Secondo una leggenda nella seconda metà del IX secolo Maria, la figlia del Doge Orso I Partecipazio, si era perdutamente innamorata di Tancredi, un ragazzo di grande coraggio e doti morali ma di umile estrazione sociale. Il padre della giovane ovviamente era contrario alla relazione. Come si usava al tempo, la sua diletta Maria doveva infatti sposare soltanto un uomo che fosse almeno del suo stesso lignaggio. Così la fanciulla suggerì all'amato Tancredi di andare in guerra per far sì che le sue gesta eroiche prendessero il sopravvento sulle sue modeste origini e lo rendessero degno di sposarla anche agli occhi del padre.
Tancredi combattè valorosamente agli ordini di Carlo Magno contro i Mori di Spagna e divenne in poco tempo famoso in tutto il mondo per il suo grande ardimento, ma durante l'ennesima battaglia fu ferito mortalmente e cadde su un roseto. Nemmeno in punto di morte, però, dimenticò la sua adorata Maria. Con le ultime forze rimaste Tancredi scelse un bocciolo intriso del rosso del suo sangue e lo affidò al fedele amico Orlando affinché lo consegnasse a Maria in segno di ulteriore testimonianza del suo sentimento.
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Orlando mantenne l'impegno e consegnò il messaggio d'amore di Tancredi alla nobildonna. Il mattino successivo, però Maria fu trovata morta nel suo letto con il bocciolo di rosa fattole recapitare dal suo spasimante sul petto. Era il 25 aprile, festa di san Marco patrono della città.
Da quel giorno la tradizione vuole che lo stesso bocolo sia donato dai veneziani (grandi e piccini) alle persone amate per esprimere i propri sentimenti. Sono passati quasi 1200 anni. Ma nessuno se ne dimentica mai.