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Come superare un aborto spontaneo

di Angela Bisceglia - 04.11.2014 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Parlarne con il partner e circondarsi delle persone care, darsi del tempo per elaborare la perdita, aspettare qualche mese prima di riprovare ad avere un figlio: questi i consigli principali per superare il trauma di un aborto spontaneo.

In questo articolo

L'aborto spontaneo è un evento che può capitare in circa il 15% delle gravidanze, soprattutto entro il primo trimestre. La maggior parte delle volte non è determinato da cause controllabili ed è indipendente dalle azioni compiute dalla donna, che quindi non ha alcuna colpa di ciò che è accaduto. Eppure viene vissuto come un evento traumatico e difficile da accettare, che può portare con sé una serie di conseguenze, sia fisiche che psicologiche.

Che cosa rappresenta la gravidanza per la donna e la coppia

“Il modo in cui viene vissuta l’esperienza dell’aborto dipende soprattutto dal significato che la donna aveva dato alla gravidanza, da come considerava il bambino che portava in grembo” spiega Sara Piattino, psicologa, psicoterapeuta e dottore di ricerca in psicologia e scienze cognitive all’Università di Genova: “Se lo vedeva come un ostacolo alla realizzazione di sé e delle proprie aspirazioni lavorative o, al contrario, come un grande dono, magari desiderato da tempo; o ancora, un modo per dare senso alla vita e al matrimonio. Più aspettative si erano riposte nella gravidanza, più traumatico può essere l’evento”.

Ma anche a prescindere da ciò, la gravidanza rappresenta per ogni donna una profonda ‘crisi maturativa’. Con la gestazione si verifica un’evoluzione dell'identità femminile, durante la quale devono essere messe in discussione le parti infantili del Sé e ci si deve preparare a cambiare ‘status’: non ci si riconosce più solo come donna e figlia ma anche come madre e quindi ci si deve preparare ad accogliere emotivamente, e non solo fisicamente, il nascituro.

Inoltre la coppia, sin dalle prime settimane, si carica di desideri, aspettative e fantasie sul proprio ‘bambino immaginario’, soprattutto quando vede nelle immagini delle ecografie la sua crescita; si carica, anche, di tutte le responsabilità che costruiscono un legame sia fisico che mentale col bambino e fantastica su come sarà il piccolo, come cambierà il loro stile di vita, cosa dovranno comprare, come dovranno eventualmente modificare la casa e tanto altro.

Quali sono i sentimenti che si provano dopo l'aborto spontaneo

  • Il senso di vuoto. “In questo contesto, l’aborto spontaneo, irrompendo violentemente come un ‘terremoto psichico’ nella mente della donna, viene vissuto come un evento traumatico e scioccante, che cancella in un attimo tutti questi processi già avviati” evidenzia la psicologa. “Di colpo la donna non sa più a chi dare tutto l’amore che fino a quel momento aveva riposto nel bambino e vede stravolte le dinamiche naturali della vita, perché si trova davanti ad un ‘lutto senza nascita’”. Prova un senso di vuoto, associato ad una grande tristezza per tutto ciò che si era già immaginata e che non potrà realizzarsi. Le reazioni possono essere differenti e anche contrastanti: alcune donne vengono pervase da stati di angoscia, di apatia o di lieve depressione; altre, nel tentativo di evitare di pensare all’accaduto, possono manifestare la tendenza a tenersi estremamente occupate fisicamente e mentalmente, con momenti di iperattività in cui non si riesce quasi a stare ferme.
  • Il senso di solitudine. Un altro sentimento comune è il senso di solitudine, poiché la donna avverte che gli altri non potranno mai comprendere al 100% quel che prova e quindi dovrà affrontare da sola un evento così travolgente, per il suo fisico e per la sua psiche.

Come superare il trauma dell’aborto spontaneo

  • Condividi il dolore. Il principale consiglio è quello di non chiudersi in se stesse ma esternare il disagio psicologico che si sta vivendo, “soprattutto con il partner, per condividere con lui questo momento di dolore, dividere il peso della sofferenza e l’opportunità del recupero riconoscendo queste emozioni anche negli occhi dell’altro, in modo da non sentirsi sole e affrontare, fin da subito, l’elaborazione del lutto” suggerisce la psicologa Piattino.
  • Circondati di calore e affetto. È fondamentale anche il contributo di chi circonda la coppia, come i nonni o gli amici intimi, per sentire quel calore e quell’aiuto anche nelle faccende pratiche di casa, nella preparazione dei pasti, nelle attività della famiglia e nell’intrattenimento degli altri figli, se presenti.
  • Prenditi il tempo per elaborare il lutto. L’aborto spontaneo, come qualsiasi altro lutto improvviso e inaspettato, richiede tempo per l’elaborazione; un tempo di lutto che è individuale ma che in linea generale viene superato entro sei mesi. E’ una fase per così dire fisiologica, durante la quale può esserci anche un’alterazione del ritmo veglia/sonno e dell’appetito, ma è importante accettarla e prendersi tutto il tempo, senza pretendere di cancellare l’esperienza vissuta.
  • Prendi appuntamento con uno psicoterapeuta. Se l’elaborazione del lutto non avviene naturalmente ma il malessere persiste oltre i sei mesi circa, è consigliabile rivolgersi ad uno psicologo o a uno psicoterapeuta, senza vergognarsi di quel che si prova. (Leggi anche: aborti spontanei ripetuti)

Quanto bisogna aspettare prima di pensare a una nuova gravidanza?

Per una donna che affronta un aborto spontaneo, è sconsigliabile cercare una nuova gravidanza nell’immediato, sia perché il fisico deve riprendere le sue regolari funzioni sia perché è necessario superare prima il vissuto del trauma. Solo in questo modo la nuova gravidanza sarà vissuta con la dovuta serenità. Se vuoi saperne di più: Rimanere incinta dopo un aborto spontaneo

La storia di mammenellarete: Incinta dopo due aborti

La mia storia inizia quando avevo 16 anni, quando ho conosciuto il mio ragazzo che poi è diventato mio marito. Chi l'avrebbe detto che la ricerca di un bimbo ci avrebbe portato a tanta sofferenza? Due aborti, tanta paura, tanta tristezza... Poi, la svolta!

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Aggiornato il 30.10.2018

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