. Sull’altra facciata c’è lo stemma di Gallipoli, un’epigrafe in latino e le insegne di Carlo III di Borbone. In basso è collocato l’abbeveratoio: spiego alla nostra piccola turista che qui in passato si dissetavano gli animali e da qui, fino agli anni ’50, veniva prelevata l’acqua dalle famiglie che non avevano ancora l’acqua corrente in casa.

Il lungomare dove si erge la fontana è affollato da pescatori che stanno preparando le reti prima di andare in mare: Eleonora si unisce agli altri bambini che, probabilmente “cittadini” come lei, sono incuriositi da questa attività.
Ci sono anche alcuni ragazzini che hanno allestito un piccolo banchetto dove vendono conchiglie, spugne, piccole stelle marine e altri reperti marini oltre a oggetti creati con conchiglie e originalissimi bijoux. Mi avvicino incuriosita anche io e ne approfitto per fare shopping a buon prezzo: ecco un anello-conchiglia e un centrino-sottopentola. Dei souvenir un po’ kitsch secondo il giudizio del marito, ma secondo il mio molto originali!

A Gallipoli ogni angolo ricorda che il mare e la pesca sono parte della vita della cittadina, che vive di pesca e di turismo. Proprio qui accanto, tra l’altro, sorge la Chiesa del Canneto, la cui Madonna è legata a una leggenda cara ai pescatori gallipolini: secondo la tradizione, infatti, alcuni pescatori recuperarono dalle fiamme di un incendio nei pressi del porto un’icona della Madonna perfettamente intatta.

Curiosando per la città vecchia
Bene, è ora di varcare il ponte e andare a curiosare nella città vecchia. Da qui si ammirano le mura del castello angioino del XIII secolo, quasi completamente circondato dal mare con una costruzione si staglia sul proscenio di questa cittadella turrita e fortificata, tutta raccolta su una piccola isola che, interamente circondata da una cinta bastionata, si sviluppa per circa due chilometri. Lungo queste antiche mura c’è una strada panoramica, la riviera, che consente di passeggiare attorno all’isola guardando il panorama del mare.

Nella parte superiore della torre del castello si trovavano ancora le originarie catapulte e i cannoni usati per difendere la città. Eleonora, che è una fanatica delle principesse, mi chiede se il castello è abitato da qualche re o principe, e naturalmente rimane parecchio delusa nel sentire che ora è sede della Guardia di Finanza, mentre il Rivellino, cioè la cortina di levante, nel periodo estivo è adibito ad arena per il cinema.
Il mercato ittico
Per consolarla la porto a vedere il mercato ittico, uno dei più grandi e rinomati del Salento.
È qui, infatti, che arrivano la maggior parte dei pescherecci rovesciando il loro carico di pesce azzurro, orate e branzini, cernie e pesce spada, tonno, aragoste, vope, sgombri, scorfani, murene, cicale e seppie ma anche molluschi, tra i quali trionfano polipi, cozze e ostriche. Insomma, una vera e propria festa di colori fatta di pesce poggiato su cassette di plastica e legno che traboccano di ogni ben di dio. La nostra passeggiata è accompagnata dalle grida dei pescatori che, in stretto dialetto salentino lodano la propria merce e invitano i passanti a comprare. Alcuni poi, molto simpaticamente ci offrono dei molluschi aperti con il coltello, cozze, fasolari e ostriche per assaggiarli e provarne la freschezza. Dato che sono ormai le 19, alcuni venditori si sono attrezzati per l’aperitivo e propongono sushi accompagnati da un bicchiere di vino bianco fresco: ottimo e conveniente! Dal produttore al consumatore! Oltre al pesce pescato, qui è possibile acquistare anche oggetti decorativi come coralli, conchiglie e fantastiche spugne di ogni dimensione.


