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22 settembre, Giornata nazionale della fertilità. Consigli per tutelarla

di Sara De Giorgi - 21.09.2020 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Il 22 settembre è la Giornata nazionale della fertilità, istituita nel 2016 per promuovere l'informazione ai cittadini sul tema della fertilità umana. Nell'articolo, e in occasione di questo evento importante, ci sono i consigli dell'Istituto Superiore di Sanità per tutelare la fertilità maschile e femminile.

In questo articolo

Il 22 settembre sarà celebrata la IV Giornata nazionale di informazione e formazione sulla fertilità con l'obiettivo di promuovere l'attenzione e l'informazione sul tema della fertilità umana.

Questo evento, indetto con Direttiva del presidente del consiglio dei ministri 28 luglio 2016, ha lo scopo di favorire la cultura della salute sessuale e riproduttiva nelle migliori condizioni biologiche, anche mediante il coinvolgimento di Istituzioni, degli ordini dei medici, delle società scientifiche, delle farmacie, delle scuole e delle famiglie, ed è un'attività del Piano Nazionale Fertilità.

L'iniziativa prevede la diffusione di informazioni ai cittadini sul ruolo della fertilità nella loro vita, l'assistenza sanitaria in difesa della fertilità, la promozione di interventi di prevenzione e diagnosi precoce delle malattie dell'apparato riproduttivo e lo sviluppo nelle persone della conoscenza delle caratteristiche funzionali della loro fertilità. Tutto ciò fa parte di una volontà di rileggere la fertilità come bisogno dell'intera società, in linea con i principi della politica europea "Health 2020: The European policy for health and well-being" e dell'Agenda2030 dell'ONU.

Ecco, dunque, i consigli dell'Istituto Superiore di Sanità per preservare la fertilità maschile e la fertilità femminile.

Consigli per proteggere la fertilità maschile

Ecco i consigli, elaborati dall'Istituto Superiore di Sanità, da seguire per preservare la fertilità maschile.

  1. NON FUMARE. Il fumo danneggia gli spermatozoi. Gli spermatozoi prodotti sono di meno e soprattutto sono meno vitali. La cattiva qualità degli spermatozoi porta ad una riduzione dei concepimenti e ad un aumento del numero di aborti spontanei. Quante più sigarette si fumano, tanto più diminuiscono gli spermatozoi e cresce il rischio di danni al DNA. Il fumo sembra incidere anche sulla capacità fecondativa in sé dello spermatozoo: questo spiegherebbe la scarsa fertilità riscontrata in fumatori che pure hanno per altri versi un liquido seminale normale.
  2. ATTENZIONE ALLE INFEZIONI. Le infezioni da virus o batteri possono causare alterazioni di importanti organi dell'apparato genitale maschile. Possono provocare inoltre stenosi, fino all'ostruzione dei dotti che portano il liquido seminale dall'epididimo al pene (dotti deferenti), il che ne ostacola la fuoriuscita o la riduzione dello sperma prodotto (oligospermia). Le conseguenze sulla fertilità maschile sono evidenti: basti pensare che il test per la ricerca della Chlamydia è risultato positivo nel 50% dei maschi infertili.
  3. NON BERE. L'alcol danneggia sia la produzione che la qualità degli spermatozoi. Sono stati osservati danni al liquido seminale sia per quanto riguarda la concentrazione che la loro motilità, vitalità e struttura, con un aumento di danni irreversibili alla coda e una riduzione della capacità di fecondazione. Smettere di bere, se non ci sono danni agli organi, fa recuperare la fertilità e preserva l'attività sessuale.
  4. NON DOPARTI (steroidi anabolizzanti). Gli steroidi anabolizzanti sono derivati sintetici del testosterone, modificati per stimolare la produzione di proteine per aumentare la forza e la massa muscolare. Per ottenere ciò è necessario però doparsi in modo sistematico, ma gli anabolizzanti, se usati ad alte dosi e per molto tempo, hanno effetti collaterali gravi sia di tipo organico che psichico. Infatti, a causa degli alti livelli di testosterone nel sangue dovuti all'assunzione, si blocca la produzione endogena dell'ormone maschile.
  5. ATTENZIONE AL CALDO. Gli spermatozoi sono molto sensibili al caldo: è per questo che i testicoli sono posti al di fuori del corpo. Spesso però le condizioni lavorative e di vita espongono lo scroto (la "borsa" in cui sono contenuti i testicoli) a temperature che, anche se apparentemente non alte, sono sufficienti - basta un grado in più - a danneggiare gli spermatozoi, soprattutto se protratte per un lungo periodo (si pensi ad esempio ai lavori che comportano lo stare seduti per molte ore al giorno, come nel caso dei tassisti e dei camionisti).
  6. CONSERVA IL SEME SE DEVI CURARTI CON RADIAZIONI E/O FARMACI ANTITUMORALI. Spesso per curare un tumore è necessario ricorrere a terapie che comportano, nella stragrande maggioranza dei casi, sterilità, a volte temporanea a volte definitiva. Naturalmente molto dipende dal tipo di terapia utilizzata, dalla sua durata e dall'effetto combinato di farmaci o dei trattamenti. Occorre valutare le conseguenze caso per caso. 

