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Come educare i bambini alla sostenibilità a partire dalla tavola

di Stefano Padoan - 14.10.2022 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Idee e suggerimenti del nutrizionista su come educare i bambini alla sostenibilità e vedere la dieta come sistema alimentare sostenibile e attento ai diritti di tutti

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Come educare i bambini alla sostenibilità a partire dalla tavola

Non si può cambiare il mondo se non si parte dalle nuove generazioni. Sui temi di sostenibilità ambientale e alimentazione, il banco di scuola è la tavola dove ogni giorno la famiglia si ritrova: qui si insegnano ai bambini le abitudini e le buone pratiche che fanno bene alla nostra salute, al pianeta e ai lavoratori che producono il cibo. Daniele Signa, autore di "New generation food. La dieta per stare a posto con la coscienza" (Città Nuova, 2022) ci spiega come educare i bambini alla sostenibilità a partire dalla cucina di casa.

La sostenibilità parte dalla spesa

Limitare gli acquisti è il primo passo per un mondo più sostenibile: primo perché non si incentiva la produzione superflua, secondo perché si riducono gli sprechi. «Gli studi ci dicono - esordisce l'esperto - che il 30% del cibo viene buttato o scade. E il dato ancor più drammatico è che questo avviene per il 60% nelle case: ciò vuol dire che le famiglie sono le principali responsabili di questo fenomeno». Questo avviene perché le nostre liste della spesa non sono così ragionate come dovrebbero: «Si dovrebbe comprare solo ciò di cui si ha bisogno e andare a fare la spesa con le idee chiare: ecco perché è necessario creare prima il menù settimanale della famiglia. Se i vostri figli vanno alla mensa scolastica, le cene devono proporre alimenti complementari». La definizione del menù è già un primo momento educativo per il bambino: «Considerate che già alle elementari si studiano gli alimenti e le loro proprietà. Rendeteli dunque partecipi delle scelte di spesa, rispondendo anche ai "perché?" che vi porranno: spiegate ad esempio che se a pranzo hanno mangiato la carne, a cena ci sarà una proteina di origine vegetale come i legumi; o che se la settimana scorsa avete mangiato carne rossa, questa volta ci sarà carne bianca».

Gli alimenti amici dell’ambiente

Con la composizione del menù i bambini iniziano a capire che anche a tavola ci sono delle regole, le quali favoriscono non solo il nostro benessere, ma anche la salvaguardia delle risorse ambientali e i diritti di tutti gli abitanti del pianeta.

Per questo non tutti i cibi sono uguali agli altri, ma alcuni sono più sostenibili di altri secondo tre parametri:

  • Produzione. In generale gli alimenti di origine vegetale sono più sostenibili. «Assumere carne rossa e bianca è importante, ma si consiglia massimo una volta a settimana sia per l'alto consumo d'acqua necessario a produrla, sia perché è un cibo costoso a cui non accede tutta la popolazione del pianeta. Ad oggi il 60% degli alimenti di origine vegetale prodotti diventa mangime per i bovini (cibo per pochi) quando invece potrebbe sfamare miliardi di persone».

  • Territorialità. In un certo periodo dell'anno in Trentino è meglio prendere le mele, in Sicilia le arance: «Più un alimento viaggia, più il suo impatto ambientale sarà negativo. Andare ad esempio in una fattoria vicina a casa a comprare la carne è sicuramente meglio; certo però che fare il viaggio per un solo pollo non è né conveniente né sostenibile. Ecco perché esistono i GAS (Gruppi di Acquisto Solidale) che mettendo insieme più persone possono fare grandi ordini direttamente ai produttori: questo, come anche acquistare presso i mercati locali, accorcia la filiera e, tagliando i vari intermediari, consente a loro maggiori entrate e a voi di avere alimenti più sani a minor prezzo».

  • Stagionalità. La natura mette a disposizione certi alimenti e non altri a seconda della stagione non a caso, ma perché in grado di rispondere a specifici bisogni: «Rispettate le tabelle che segnalano la frutta e la verdura di stagione, anche per rispettare la territorialità e favorire la biodiversità: se trovate l'ananas in inverno, arriverà da molto lontano; e se tutti tutto l'anno vogliono mangiare un certo alimento, il mercato abbandonerà certe colture in favore di quella più richiesta.

