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Infertilità femminile, i disturbi ovulatori

di Cristina Ferrario - 02.05.2013 - Scrivici

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Fonte: Stocktrek Images, Inc. / Alamy / IPA
Una causa diffusa di sterilità femminile è la mancata ovulazione o anovulazione. Nella maggior parte dei casi, ciò è dovuto a carenze ormonali.

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“Il ciclo ovarico è un fenomeno estremamente complesso, che dipende dall'integrazione tra gli effetti di molti e diversi ormoni. Per questo, non è sorprendente che una causa assai diffusa di infertilità femminile sia la mancata ovulazione o anovulazione, nella maggior parte dei casi dovuta a carenze ormonali” spiega il professor Carlo Flamigni, ginecologo e membro del Comitato nazionale di bioetica.

Un chiaro segno che c'è qualcosa che non va a livello di ovulazione è dato dall'assenza di mestruazioni (amenorrea) o dalla presenza di cicli irregolari, che possono essere meno frequenti rispetto alla norma (oligomenorrea), ma anche più frequenti. "Nelle fasi che precedono la menopausa prematura e precoce, la frequenza dei cicli mestruali può aumentare come conseguenza dell’ aumento dell’ormone FSH, cui fa seguito una diminuzione dei giorni necessari per la maturazione del follicolo" spiega il ginecologo Carlo Flamigni. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le cause dell'insufficienza ovulatoria - che sono molto complesse - possono essere distinte in tre gruppi. Vediamo:

Gruppo 1: Insufficienza ipotalamo-ipofisaria


Le donne con questa condizione non hanno alcun flusso mestruale (amenorrea) e presentano bassi livelli di gonadotropine (ormoni come FHS o LH, prodotti dall'ipofisi) e di estrogeni. I livelli di prolattina risultano invece nella norma.

L’anovulazione, nel Gruppo 1, può essere determinata da:

  • insufficienza ipofisaria, per esempio incapacità genetica di produrre LH o FSH;
  • insufficienza ipotalamica, dovuta a grave perdita di peso, come può verificarsi in casi di anoressia, ansia, eccessivo esercizio fisico o incapacità genetica a produrre l'ormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH).

Spesso, però, le cause dell'insufficienza ipotalamo-ipofisaria rimangono sconosciute.

Il trattamento può prevedere la somministrazione di gonadotropine, l'infusione pulsatile di GnRH e interventi sullo stile di vita, per esempio per normalizzare il peso intervenendo su dieta e livelli di esercizio fisico.

Gruppo 2: Disfunzione ipotalamo-ipofisaria


Le donne di questo gruppo possono presentare varie alterazioni del ciclo mestruale, fra cui amenorrea, oligomenorrea (mestruzioni rare e scarse) e insufficienza della fase luteale. L'85% delle donne con un disturbo dell'ovulazione rientra in questo gruppo, che comprende la sindrome dell’ovaio policistico (un insieme di disturbi che riguarda il 5-10% delle donne in età fertile) e l'amenorrea da iperprolattinemia.

L'iperprolattinemia è una condizione caratterizzata dalla secrezione di elevate quantità di prolattina, ormone normalmente prodotto dopo il parto e che stimola le mammelle a produrre latte. La prolattina inibisce il rilascio intermittente di GnRH, impedendo così la secrezione di gonadotropina, lo sviluppo follicolare e l’ovulazione, portando all’amenorrea. Proprio per questo motivo l’allattamento al seno si associa a una forte riduzione - ma attenzione: non all’assenza totale - della fertilità.


Le cause della iperprolattinemia possono essere sia funzionali, dovute per esempio a stress molto elevato, sia collegate con la presenza di piccoli tumori a livello dell'ipofisi (adenomi ipofisari) che appunto portano alla secrezione di prolattina. In genere si interviene con farmaci che contrastano la produzione dell'ormone.

L'insufficienza o deficit della fase luteale è dovuta a una carenza di progesterone, che porta appunto a un accorciamento della durata della fase luteale del ciclo, quella che va dall’ovulazione alla mestruazione successiva, oppure a una inadeguata trasformazione dell’endometrio. Si interviene con farmaci che ripristinano una valida ovulazione e con progesterone per la fase post ovulatoria.

Gruppo 3: Insufficienza ovarica


Rappresenta la classe più rara di disturbi ovulatori. In questo gruppo, l’ipotalamo e l’ipofisi secernono normalmente i loro ormoni, ma l’ovaio non è in grado di rispondere alla loro azione e, quindi, non secerne estrogeni e non produce follicoli maturi.

E' quello che succede nell'insufficienza ovarica precoce, o menopausa precoce una situazione che si verifica quando i flussi mestruali di una donna terminano prima dei 40 anni, spesso senza una causa apparente. Le ovaie non rispondono più agli stimoli di FSH e LH e, come nella menopausa fisiologica, le concentrazioni nel sangue di questi due ormoni sono molto elevate.

Le donne con insufficienza ovarica possono avere un figlio solo attraverso ovodonazione.

Infertilità o sterilità


Oggi si sente parlare molto più frequentemente di infertilità che di sterilità, e i due termini sono generalmente usati come sinonimi. A voler essere proprio precisi, però, indicano condizioni leggermente differenti.

Tecnicamente, per sterilità si intende l’incapacità di concepire, mentre per infertilità si intende l’incapacità di portare a termine una gravidanza: in questo caso può anche esserci concepimento ma, per esempio, non c’è attecchimento dell’embrione o si va incontro ad aborti ripetuti.

Consulenza del prof Carlo Flamigni, medico chirurgo, libero docente in Clinica ostetrica e ginecologica, membro del Comitato Nazionale di Bioetica

(Revisione a cura di Valentina Murelli)

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Aggiornato il 14.05.2018

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