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No ai neonati in spiaggia almeno fino ai sei mesi di età

di Lorenza Laudi - 10.06.2021 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Un no secco ai neonati in spiaggia almeno fino ai sei mesi di età. Per loro è anche sconsigliato l'uso di filtri solari. I consigli di IMI

Posso portare il neonato in spiaggia con me? Il no secco ai neonati in spiaggia almeno fino ai sei mesi di età arriva da IMI, Intergruppo Melanoma Italiano. Per i neonati è anche sconsigliato l'uso di filtri solari. Non vanno portati al mare d'estate neanche se sistemati al riparo dell'ombrellone. Molta cautela tra i 6 mesi e un anno e in ogni caso solo durante le prime ore della mattina e il tardo pomeriggio. Sono le regole suggerite dall' IMI, Intergruppo Melanoma Italiano per esporsi al sole in sicurezza.

Abbronzatura non vuol dire salute

"Complice il lungo lockdown per la Covid 19 – afferma il presidente IMI Ignazio Stanganelli, direttore della Skin Cancer Unit dell' IRCCS Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumore professore associato dell'Università di Parma – con le prime giornate di caldo e bel tempo c'è più che mai la voglia di stare all'aria aperta. Ma non dobbiamo abbassare la guardia. Abbronzatura non vuol dire salute. Anzi, se non si seguono le regole della corretta esposizione si rischia di abbassare le difese immunitarie con danni permanenti alle cellule. E a farne le spese sono i più piccoli."

Il rischio delle scottature in età pediatrica

Le scottature in età pediatrica sono un fattore che predispone al melanomatumore maligno della pelle, che si sviluppa dal melanocita: dalla cellula adibita alla produzione di melanina che, a sua volta, è responsabile del colore della pelle. E i numeri parlano chiaro.

Secondo i dati della Campagna di sensibilizzazione IMI "Il Sole per Amico" si brucia ancora il 9,4% dei bambini. Non solose da un lato negli ultimi 15 anni è aumentato del 14,7% l'uso di creme solari (dal 71,1% all'85,8%) e dell'11,1% (dal 19,7% al 28,8%) l'uso della maglietta ogni volta che si sta al sole, dall'altro il cappello invece non viene considerato un mezzo di protezione tanto che è aumentato del 6,6% chi non lo usa mai (dal 20,9% al 26,5%).

Occhi grigi, azzurri o marrone verdi. Capelli biondi o rossi, pelle chiara con efelidi e nei sulle braccia. È questo l'identikit dei bambini italiani più esposti alle scottature.

Chi ha gli occhi chiari o marrone/verde corre un rischio solo lievemente più alto di bruciarsi al sole, ma l'eventualità cresce sensibilmente per chi ha più di 20 nei sulle braccia e addirittura raddoppia per chi ha una pelle molto chiara rispetto a chi ne ha una scura.

Complessivamente il 25,5% del campione dei 12.188 alunni di 66 scuole in 52 città intervistati per la Campagna 'Il Sole per Amico" ha subito almeno una scottatura solare nel corso della vita (età media alla prima scottatura 5,7 anni) e il 23,3% episodi di esposizione solare intensa durante l'anno responsabili di bruciature nel 9,4% dei casi.

Il 75,6% dei bambini ha trascorso le vacanze lontano dal luogo di residenza. Il 87,7% è stato al mare, il 30,3% in montagna, il 12,4% è stato in settimana bianca e l'8,2% vacanze in altri luoghi.

Per quanto riguarda le protezioni, il 73,5% dei genitori ha affermato di aver fatto indossare ai figli il cappellino qualche volta o sempre, il 73,6% di aver fatto usare la maglietta, il 54,2% gli occhiali da sole e l'85,8% di aver sempre spalmato le creme solari.

Il 84,2% dei bambini ha usato un fattore di protezione alto e solo l'1,1% un fattore basso.

Altri fattori associati alle scottature sono: l'età dei bambini, il trend cresce di anno in anno; il titolo di studio dei genitori, con un rischio maggiore associato ad un livello di istruzione più basso; l'uso sporadico delle creme solari o con un fattore protettivo basso: l'uso di lampade abbronzanti nei genitori.

 La scelta della crema solare per bambini

"La crema solare – sottolinea Stanganelli – deve essere scelta sempre il base al proprio fototipo.

Ma per i bambini è sempre consigliata la protezione massima (Spf +50). Se poi le mete sono quelle tropicali o si è ai primi giorni di esposizione, le creme solari non sono sufficienti a proteggere i bambini. Per questo è bene fare uso di magliette e altri indumenti protettivi. Occhiali da sole compresi. In ogni caso l'esposizione deve essere lenta e graduale, per un tempo limitato e sempre protetti."

Niente scuse invece per chi afferma che il sole serve per fissare la vitamina D sulle ossa: "bastano pochi minuti di esposizione al giorno – continua Stanganelli - e poi, per fortuna viviamo in un Paese in cui il sole c'è tutto l'anno''.

Grazie alle continue e ripetute campagne di prevenzione, nonostante quasi un bambino su quattro (23,3%) subisca una esposizione intensa soprattutto al mare (87,7% del campione), la prevalenza delle scottature è calata del 4,4% negli ultimi 15 anni.

Nonostante i numerosi sforzi in Italia, nel 2020, sono stati stimati, secondo i dati dell'Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM), 14.863 nuovi casi di melanoma invasivo, in incremento del 20% rispetto al 2019.

Anche per il melanoma vale la regola 'prevenire è meglio che curare', facciamo attenzione alle 'scorpacciate' di sole.

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