    Di solito i cibi di stagione costano meno sia perché hanno meno costi di trasporto sia perché non coltivati in serra. Se ciò non fosse, probabilmente è perché la filiera non sta riconoscendo un giusto compenso agli agricoltori che li hanno coltivati».

Come instaurare un sano rapporto con il cibo

Per dare il giusto valore all'alimentazione e per fare scelte sostenibili è importante anche impostare un sano rapporto con il cibo. A livello psicologico, ci sono tre fattori che devono essere in equilibrio: la triade del valore.

  • Istinto. L'appetito è una spinta innata verso la sopravvivenza dell'individuo: è dunque indispensabile, ma non può essere l'unico fattore a trainare l'approccio al cibo. «In un bambino piccolo predominano ancora gli istinti, come quello di portare le cose alla bocca. Ciò è utile per incoraggiarlo ad assaggiare, un aspetto importante dell'educazione a tavola. E se voi non mangiate un alimento, non dite al bambino "io quello non lo mangio" perché essendo il suo adulto di riferimento tenderete a inibire questo suo sano istinto».

  • Emozione. È ciò che ci appaga e dà sensazioni di piacere: un cibo può suscitare ricordi o sensazioni piacevoli, un altro meno. «Non possiamo però certo scegliere con questo unico criterio, le conseguenze di mangiare solo ciò che ci piace di più (pizza, gelato, fast food…) sono abbastanza intuitive. Con i bambini poi attenzione alle implicazioni affettive e relazionali legate al cibo: la merendina regalata dal papà per sopperire alla sua assenza o l'arrabbiatura della mamma se non si finisce tutto il piatto sono elementi che suggeriscono al piccolo che mangiare produce emozioni in se stesso e gli altri più o meno positive. Alimentazione selettiva, bulimia o anoressia talvolta originano da qui».

  • Volontà. La nostra capacità di scelta consapevole va educata, stimolata, allenata: «I primi due fattori sono importanti e non vanno eliminati, ma la volontà può suggerire limiti entro cui esercitarli.

    Come quante volte mangiare il mio cibo preferito, o quando sostituire un alimento dal gusto migliore per me (o del marchio che preferisco) con uno che apprezzo un po' meno ma che è più sano o ha un migliore impatto sociale e ambientale».

6 consigli per educare i bambini a tavola

  1. Portateli in campagna e in fattoria. Vedere come è fatto un albero di mele o come si produce un formaggio: un'esperienza non più così comune, soprattutto se si vive in città. «Stupirsi di quanto dona la natura e scoprire da dove vengono le cose che si trovano comodamente sulla tavola crea una connessione buona con il cibo. Non lasciate queste cose solo a una gita scolastica alla fattoria didattica».

  2. Cucinate insieme. Se fare la spesa insieme è educativo, manipolare il cibo ancora di più: «Coinvolgerlo, stare a tavola insieme e passare del tempo con lui a preparare un piatto è sicuramente più difficile che cucinargli solo ciò che vuole, ma la chiave sta qui. Fate leva sulla loro voglia di imparare».

  3. Incoraggiate l'assaggio. Pian piano, con tatto e gradualità, fate capire a vostro figlio che può (non deve) assaggiare tutto. «Mettete "l'elmetto" e armatevi di pazienza, le sconfitte non mancheranno ma poi godetevi anche piccole conquiste: ha assaggiato due fagioli di numero? Per oggi va bene così. Tenete presente che talvolta basta che cambi il contesto, o il bambino sia in un gruppo di pari, che improvvisamente assaggerà quello che in casa rifiuta sempre; poi i gusti cambiano, soprattutto in preadolescenza. Quindi ha senso riproporre di tanto in tanto un cibo che non gradisce».

  4. Usate la creatività. I bambini non mangiano frutta e verdura, ma poi dobbiamo riempirli di integratori alimentari o succhi industriali con zuccheri aggiunti e conservanti perché hanno già carenze nutrizionali.

    «Oggi i bambini sono poverissimi di fibre, sono moltissimi quelli che soffrono già di stipsi. Preparate dei piatti colorati e creativi per invogliarli almeno ad assaggiare. Un esempio? Chiamate i broccoli "alberelli" e vostro figlio ne sarà almeno un po' incuriosito».

