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I single possono adottare in Italia?

di Zelia Pastore - 29.11.2019 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
La legge parla chiaro: in Italia, non è consentita l’adozione da parte dei single. Tuttavia, esiste la possibilità dell’affido, e forme di adozione solo in casi molto particolari.

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Complici alcuni casi di cronaca, il tema delle adozioni da parte dei single in Italia non risulta immediatamente chiaro. Pensiamo a Luca Trapanese, il 42enne single, diventato papà di Alba, bimba con sindrome di Down non riconosciuta dalla madre e rifiutata da diverse famiglie in lista d’attesa per le adozioni. O al caso di una signora single di 62 anni, affidataria di un bimbo affetto da tetraparesi spastica, alla quale la Cassazione ha confermato l’assegnazione del bambino rifiutando il ricorso dei genitori che ne avevano richiesto la revoca, dopo un ripensamento. Si tratta, tuttavia, di casi molto particolari, che non rappresentano la situazione generale in Italia. Ne parliamo con l’avvocato Barbara D’Angelo, specializzata in diritto della famiglia, della persona e dei minori.

ADOZIONE DI SINGLE IN ITALIA: COSA DICE LA LEGGE

“La Legge in Italia non consente l’adozione da parte dei single” chiarisce immediatamente l’avvocato D’Angelo. “L’adozione è sempre subordinata al matrimonio; inoltre, è necessario aver convissuto per almeno tre anni, questo a garanzia della stabilità del rapporto tra le persone che intendono adottare un bambino, poiché la separazione è sempre traumatica. Quello che possono fare i single è dare disponibilità all’affido familiare per minori in condizioni di disagio familiare, che vengono dunque temporaneamente allontanati dalle famiglie di origine”.

UN SINGLE PUO' ADOTTARE IN ITALIA? LA DIFFERENZA TRA AFFIDO E ADOZIONE

“Dev’essere chiara la differenza sostanziale tra affido e adozione. Lo spirito è profondamente diverso, perché l’adozione è finalizzata a creare un rapporto stabile tra bambino e genitore adottivo, con la competa scissione del legame con la famiglia biologica. Con l’affidamento invece s’intende offrire un supporto al minore e alla famiglia in cui è nato, con la quale il legame non viene interrotto: l’obiettivo è il reinserimento nella famiglia originaria. Questo va sempre ricordato, anche se può capitare che in alcune situazioni un affido si prolunghi anche per molti anni”.

SINGLE CHE ADOTTANO IN ITALIA: I CASI PARTICOLARI E L'ITER DELLA BUROCRAZIA

"L'affido può trasformarsi in adozione in casi particolari, ad esempio quando il bambino presenta una disabilità e viene rifiutato da altre famiglie in lista per le adozioni, oppure, quando si crea un rapporto affettivo stabile e duraturo tra bambino e affidatario e le problematiche della famiglia d'origine sono ritenute irrecuperabili.

Comunque, anche in questi casi, non si tratta di un'adozione piena e legittima: il genitore single diventa adottivo assumendosi obblighi di cura e mantenimento, ma non vengono recisi i legami di sangue con la famiglia di origine".

Una precisazione in questo senso sul tema del cognome: "Anche nel caso di adozione in casi particolari (ex art. 44 della legge 184/83) il minore adottato assume il cognome del genitore adottivo. Questo cognome viene anteposto a quello della famiglia d'origine, che comunque rimane, a differenza di quanto accade nell'adozione piena o legittimante, dove l'unico cognome è quello del genitore adottivo ed il minore perde ogni legame con la famiglia d'origine, incluso l'uso il cognome".

Un single che desideri diventare affidatario, con la consapevolezza che non è affatto detto che l'affido si trasformi in un'adozione, cosa può fare? "Una strada è rivolgersi ai servizi sociali della propria Asl o alle associazioni che si occupano di affido, in grado di seguire le richieste passo a passo e fornire il giusto supporto. Le associazioni per l'affido sono numerose e si trovano su tutto il territorio nazionale; organizzano anche i corsi di formazione necessari per avviare la pratica".

SINGLE CHE ADOTTANO IN ITALIA: IL PARERE DELLO PSICOLOGO

Che si tratti di adozione o di affido, la materia va trattata con cautela e sempre nell'interesse del bambino. “In Italia resta una forma di resistenza rispetto alla possibilità da parte dei single di adottare un bambino, a differenza di altri Paesi dove questa prassi è ormai comunemente accettata. Sicuramente le ragioni risiedono nella nostra storia, nella nostra cultura” spiega Vincenzo Caretti, psicologo clinico e docente Lumsa, intervistato da Lumsanews.it. “Vanno valutate singolarmente tutte le situazioni, le caratteristiche della personalità del richiedente, la sua rete sociale, l’effettiva possibilità di seguire il bambino nel suo percorso di crescita.

Oggi la famiglia sta cambiando, così come l’organizzazione familiare, ma resta valida la necessità di un’alta attenzione allo sviluppo personale, cognitivo e affettivo del bambino”.

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