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Fecondazione assistita, boom di gravidanze con tre gemelli

di Nostrofiglio Redazione - 09.03.2009 - Scrivici

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Le gravidanze plurigemellari sono un rischio per la madre e i bambini, hanno detto gli esperti nel corso di un convegno sulla procreazione assistita che si è tenuto a Venezia. Il sottosegretario Roccella difende la legge 40 e dice:interverremo con decisione.

Le gravidanze trigemine sono aumentate di circa il 50%, specialmente nelle donne al di sotto dei 37 anni, dall'introduzione della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita (dal 2004). Il dato è stato reso noto la scorsa settimana a Venezia, nel corso del tredicesimo Congresso mondiale della International Academy of Human Riproduction, che si è concluso ieri 8 marzo.

“Sono gravidanze che mettono a rischio sia la madre che i bambini - ha detto Pasquale Patrizio, direttore della divisione della medicina riproduttiva del centro di fertilità di Yale (Usa) -. Il trend italiano è opposto a quello degli altri Paesi europei, dove ogni anno si registra una lenta ma costante diminuzione delle nascite multiple”.

Secondo Patrizio questa legge “penalizza le donne, fa aumentare i cicli necessari per ottenere le stesse possibilità di successo, e le costringe a un vero esilio riproduttivo in altri Paesi”. I dati sulla procreazione assistita sono stati appena trasmessi dall’Istituto superiore di sanità al ministero del welfare. I tecnici del sottosegretario Eugenia Roccella ci stanno lavorando per presentare al Parlamento entro giugno la terza relazione sullo stato dell’arte della fecondazione assistita.

Sui parti trigemini il sottosegretario ha detto: “I parti plurigemellari sono un rischio per la donna – si legge sul Corriere della sera – Renderemo pubblico l’elenco dei centri dove queste percentuali toccano punte inaccettabili, oltre il 7%, contro la media europea dell’1,3%”.

Laddove le tecniche vengono applicate in modo scrupoloso, i parti trigemini si possono ridurre molto. “In alcune strutture la percentuale è appena dello 0,7% - ha detto Roccella - è una questione di scrupolo e attenzione”.

Il sottosegretario difende la legge 40: “La legge funziona. Le critiche derivano dal fatto che il crollo delle gravidanze avuto nel primo anno di rilevamenti non poteva essere confrontato con precedenti indagini scientificamente attendibili in quanto mancava un registro obbligatorio”. Nel 2007 le gravidanze con tecniche di 2° e 3° livello (Fivet e Icsi) sono passate da 6.200 a 7.850.

La percentuale di successo è salita dal 18% al 19,6%; le coppie sono passate da 43mila a 55.400; i centri da 169 a 181. I nati nel 2007 sono 6.486 contro i 3.385 del 2005, oltre 9mila (5mila nel 2005) se si tiene conto anche delle tecniche semplici di inseminazione).

E’ aumentata però l’età media delle pazienti: 36 anni contro i 35,4 di due anni prima e il 25,3% ha più di 40 anni. “Dopo i 40 anni le probabilità di successo si riducono – conclude Roccella -. In generale la donna italiana fa figli tardi perché il desiderio di maternità è ostacolato da difficoltà pratiche. Crisi economica, lavoro, servizi materno-infantili carenti. C’è un tempo per avere bambini e la procreazione assistita non è la soluzione se si decide di rinviare”.

Da una ricerca Censis effettuata nel mese scorso, emerge che il 71% delle coppie intervistate ritiene che la legge sulla procreazione assistita si preoccupi troppo degli aspetti etici, l'80% pensa che chi è infertile sia svantaggiato in Italia rispetto a chi vive negli altri Paesi europei, il 77,4% che penalizzi i meno abbienti, e il 32,5% ammette la fecondazione eterologa.

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