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Varicocele e infertilità: quando è necessario intervenire

di Francesca De Ruvo - 13.10.2020 - Scrivici

varicocele
Fonte: shutterstock
Il tema dell'infertilità è un tasto davvero delicato per coloro che tanto desiderano un figlio ma non riescono ad averlo. Quando si tratta di uomini con problemi di fertilità, una delle cause più frequenti è il varicocele, responsabile del 30/40% dei casi. Proviamo a capire meglio di cosa si tratta e quando è necessario intervenire.

In questo articolo

Che cosa è il varicocele?

Il Ministero della Salute definisce il varicocele come "un'anomala dilatazione delle vene del testicolo che, diventando incontinenti, permettono un reflusso patologico di sangue venoso dall'addome al testicolo, con conseguente ristagno di sangue, aumento della temperatura, accumulo di sostanze potenzialmente dannose e scarsa ossigenazione".

In poche parole, si tratta di un ingrandimento delle vene presenti nella sacca di pelle che racchiude i testicoli. È una patologia che riguarda il sistema riproduttivo e colpisce in media tra il 10 e il 20% della popolazione maschile. Questa condizione solitamente si manifesta verso l'età dello sviluppo puberale, tra gli 11 e i 16 anni. In alcuni casi, in particolare quando la fertilità dell'uomo è compromessa, è necessario intervenire chirurgicamente.

Cause e sintomi del varicocele

Ad oggi non si conoscono ancora del tutto le cause del varicocele, ma si tende a ricondurlo a una congenita debolezza delle pareti venose. Molto spesso si tratta di una patologia che non porta con sé sintomi, ma talvolta è accompagnato da senso di fastidio e di pesantezza al livello del testicolo, soprattutto dopo l'attività sportiva o uno sforzo fisico intenso. Un altro campanello d'allarme riguarda la dimensione del testicolo: quello che presenta il varicocele è tendenzialmente più piccolo.

Conseguenze sulla fertilità

Il varicocele provoca un aumento della temperatura del testicolo, riducendone il livello di ossigenazione. Tutto ciò comporta un'alterazione della spermatogenesi con conseguenze anche importanti sulla qualità e sulla quantità dello sperma. L'esito di queste alterazioni può essere l'infertilità maschile.

Nel 95% dei casi interessa quasi sempre il testicolo sinistro, ma è possibile che venga influenzata la produzione di sperma in entrambi.

La diagnosi

Spesso, come abbiamo visto, il varicocele non produce sintomi, quindi può essere scoperto durante una visita di controllo o con una visita specialistica per valutare la fertilità.

La diagnosi viene effettuata con una visita andrologica in cui lo specialista verifica la presenza o meno del varicocele.

Se viene confermata la patologia, sarà poi indispensabile eseguire un ecocolordoppler testicolare e uno spermiogramma che permettono di conoscere il livello del varicocele (dal 1° al 4° grado) e di valutare la qualità del liquido seminale. È necessario fare un'importante precisazione: la presenza del varicocele non significa necessariamente che vi siano problemi di fertilità, per questo motivo è utile sottoporsi agli esami citati.

L'intervento chirurgico

Lo scopo del trattamento è quello di migliorare la spermatogenesi o di prevenire un suo eventuale deterioramento in futuro. Si interviene chirurgicamente (varicocelectomia) solo in alcuni casi:

  •  Se il varicocele è associato a dolore o fastidio
  •  Se il testicolo colpito da varicocele risulta più piccolo
  •  Se il varicocele è di grado elevato (3° o 4° grado)
  •  Quando, terminata la pubertà, si riscontra un'alterazione della fertilità

Attraverso l'intervento chirurgico si chiude la vena colpita così che il flusso di sangue venga reindirizzato verso le vene normali. La microchirurgia si è dimostrata particolarmente utile in questo senso, con esiti positivi sul miglioramento della qualità del liquido seminale, risolvendo così numerosi casi di infertilità maschile. In questo senso, l'intervento offre buone possibilità di ripristinare la fertilità spontanea, ma può essere preso in considerazione in casi di procreazione medicalmente assistita di 1° livello (inseminazione intrauterina). L'intervento può risultare efficace anche per il recupero degli spermatozoi in situazioni di azoospermia (assenza di spermatozoi) legate al varicocele.

In seguito all'operazione sarà necessario ripetere l'ecocolordoppler al fine di valutare la buona riuscita dell'intervento e per scongiurare eventuali recidive.

La scleroembolizzazione

Il varicocele, infine, può essere trattato anche in un altro modo, con un approccio più recente. Si tratta della scleroembolizzazione, una tecnica radiologica che si effettua in anestesia locale e che quindi ha il vantaggio di essere meno invasiva rispetto all'intervento chirurgico.

In questo caso si inietta nelle vene dilatate un liquido che permette di occluderle.

Quando la terapia non funziona

La correzione del varicocele permette un recupero completo della fertilità nel 35% dei casi, mentre per un altro 35% vi è un importante miglioramento della qualità dello sperma. Purtroppo, però, resta un 30% di possibilità che il trattamento non produca l'effetto sperato. In questo caso la coppia dovrà valutare l'opzione della fecondazione in vitro, cioè l'unione dell'ovulo materno e dello spermatozoo allo scopo di generare embrioni fecondati da trasferire nell'utero della donna.

Fonti

Ministero della salute, Varicocele 

Istituto Superiore di Sanità, Varicocele: disturbi, cause e cura 

Società italiana di andrologia e medicina della sessualità, Il varicocele 

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