Consigli per proteggere la fertilità femminile

Di seguito, invece, i consigli dell'Istituto Superiore di Sanità per tutelare la fertilità femminile.

  1. NON ASPETTARE TROPPO TEMPO. Se vuoi un figlio non aspettare troppo. Infatti, mentre gli spermatozoi vengono prodotti continuamente, le cellule uovo sono le stesse per tutta la vita e con il passare del tempo invecchiano. Per questo motivo la fertilità delle donne diminuisce già dopo i trent'anni, dopo i 35 anni è del 50% e subisce un calo molto significativo dopo i 40. Con l'età, inoltre, aumenta il rischio di anomalie cromosomiche nel bambino, come ad esempio la Sindrome di Down e di malattie che colpiscono l'apparato riproduttivo femminile, come l'endometriosi o i fibromi uterini. Con l'età aumenta il rischio di abortività, e di complicanze ostetriche come il distacco di placenta, necessità di ricorrere al taglio cesareo, difficoltà di ossigenazione e nutrimento del feto. Anche la fecondazione assistita non può fare miracoli: l'età degli ovociti condiziona molto il risultato.
  2. NON INGRASSARE E NON DIMAGRIRE TROPPO. Il peso, non solo l'obesità ma anche l'eccessiva magrezza, condiziona la fertilità. Nelle riserve di grasso del corpo si accumula un ormone (androstenedione) -che più si ingrassa più aumenta- che altera l'equilibrio ormonale e di conseguenza scompensa la regolazione delle mestruazioni causando infertilità. Le donne sottopeso soffrono di un'assenza di mestruazioni (anenorrea) che spesso è accompagnata da assenza di ovulazione, e in questo caso sono infertili. Per fortuna, però, recuperare il peso-forma, vuol dire nella maggior parte dei casi avere di nuovo cicli regolari e tornare ad essere fertili. E' importante che chi è infertile e ha problemi di peso, prima di sottoporsi a terapie specifiche, recuperi il proprio peso-forma: spesso è sufficiente.
  3. NON FUMARE. Le donne che fumano sono meno fertili, hanno un indice di fecondabilità (possibilità di concepire per ciclo) ridotta, e impiegano più tempo a restare incinte (in media più di un anno).  Il fumo, infatti, è dannoso per le ovaie femminili, perché le sostanze tossiche come la nicotina alterano la motilità tubarica ostacolando il trasporto degli ovociti e l'incontro con gli spermatozoi. Inoltre, provoca la diminuzione della produzione di progesterone con alterazione del ciclo mestruale e modifica dell'endometrio ostacolando l'annidamento dell'ovocita fecondato. Oltre a ciò si registra nelle donne fumatrici un anticipo della menopausa.
    Naturalmente la gravità del danno dipende da quante sigarette e da quanto tempo una donna fuma: danni sono stati accertati con 20 o più sigarette al giorno, ma effetti negativi ci sono anche con 10. Il fumo, in aggiunta, ha conseguenze negative sulla gravidanza e sul feto. E' associato ad un aumento di aborti spontanei, al rischio di parti pretermine e di gravidanze extrauterine e alla nascita di bambini con peso più basso della norma. Smettere di fumare è quindi molto importante. 
  4. STAI ATTENTA ALLE INFEZIONI. Le infiammazioni dell'apparato genitale femminile sono una delle cause più diffuse di infertilità. Sono provocate da infezioni trasmesse attraverso i rapporti sessuali come la Sifilide, la Gonorrea e la Chlamydia. L'infertilità è dovuta sia ad un effetto immediato in quanto l'infezione altera temporaneamente l'equilibrio chimico della vagina con conseguenze sulla sopravvivenza degli spermatozoi, sia ad un effetto a lungo termine qualora l'infezione sia risalita verso le tube provocandone la chiusura. Trascurare un'infezione, infatti, significa correre un rischio di infertilità molto alto: dopo tre episodi di salpingite (infiammazione alle tube o salpingi nota come PID: Pelvic Inflammatory Disease) la possibilità di danno alle tube è del 50%. Se compare una sintomatologia pelvica, non aspettare che la malattia diventi cronica, ai primi sospetti consulta il tuo ginecologo e corri ai ripari.
