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Come prendere un bambino in affidamento

di Alice Dutto - 04.07.2022 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Come prendere un bambino in affidamento: chi può chiedere un bambino in affido, quali sono i requisiti necessari, come funziona il percorso e quanto dura

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Affidamento

Oltre all'adozione, ci sono molte altre forme di sostegno ai bambini che le famiglie (o anche i single) possono decidere di attivare. L'affidamento è una di queste.  «L'affidamento dei bambini è regolato dalla legge n. 184 del 1983, con successive modifiche (legge n. 149 del 28 marzo 2001), che dispone del minore temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo» spiega Silvia Colombo, avvocato matrimonialista del foro di Milano.

Le condizioni per chiedere un minore in affidamento

Dai 2 ai 17 anni compiuti, i bambini possono essere dati in affido fino a 24 mesi, con possibilità di rinnovo. Per i neonati, invece, si prevede un periodo più breve e l'affido in questo caso si configura in genere come una pre-adozione in vita di successivi provvedimenti giudiziari.

«Può succedere che il bimbo venga destinato all'affido dal Giudice Tutelare perché entrambi i genitori sono d'accordo (affidamento consensuale) e riconoscono di non potersi prendere cura del figlio in un determinato momento della vita. Se, invece, manca l'accordo (affidamento giudiziale) interviene il servizio sociale del comune di residenza. Questi invia una segnalazione al Tribunale per i Minorenni, che a sua volta decide a chi collocare il minore e con quali modalità. In questo secondo caso, la procedura sarà più lunga, mentre nel primo è più lineare».

La maggior parte delle volte, «i bambini vengono presi in affidamento dai parenti della famiglia di origine. Oppure può accadere che si conosca già il bambino e che si richieda il suo affidamento. Negli altri casi si tratta molto spesso di una pre-adozione, per adottare legalmente il minore».

L'iter per prendere un bambino in affido

Se siete una coppia o un singolo individuo che ha il piacere e la volontà di prendere un bambino in affidamento, ci si può rivolgere a strutture ed enti appositi (ad esempio Ai.Bi, Affido Milano) oppure ai servizi sociali.

«Bisognerà dimostrare di essere idonei a questo percorso e di avere i mezzi economici, i tempi e gli spazi per assicurargli il mantenimento, l'educazione e l'istruzione». I genitori affidatari dovranno anche curare e mantenere i rapporti con la famiglia d'origine e, al termine del periodo di affido, favorire il reinserimento del minore.

Per i genitori affidatari è previsto un contributo economico svincolato dal reddito: «questo è almeno pari alla pensione minima Inps e viene adeguato anno per anno secondo l'indice Istat».

Quanto dura l'affido?

Già da subito si fa riferimento a un concetto importante: quello di "temporaneità". Diversamente dall'adozione, infatti, l'affido non dura per sempre, ma per un determinato periodo di tempo. «In questo caso, i bambini vengono affidati a una casa famiglia, a una famiglia vera e propria o anche a una persona singola. Il requisito è che gli assicurino l'istruzione e il mantenimento».

Revisionato da Francesca Capriati

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