  5. Niente menù di riserva. Se il bambino non mangia perché ha paura di assaggiare, non preparate alcuna alternativa. «Senza moralismo, dite loro che questo è il pasto che avete preparato per lui. Se proprio non riuscirà a mangiare una cosa, mangerà un po' meno per una volta. Il cibo però di certo non si butta. Superate la stanchezza serale e non assecondateli su questo. Anche il latte vaccino, "alimento comfort" soprattutto in fase di svezzamento, è sconsigliato dalla Società italiana di Pediatria: ha proprietà nutrizionali sproporzionate rispetto al fabbisogno di un essere umano e non sostituisce il latte materno. Ci sono altre fonti di calcio molto più sane come pesce e sesamo».

  6. Zero distrazioni a tavola. Televisione e giochini vari spesso sembrano aiutare i genitori a far finire la pappa ai figli: «Peccato che non solo non vi permettono di entrare in relazione, ma distogliete vostro figlio da ciò che sta realmente facendo. Rapito dalla distrazione, non sentirà sapori e odori, sensazioni legate al cibo e nemmeno il senso di sazietà che lo potrà portare verso il sovrappeso».

Trucchi antispreco da insegnare ai bambini

Se il bambino è minimamente coinvolto nella vita famigliare, imparerà una buona gestione del cibo domestico innanzitutto dall'esempio e dalle azioni di mamma e papà.

  • I piatti antispreco. «Nella gestione del cibo a casa, basta una semplice insalatona "svuotafrigo" per fargli capire l'importanza di non sprecare. L'avanzo del giorno prima così non si butta, ma diventa un ingrediente di un piatto più grande magari da pensare insieme: "Come possiamo secondo te utilizzare queste zucchine avanzate?"».

  • Pulizia di frutta e verdura. Quando poi gli insegnate a pulire la verdura o sbucciare la mela (magari all'inizio con uno sbucciapatate) fate loro notare quanta polpa tagliano via le prime volte. «L'ideale sarebbe mangiare anche la buccia, ricca di proprietà e in grado di sviluppare la flora batterica intestinale. Lavate bene gli alimenti sfregandoli anche solo con acqua o aggiungendo bicarbonato».

  • La dispensa. Create una dispensa a portata di bambino, con davanti le cose che vanno finite prima. E in bella evidenza gli alimenti più salutari come la frutta.

Ricette green per i più piccoli

Tra le 28 ricette per un menu green suggerite nel suo libro, Daniele Signa ci suggerisce di preparare con i bambini un Polpettone con le verdure avanzate: nell'impastare il tutto i bambini si divertiranno un mondo!

Ingredienti (per 4 persone): 3 fette di pane raffermo, 400 g di verdure avanzate, 80 g di parmigiano, pangrattato q.b. 1 uovo, 1 cucchiaio di olio extravergine d'oliva, basilico, sale e pepe q.b., mozzarella.

Procedimento

Cuocete le verdure in padella per 10 minuti con un filo d'olio d'oliva, poi lasciate raffreddare. In una ciotola unite le verdure al parmigiano, il pangrattato, l'uovo, l'olio e il pane sbriciolato. Amalgamate fino a ottenere un composto morbido, ma compatto. Adagiate l'impasto su un foglio di carta forno e formate il vostro polpettone ponendo al centro la mozzarella tagliata a pezzi. Chiudete il polpettone, spolveratelo con il pangrattato e avvolgetelo nella carta forno. Cuocete in forno già caldo a 180° per 40 minuti.

L'intervistato

Daniele Signa, l'autore di "New generation food. La dieta per stare a posto con la coscienza" (Città Nuova, 2022)

è biologo di formazione, con un master in dietetica e nutrizione clinica e uno in sostenibilità dei sistemi alimentari e della dieta mediterranea. Svolge la sua libera professione come biologo nutrizionista in diversi studi medici di Milano e Varese. Negli anni si è appassionato anche al mondo educativo e insegna scienze naturali, chimiche e biologiche in un liceo scientifico di Milano. Fa divulgazione anche attraverso i suoi canali Instagram e Facebook.

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