  5. NON BERE ALCOL. Bere alcol, anche in quantità non elevate, danneggia la salute riproduttiva. Per la donna, che ha una capacità ridotta di metabolizzare l'alcol, la quantità di consumo giornaliero non deve superare 1 o al massimo 2 bicchieri di una qualsiasi bevanda alcolica. L'alcol infatti, oltre alle conseguenze generali sulla salute, può causare una minore produzione di ormoni femminili (alterazione degli estrogeni). Per questo motivo, bere in adolescenza è particolarmente grave. Anche le 'bevute occasionali' non sono innocue come potrebbe sembrare e possono causare, se ripetute, irregolarità mestruali, assenza di ovulazione e conseguente infertilità temporanea. Bere molto danneggia gli organi interni (soprattutto il fegato), rende le ossa fragili e meno compatte, e naturalmente provoca irregolarità mestruali (fino all'assenza di mestruazione) e infertilità. Se assunto in gravidanza, infine, l'alcol ha conseguenze serie per il bambino, che va incontro a deficit cognitivi gravi e anche molto gravi, a seconda di quanto si è bevuto (sindrome feto-alcolica). I danni sono oramai ben noti e riguardano soprattutto l'attenzione, la capacità di calcolo, l'apprendimento di nuove informazioni e comportamenti, l'adattamento sociale. Non bere: il danno è maggiore di quanto pensi, ha effetti che durano più di quanto immagini, e, se sei incinta, puoi compromettere seriamente l'intelligenza di tuo figlio.
  6. SE SEI IN ETA' POTENZIALMENTE FERTILE O IN ETA' PEDIATRICA E DEVI SOTTOPORTI A TRATTAMENTI ANTITUMORALI, E' BENE CHE PRESERVI LA TUA FERTILITA'. Ci sono diverse strategie per farlo:
    • Protezione farmacologica mediante gli analoghi del GnRH:
    si somministrano alla paziente, al fine di "addormentare" il lavoro delle cellule della riproduzione per limitare i danni provocati dai trattamenti terapeutici per la cura del tumore.
    • Congelamento degli embrioni:
    è la tecnica più efficace, ma in Italia è consentita solo se la coppia è stabile ed ha un'infertilità certificata da uno specialista. Gli embrioni da crioconservare si ottengono mediante tecniche di fecondazione in vitro. 
    • Congelamento degli ovociti:
    Gli ovociti, dopo opportuna stimolazione ormonale, dell'ovaio, che con protocolli studiati per queste pazienti sono ormai molto brevi (7/10 giorni) e possono essere iniziati immediatamente, vengono prelevati con un piccolo intervento chirurgico per via vaginale, e poi crioconservati in azoto liquido. In Italia è una tecnica sviluppata ed efficace, per cui è la tecnica più diffusa.
    • Congelamento del tessuto ovarico (tecnica ancora sperimentale):
    Si attua prelevando delle striscioline di tessuto ovarico, con un intervento chirurgico, per via laparoscopica che vengono poi conservate in azoto liquido fino a quando la paziente non sarà guarita e non sarà in grado di sottoporsi al reimpianto. Questa tecnica non prevede la stimolazione ovarica per cui la paziente può essere operata subito e poi essere immediatamente sottoposta alle terapie antitumorali. La tecnica ovviamente non necessita della presenza di un partner ed è l'unica soluzione per preservare la fertilità nelle bambine in età prepuberale. Essendo ancora una tecnica sperimentale presenta ovviamente delle criticità. In tutto il mondo ci sono ancora solo una trentina di bambini nati dopo reimpianto di tessuto ovarico, e non sappiamo quanti interventi di reimpianto sono stati fatti (vengono pubblicati in letteratura solo i successi).
    Quindi, prima di iniziare qualunque terapia antitumorale, chiedi al tuo medico se puoi preservare la tua fertilità.

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