Adottare dopo un tumore, è possibile?
Alcuni genitori ci arrivano dopo un percorso tortuoso, altri prendono la decisione subito: l'adozione è un cammino diverso per ogni coppia, più o meno provante perché interviene su molti aspetti della vita di una famiglia. Non sono poche le coppie, per esempio, che decidono di adottare perché non possono avere figli in seguito a una malattia. Vediamo quindi si è possibile adottare dopo un tumore.
Adottare dopo un tumore, quando si fa
Come accennavamo, capita molto spesso che le coppie si orientino verso l'adozione magari dopo aver tentato per anni di avere figli naturali, avendo, oppure no, fatto ricorso a tecniche di PMA. C'è chi invece è convinto fin da subito di voler adottare un bambino anziché concepirne uno, ma c'è anche chi decide per l'adozione perché, a causa per esempio di terapie antitumorali come la chemio e la radio, non può avere figli naturali. Ma in questo caso, è possibile ottenere l'idoneità?
Come funziona l’adozione in Italia
È una legge a stabilire chi può adottare bambini sul territorio italiano, la legge 184 del 1983, e stabilisce le caratteristiche che la coppia avente domanda deve avere. Tra queste ci sono:
- essere una coppia eterosessuale
- essere sposati da almeno tre anni o, in alternativa, poter dimostrare almeno tre anni di convivenza (per esempio una coppia sposata da un anno ma che conviveva già da almeno due)
- avere più di 18 e meno di 45 e 55 anni rispetto al bambino che si adotta
- essere in grado di mantenere economicamente il minore o i minori
Per ottenere l'idoneità bisogna innanzitutto fare domanda presso il Tribunale dei Minori, fornendo diversi documenti come i certificati di nascita e di matrimonio, la dichiarazione dei redditi, il consenso dei nonni, il casellario giudiziale (la lista dei documenti può però variare a seconda del Tribunale a cui ci si rivolge).
A quel punto si mette in moto la macchina che passa per un lungo percorso fatto di indagini per le coppie adottanti, colloqui coi servizi sociali e gli psicologi, visita della casa, infine l'incontro con il giudice che valuta, appunto, l'idoneità dei futuri genitori.
In ogni caso, è consigliabile, prima di rivolgersi al Tribunale, confrontarsi col centro adozioni della propria città, che saprà dare indicazioni precise alla coppia sull'iter e le opportunità. In molti casi, per esempio, è preferibile intraprendere un corso formativo per aspiranti genitori adottivi ancora prima di depositare i documenti in Tribunale.
Adottare quando si è avuto un tumore
Uno dei documenti da fornire al Tribunale dei Minori riguarda lo stato di buona salute dei genitori che fanno domanda per l'adozione, rilasciato dal medico legale. Va da sé che si debba quindi fare un distinguo tra i diversi percorsi di malattia, che possono avere conseguenze anche sull'accettazione o meno dell'idoneità.
In questi giorni ha fatto molto scalpore la denuncia di Carolina Marconi, che ha dichiarato di non essere risultata idonea all'adozione perché ha avuto un tumore. Purtroppo non è possibile commentare la situazione del singolo che in ogni caso non rappresenta la regola.
Non c'è alcuna legge che impedisce a chi ha avuto un tumore di intraprendere il percorso di adozione e ottenere l'idoneità, anzi, esistono moltissime storie di genitori che l'hanno fatto. Ma dipende dal tipo di tumore, da quanto tempo è passato, se si è guariti o in remissione, quali sono i rischi di recidiva. Chi valuta tutti gli aspetti inerenti la coppia, il loro lavoro, la loro solidità, i loro intenti, la rete che hanno attorno, deve valutare anche la salute, non solo fisica ma anche mentale: non è detto che chi è appena uscito da un percorso di chemioterapia pesante, per esempio, sia davvero pronto a iniziare quello dell'adozione.
Qualora l'idoneità venisse negata a causa della malattia, è preferibile confrontarsi in prima battuta col centro adozioni della propria città, piuttosto che rivolgersi immediatamente a un avvocato.
Insomma, avere avuto un tumore non impedisce di ottenere l'idoneità all'adozione. Ma la malattia, con le sue conseguenze fisiche e psicologiche, rientra nei criteri di valutazione della situazione complessiva della coppia.