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Cos’è l’affido sine die e in cosa consiste

di Simona Bianchi - 07.12.2023 - Scrivici

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L'affido sine die è una modalità per accogliere un bambino nella propria famiglia. Come funziona, la differenza con l'adozione e le conseguenze

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Cos’è l’affido sine die

L'affido sine die è un modo per accogliere un bambino proveniente da una situazione giuridica particolare. Per comprendere meglio cosa sia, c'è da fare un distinguo tra affido e adozione. L'affido è la possibilità che un minore venga accolto temporaneamente in un'altra famiglia qualora i suoi genitori biologici stiano attraversando un periodo di notevole difficoltà. Non fa sorgere alcun rapporto di filiazione tra il bambino e i soggetti affidatari e, una volta che i genitori biologici abbiano superato la crisi, il minore potrà tornare dalla propria famiglia di origine. L'adozione, invece, non presuppone la temporalità ma fa sì che il bambino diventi legittimamente figlio del nucleo che lo adotta. In questo caso si recide ogni legame con la famiglia di origine. L'affido non può durare più di ventiquattro mesi ma può essere prorogato dal tribunale. Se il progetto viene reiterato di volta in volta, tanto da essere a tempo indeterminato, si parla di affido sine die, ovvero senza scadenza. Questa eventualità si verifica quando, decorso il termine previsto nel decreto del giudice, non sussistono le condizioni affinché il minore possa ritornare dalla sua famiglia. Dalle ultime ricerche del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali risulta che oltre il 60% degli affidi si protraggono Sine Die, cioè con continui rinnovi che ne posticipano la durata fino al raggiungimento della maggiore età del minore e che non prevedono il ritorno dello stesso nella famiglia di origine.

Chi sono i soggetti affidatari dell’affido sine die

L'affido sine die dura in pratica fino al compimento della maggiore età del ragazzo e fa sì che il bambino sia di fatto accolto e cresciuto come un figlio, ma da un punto di vista giuridico non lo è. I soggetti affidatari vengono individuati tra i familiari del minore entro il quarto grado, se non c'è alcun parente che possa prendersi cura del bambino, si cercheranno persone estranee alla famiglia che possano prendersene cura.

Possono ricoprire il ruolo di affidatari i single, le coppie sposate o conviventi, gli istituti di assistenza pubblica o privata, ma solo se il bambino ha meno di 6 anni; le comunità familiari.

Come presentare la domanda e come funziona l’affido sine die

Se si è interessati ad accogliere un minore in affido nella propria famiglia, si può presentare domanda di disponibilità ai servizi sociali del Comune di residenza oppure direttamente al tribunale per i minorenni. L'affido può avvenire per via giudiziale, quando manca il consenso dei genitori biologici ed è il tribunale per i minorenni a decidere in merito; per via consensuale, quando è disposto dai servizi sociali, vi è il consenso dei genitori del minore, ed è reso esecutivo con decreto del giudice tutelare. Prima di inviare l'istanza è bene conoscere quali sono le problematiche e le implicazioni dell'affido, come per esempio la possibilità che il minore mantenga rapporti con la famiglia di origine. Una volta ricevuta la disponibilità viene fatta un'indagine sul possibile soggetto affidatario per verificare l'idoneità ad accogliere il minore. Il provvedimento di affido deve indicare la durata, l'esercizio dei poteri attribuiti ai soggetti affidatari e le modalità che regolano i rapporti con la famiglia di origine. Una volta emanato il decreto, il minore va a vivere con altre persone, ma continuerà a rapportarsi con i genitori biologici, a meno che non siano decaduti dalla responsabilità genitoriale. Coloro che prendono un bambino in affido devono provvedere al suo mantenimento, alla sua istruzione e alla sua educazione fino a quando il tribunale non riterrà possibile che il minore torni nella sua famiglia di origine. Per tutta la durata dell'affido, il Comune stanzia dei contributi economici a favore degli affidatari.

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