Deve essere davvero suggestivo trovarsi al porto quando arrivano i pescatori per accogliere grossisti e ristoratori ma anche visitatori e turisti, oltre che parecchio conveniente acquistare il pesce direttamente sulla banchina, ma per noi è davvero impossibile essere qui all’alba…
Guardando la varietà dei colori di questi banconi si può capire il segreto della celebre zuppa di pesce gallipolina, uno dei piatti forti di questa cittadina: gli ingredienti sono i classici pesci da brodetto come scorfani, ma anche pezzi di razza e pescatrice, tranci di cernia, grongo, saraghi e pagelli. In molti ristoranti di Gallipoli, inoltre, è tradizione mostrare il pesce crudo appena pescato per farlo scegliere al cliente.
Le viuzze della città vecchia
Ora ci inoltriamo nella città vecchia e nel suo dedalo di viuzze: le stradine sono davvero strette e tortuose, intricate secondo una tipologia urbanistico che richiama quella del mondo islamico: questo impianto, infatti, risale alla prima metà del 900 d.
C., periodo in cui la città fu conquistata dai Saraceni che la dominarono per circa 30 anni. La strada principale, via Antonietta De Pace, la divide in due zone, lungo la direzione est-ovest (che qui, come in tutte le città di mare, chiamano scirocco e tramontana) secondo una pianificazione classica delle città greche. È un continuo susseguirsi di palazzetti barocchi, alcuni ristrutturati altri più decadenti, alternati a trattorie, bed & breakfast, piccole botteghe che vendono spezie e peperoncino (qui ribattezzato il “viagra salentino”), olio, taralli e altre specialità locai, ma anche oggetti dell’artigianato tipico come statuine in cartapesta, fischietti in terracotta, ceramiche decorate con il tipico galletto, lampade e altri oggetti in pietra leccese, merletti ma soprattutto manufatti con conchiglie e spugne.


S. Agata e S. Cristina: patrone della città
Passeggiando per questa casbah, giungiamo davanti alla cattedrale barocca di S.Agata, la cui facciata adorna di statue in pietra leccese ricorda quelle delle chiese barocche che abbiamo ammirato a Lecce. Scopriamo però che Sant’Agata, patrona di Gallipoli, ha anche una “co-patrona”: si tratta di S.Cristina, alla quale i gallipolini sono devotissimi. La leggenda, infatti, vuole che da quando nel 1867 S.Cristina allontanò la peste dalla città, gli abitanti del posto non smisero mai di esserle grati e di onorarla ogni anno.

S.Cristina, infatti, viene festeggiata il 24 luglio e si tratta di una delle maggiori ricorrenze religiose e civili dell’estate gallipolina. Le celebrazioni hanno inizio il giorno precedente con sparo di colpi a salve nella prima mattinata, poi nel tardo pomeriggio si svolge la processione religiosa della statua della santa, prima per mare a bordo di pescherecci, e poi a terra per le vie della città. Il giorno successivo c’è il tradizionale concerto della banda e la sera uno spettacolo di fuochi d’artificio nel porto che viene ripetuto anche il terzo giorno di festività.
Durante tutta la durata dei festeggiamenti vi è un tradizionale mercato serale nel corso principale di Gallipoli che, per l’occasione, viene addobbato con ricchissime luminarie.
Sempre in occasione della festa di S.Cristina si svolge anche la cuccagna a mare, un’antichissima tradizione popolare gallipolina che consiste nel sistemare sulla banchina del porto un palo di legno in posizione orizzontale parallelo al mare con un leggero angolo verso l’alto. Il palo è interamente ricoperto di grasso e sull’estremità è fissata un’asticella con una bandiera tricolore. Lo scopo del gioco è riuscire ad afferrare la bandiera superando le difficoltà dovute all’inclinazione e soprattutto al grasso che rende il palo scivoloso. Per quanto possa sembrare facile, non lo è affatto, anzi sono proprio le cadute a mare il vero divertimento: c’è chi cade con un tuffo portentoso, chi in modo alquanto ridicolo, ma sempre spronati dal pubblico che tifa e incita a suon di grida e applausi. Inutile dire che Eleonora si è divertita da matti, e non solo lei…
La famiglia reporter

Ciao a tutti! Siamo la famiglia De Paolis: mamma M.Cristina, giornalista professionista di 46 anni, papà Giuseppe, ingegnere di 45 ed Eleonora, aspirante principessa di 5 anni e mezzo. Abitiamo a Milano ma abbiamo origini salentine e trascorriamo gran parte di ogni estate in questa meravigliosa zona che vanta due mari e una terra rossa come in nessun altro posto: ma anche se la conosciamo in ogni angolo, ci piace ogni volta riscoprirne luoghi, sapori e tradizioni. Da ricordare e riassaporare durante il grigio e lungo inverno milanese
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