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Isterosalpingografia: si può iniziare una gravidanza subito dopo?

di Simona Regina - 29.06.2022 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Isterosalpingografia e gravidanza. Quando fare questo esame e quando iniziare una gravidanza. Ne parliamo con Giuseppe Ricci  

In questo articolo

Isterosalpingografia e gravidanza

Quando fare questo esame e quando aspettare dopo l'isterosalpingografia per iniziare una gravidanza?

Lo abbiamo chiesto al professor Giuseppe Ricci, direttore della Clinica Ostetrica e Ginecologica dell'IRRCS materno infantile Burlo Garofolo di Trieste

Isterosalpingografia: come analizzare la morfologia di utero e tube

Che cos'è l'isterosalpingografia?

L'isterosalpingografia è un esame che si fa per valutare la pervietà delle tube di Falloppio: cioè, se le tube hanno delle alterazioni che impediscono l'incontro fra l'ovulo e lo spermatozoo. 

Lo spermatozoo, infatti, quando arriva in vagina deve risalire attraverso l'utero per incontrare, nella tuba (salpingi), l'ovulo (se il rapporto avviene in coincidenza dell'ovulazione).

L'isterosalpingografia è un esame radiologico: si fa dunque con i raggi X.

Per l'esecuzione dell'esame viene iniettato in utero un mezzo di contrasto, un liquido che è opaco ai raggi X e fa la strada degli spermatozoi: se lo vediamo fuoriuscire dalle tube in peritoneo possiamo dire che non ci sono ostacoli; se, invece, il liquido non fuoriesce dalla tuba è probabile che la tuba sia chiusa (in alcuni casi l'esame può dare un esito falso, ovvero indica un'ostruzione che non c'è).

L'obiettivo di questo esame è analizzare la morfologia della cavità uterina e delle tube, per verificare che non ci siano ostacoli al percorso degli spermatozoi che ne impediscano l'incontro con l'ovulo.

La sonoisterosalpingografia: un esame ecografico

Che cos'è la sonoisterosalpingografia?

Da un po' di anni l'isterosalpingografia è stata per lo più sostituita con la sonoisterosalpingografia che ricalca la stessa modalità ma è un esame ecografico. Ha dunque il vantaggio di non sottoporre a radiazioni. La procedura è comunque simile: si inietta un liquido nell'utero e con l'ecografia si osserva come questo liquido passa attraverso le tube. L'utilizzo di un mezzo di contrasto rende meglio visibili la cavità uterina e il lume tubarico normalmente non visibile.

L'esame viene eseguito in ambulatorio, senza utilizzare anestesia locale. Si monitora il passaggio del fluido nella cavità uterina, a livello delle tube e intorno all'ovaio. Se il passaggio avviene senza ostacoli significa che le tube sono aperte.

Questo esame richiede circa 10-15 minuti e solitamente viene fatto nella prima parte del ciclo - tra l'8 e il 12 giorno del ciclo - per evitare che possa interferire con una eventuale gravidanza in corso.

Sospetto di infertilità: gli esami da fare

Quando sono consigliati questo tipo di esami?

In genere una coppia inizia una serie di indagini se la gravidanza non arriva dopo uno/due anni di rapporti non protetti intenzionalmente fecondi. 

Si fanno dunque l'esame del liquido seminale dell'uomo ed esami per capire se la donna ha l'ovulazione. E si ricorre alla sonoisterosalpingografia per valutare appunto eventuali alterazioni a livello dell'utero e delle tube che ostacolano l'incontro tra spermatozoo e ovulo.

Se dopo un anno o due di rapporti non protetti nel periodo fertile - molto dipende dall'età della coppia - la gravidanza non arriva sorge un sospetto di infertilità e si iniziano a fare delle indagini.

Quando aspettare per una gravidanza

Si può cercare una gravidanza subito dopo l'esame?

Nel caso dell'isterosalpingografia non subito: si può cercare una gravidanza dalla mestruazione successiva all'esame. 

Nel caso della sonoisterosalpingografia, invece, bisogna evitare rapporti non protetti fino al giorno dell'esame, mentre subito dopo l'esame si può cercare una gravidanza.

Alcuni studi suggeriscono un lieve aumento della probabilità di gravidanza dopo questi esami: il liquido, passando nelle tube, rimuoverebbe eventuali detriti presenti. Ma è solo un'ipotesi.

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Giuseppe Ricci

Giuseppe Ricci è docente all'Università di Trieste e direttore della Clinica Ostetrica e Ginecologica dell'IRRCS materno infantile Burlo Garofolo di Trieste. Si è sempre occupato in particolare di temi riguardanti l'infertilità di coppia, sia in ambito clinico, sia in ambito di ricerca.

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