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Incendi in Australia, le 3 cose fondamentali da spiegare ai bambini

di Valentina Murelli - 17.01.2020 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Incendi in Australia: breve spiegazione di cosa sta succedendo, quali sono le cause principali e cosa c'entra il cambiamento climatico

In questo articolo

1 Cosa sta succedendo in Australia

Dallo scorso mese di settembre, l'Australia è colpita da una serie di incendi di vaste dimensioni che si sono intensificati nei primi giorni del nuovo anno, nel cuore della stagione estiva del continente. Gli incendi hanno interessato circa 10 milioni di ettari di territorio, una superficie pari a circa un terzo dell'Italia, uccidendo finora 28 persone (tra civili e vigili del fuoco) e, forse, fino a mezzo miliardo di animali (al momento è difficile fare stime più precise).

La zona più colpita è la costa sud-orientale del continente e in particolare gli stati del Nuovo Galles del Sud e di Vittoria, ma gli incendi hanno interessato e stanno interessando tutto il paese.

Ora, in realtà in Australia di incendi anche grandi e devastanti ce ne sono sempre stati, anche perché come spiega il sito di Geoscience Australia, organizzazione governativa dedicata alle scienze geologiche e ambientali, gli incendi di boschi, boscaglie e savane sono intrinseci all'ambiente naturale australiano. Addirittura, come spiega il giornalista Jacopo Pasotti in un post sulla sua pagina Facebook, "le foreste australiane sono adattate a convivere con gli incendi: molte piante ricrescono dopo gli incendi, alcune hanno bisogno del fuoco per germinare e c'è tutta una fauna che 'approfitta' degli incendi per trovare cibo".

Talvolta, questi incendi hanno avuto conseguenze anche più drammatiche di quelli in corso in questi mesi: è il caso di quanto accaduto nel cosiddetto Black Saturday, sabato 7 febbraio 2009, in cui a causa di una serie di incendi nello stato di Victoria persero la vita 173 persone.

Di sicuro, però, quelli di questo periodo sono per estensione e simultaneità tra i peggiori incendi della storia australiana. E rispetto al futuro c'è la preoccupazione che la situazione non possa che peggiorare, per via dei cambiamenti climatici.

2 Le cause: cosa ha provocato tutti questi incendi così estesi

I fuochi hanno preso avvio per vari motivi.

Come spiega in un post su Facebook Giorgio Vacchiano, ricercatore forestale dell'Università di Milano, "in Australia, metà delle accensioni di incendi è causata da fulmini e metà dall'uomo". Ma attenzione, per quanto riguarda l'uomo non si tratta sempre di piromani. Spesso gli inneschi sono involontari e in effetti i piromini identificati e arrestati per questa ondata di incendi sono stati nella realtà molti meno rispetto a quanto dichiarato in alcuni articoli che hanno fatto il giro del mondo (un esempio concreto di fake news, forse legato al tentativo di negare il ruolo dei cambiamenti climatici).

Come spiega un articolo del sito americano Vox, però, il vero problema è rappresentato dalle caratteristiche condizioni climatiche dell'estate australiana, quest'anno particolarmente estreme: temperature molto elevate (il 4 gennaio, per esempio, a Sydney sono stati registrati 50 gradi, un record assoluto per la città, e quasi 44 gradi a Canberra); clima molto secco; venti forti, che hanno anche complicato molto gli interventi per cercare di domare le fiamme. "Temperature elevato, clima secco e fuochi non sono insoliti per questo periodo dell'anno" ribadisce l'articolo. "Ma sono la severità e la persistenza delle condizioni attuali a risultare preoccupanti, anche perché rispecchiano esattamente l'andamento che gli scienziati si aspettano in conseguenza del clima che cambia".

Non solo: i fuochi sono a loro volta in grado di autoalimentarsi e moltiplicarsi attraverso il fenomeno delle tempeste di fuoco. Significa che in particolari circostanze gli incendi sono in grado di creasi un loro sistema climatico, con la generazione di sistemi nuvolosi, calore, venti e fulmini che possono innescare nuovi incendi.

3 Il ruolo del cambiamento climatico

Per spiegare da cosa dipendano le estreme condizioni meteo che hanno portato alla proliferazione di incendi in corso, gli esperti chiamano in causa due fattori. Il primo riguarda la sfortunata combinazione di una serie di eventi naturali , come per esempio uno squilibrio nelle temperature della superficie dell'Oceano Indiano, più elevato nella metà occidentale dell'Oceano e più basse in quella orientale.

Come spiegato sul sito del Sole 24 ore, questo fa sì che che le precipitazioni siano più intense nei paesi dell'Africa orientale e più scarse, fino alla siccità, in quelli del Sud Est Asiatico e in Australia.

Il secondo fattore – e qui sta il vero nocciolo della questione, quello che lo deve rendere interessante e preoccupante per chiunque e non solo per chi in questo momento sta vivendo da vicino il dramma degli incendi - ha a che fare con i cambiamenti climatici. Come ricorda il Sole, "secondo le rilevazioni dell'agenzia nazionale di meteorologia, l'Australia ha registrato un anno record sotto il profilo delle temperature, con una variazione di 1,5 gradi sopra la media calcolata nell'intervallo di tempo tra il 1961 e il 1990". E come ricorda sempre Giorgio Vacchiano, anche l'intensificazione di fenomeni come quello citato dello squilibrio delle temperature dell'Oceano Indiano è già stata scientificamente correlata con il riscaldamento globale.

In realtà, secondo uno studio appena pubblicato su Science Brief da un gruppo di ricercatori inglesi e australiani in Australia non si è ancora visto il peggio. Se è vero infatti che molti dati sembrano suggerire che condizioni estreme in grado di favorire incendi di particolare gravità stiano già diventando più frequenti e intensi che in passato, gli studiosi ritengono che l'impatto sulla stagione degli incendi dei cambiamenti climatici provocati dall'uomo comincerà a farsi sentire davvero in Australia tra una ventina d'anni.

Ma attenzione, secondo lo stesso studio in molte parti del mondo in questo impatto ha già cominciato a farsi sentire con forza, promuovendo le condizioni dalle quali dipendono gli incendi e aumentandone la probabilità. È accaduto in Amazzonia, in Siberia e Scandinavia, in Canada e degli Stati Uniti occidentali, oltre che in Europa meridionale (Italia compresa) e in tutta l'area del Mediterraneo.

Giustificando i devastanti incendi che nel 2019 si sono verificati in Brasile, in California, addirittura in Artico. 

Insomma, anche se oggi, nel pieno dell'inverno, gli incendi australiani ci sembrano tanto lontani, ricordiamo che il clima è già cambiato in modo da rendere eventi del genere sempre più probabili anche da noi. Una ragione in più per continuare o cominciare a darsi da fare nella lotta al cambiamento climatico.

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