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PMA in menopausa: quando è possibile?

di Francesca Capriati - 27.03.2024 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
PMA in menopausa: si può fare? Quando non si può fare la fecondazione assistita, come fare la PMA con menopausa precoce e quali sono i rischi

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PMA in menopausa

Si parla di menopausa quando una donna giunge alla fine della sua età riproduttiva: l'ovulazione non si verifica più e le donne diventano sterili. Ma si può diventare mamma in menopausa? Le nuove tecniche di fecondazione assistita lo rendono possibile. Vediamo quando si può fare la PMA in menopausa.

Cos'è la menopausa

La menopausa è un momento fisiologico della vita della donna che coincide con il termine della sua fertilità. Si verifica quando le ovaie smettono di produrre gli ormoni riproduttivi e non rilasciano più gli ovociti. In media, si entra in menopausa tra i 45 ed 55 anni di età, ma possono verificarsi anche menopause precoci e tardive. Nello specifico, si parla di:

Definizione di sterilità

La sterilità, conosciuta anche come infertilità, si verifica quando non si verifica il concepimento dopo 12-24 mesi di rapporti sessuali regolari e non protetti in una coppia eterosessuale, escludendo eventuali patologie diagnosticabili.

Quando non si può fare la PMA?

Oggi le tecniche di PMA danno la possibilità di procreare anche a chi pensa di non poter avere figli, ma le percentuali di successo, dopo i 40 anni, sono molto limitate.

Indicazioni per la fecondazione assistita

Secondo le Linee Guida che regolano le procedure e le tecniche di procreazione medicalmente assistita: l'età della donna rappresenta il principale limite naturale alla fertilità umana. Con l'avanzare dell'età, aumenta anche il rischio di aborto spontaneo. Questo rischio è approssimativamente del 10% per le donne sotto i 30 anni, del 18% per quelle tra i 30 e i 39 anni, e del 34% per coloro che si avvicinano ai 40 anni.

La capacità riproduttiva della coppia diminuisce con l'avanzare dell'età, con un effetto più evidente nella donna stessa. Se una donna ha più di 35 anni, le possibilità di concepimento sono ridotte del 50% rispetto alle coppie in cui la donna è più giovane. Sebbene sia scientificamente dimostrato che la fertilità delle donne inizia a diminuire intorno ai 25-28 anni, è universalmente accettato che il declino della capacità riproduttiva diventi significativo intorno ai 35 anni, con una graduale e marcata diminuzione fino al completo esaurimento della funzionalità ovarica a 50 anni.

Fecondazione assistita in menopausa precoce

In menopausa precoce può essere comunque possibile rimanere incinta con qualche follicolo rimanente che può essere portato a maturazione con una terapia ormonale a base di estradiolo e progesterone.

Non si esclude, quindi, la possibilità di una fecondazione naturale. In alternativa si può ricorrere all'ovodonazione e alla fecondazione eterologa. 

La fecondazione eterologa

La fecondazione eterologa (ovodonazione) prevede il ricorso a ovulo o seme di donatori esterni alla coppia. Era una possibilità fino a qualche tempo fa negata in Italia, poi la legge 40 ha subito delle modifiche aprendo alla possibilità di ricorrere alle donazioni di ovuli e gameti maschili. L'ovodonazione è consentita ai soggetti di sesso femminile di etá non inferiore ai 20 anni e non superiore ai 35 anni ed è consigliata quando la donna:

  • ha un'età avanzata, sopra i 44 anni, per cui la qualità intrinseca degli ovociti non permette ragionevoli probabilità di successo;
  • è in menopausa precoce.

Fecondazione assistita dopo i 50 anni

Secondo la legge sono sconsigliati i trattamenti a soggetti con piú di 50 anni, tuttavia sarà il medico a valutare la situazione in base alle condizioni fisiche e di salute della madre. In ogni caso si utilizzano, in menopausa, ovuli di una donatrice, quindi si tratterà di una fecondazione eterologa.

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