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Aborto spontaneo

di Nostrofiglio Redazione - 08.09.2020 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Si parla di aborto spontaneo quando la gravidanza s'interrompe prima dell'epoca in cui il feto ha la capacità di sopravvivere fuori dell'utero

In questo articolo

Cos'è l'aborto spontaneo?

Per aborto spontaneo s'intende l'interruzione di una gravidanza prima dell'epoca in cui il feto ha la capacità di sopravvivere fuori dall'utero. Attualmente, grazie agli avanzamenti della medicina neonatale, tale limite risulta essere intorno alle 23 settimane di gestazione.

Il fenomeno riguarda circa il 20% delle gravidanze e nella maggior parte dei casi le cause dell'aborto non sono in alcun modo riconducibili a volontà o comportamenti della donna che lo subisce. Ciò nonostante l'aborto spontaneo spesso comporta contraccolpi psicologici che devono essere gestiti con attenzione.

La classificazione

In base al periodo e alla modalità in cui avvengono, gli aborti possono essere:

  • Precoci (se precedenti alla 13esima settimana di gravidanza)
  • Tardivi (se successivi alla 23esima settimana di gravidanza. In questo caso si parla di morte tardiva del feto)
  • Ricorrenti (se la paziente subisce due o più aborti spontanei consecutivi)
  • Indotti (per ragioni mediche, nella tutela della salute della madre)

Cause

La maggior parte degli aborti spontanei è provocata da un'anomalia genetica o cromosomica del feto.
 
Tra le cause non genetiche, invece, figurano i disordini ormonali materni (come il diabete o le disfunzioni della tiroide), le patologie uterine (malformazioni, fibromi), gravi traumi e le malattie infettive, quelle del sistema immunitario o della coagulazione.
 

Comportamenti

 
Ovviamente abitudini come fumo, l'abuso di alcool e/o droghe o eccessivi sforzi fisici possono influire sul rischio di aborti, ma tale incidenza rimane molto inferiore rispetto a quanto si pensi comunemente.
 

L'età

 
L'età della donna invece risulta un fattore più rilevante. In un terzo dei casi, infatti, gli aborti spontanei si verificano in donne di età superiore ai 40 anni.

Segnali di aborto spontaneo

I sintomi più comuni che segnalano un aborto spontaneo sono un repentino sanguinamento vaginale e crampi. Talvolta però i segnali sono così lievi che la paziente non si accorge nemmeno della gravidanza e dell'avvenuto aborto, scambianto i sintomi con normali episodi mestruali.

Come affrontare un aborto dal punto di vista psicologico?

Risponde in questo podcast la Dott.ssa Sara Bartoli, psicologa e psicoterapeuta di Guida Psicologi.it

Il post-aborto

Se non si palesano sintomi d'infezione, la paziente può aspettare che l'utero espella da solo placenta ed embrione. Qualora invece si verificassero copiosi sanguinamenti o segni d'infezione, il medico potrebbe predisporre un intervento chirurgico.

La pratica più comune è l'aspirazione sottovuoto, eseguita in anestesi locale, ma in certe situazioni l'opzione più adeguata può essere il ricorso a quella che viene chiamata dilatazione e curettage (D&C). Qui, la cervice viene dilatata e si utilizza uno strumento specifico per rimuovere il tessuto della gravidanza.

In ogni caso, quando si ha a che fare con un aborto spontaneo (o sospetto tale) è importante rivolgersi ad un medico. Caldamente consigliato anche il sostegno psicologico per favorire una rapida ripresa dal trauma.

FONTI: ACOG; WebMD; NHS

Domande e risposte

Quali sono i sintomi dell'aborto spontaneo

I segnali più comuni dell'aborto spontaneo sono crampi e sanguinamento.

Perché avviena un aborto spontaneo?

Le cause principali sono anomalie genetiche o cromosomiche del feto, infezioni virali o gravi traumi.

Entro quando si può verifiare un aborto spontaneo?

Entro la ventitreesima settimana di gravidanza

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Revisionato da Niccolò De Rosa

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