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Per l’Unicef 20 milioni di bambini hanno dosi elevate di piombo nel sangue

di Elena Berti - 01.06.2022 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Piombo nel sangue dei bambini: un rapporto dell'Unicef evidenzia come i minori dei paesi sviluppati siano esposti a sostanze nocive

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Piombo nel sangue dei bambini

Che l'allarme ambientale sia ormai un elemento preoccupante per il fattore del Pianeta non è una novità: ma che siano gli Stati più sviluppati a mettere in pericolo il futuro del bambini dovrebbe preoccupare particolarmente. A svelare dati inquietanti sulle sostanze nocive a cui vengono esposti i minori dei paesi dell'OCSE ed europei è l'Unicef, che nell'ultima Report Card del Centro di Ricerca Innocenti parla anche della presenza di quantità importanti di piombo nel sangue dei bambini.

Non solo piombo nel sangue dei bambini

Secondo il rapporto dell'Unicef, sarebbero proprio i paesi più sviluppati, quelli che fanno parte dell'OCSE (l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo) e dell'Unione Europea a creare condizioni di salute non ottimali per i bambini. Così, ben 20 milioni di minori residenti in 39 paesi analizzati sarebbero esposti, ogni giorno, a sostanze nocive e ad ambienti non salubri, con conseguenze sulla loro salute e la loro crescita. Il report prende in considerazione gli elementi inquinanti (come pesticidi e muffe), l'accesso alla luce, a strade sicuri e spazi verdi e il sovraffollamento dei centri abitativi, insomma tutti quegli elementi che ruotano intorno alla vita di un bambino e la influenzano, dalla casa in cui vive fino alle città che abita. 

Il piombo sarebbe presente in oltre 20 milioni di minori, ma non è l'unica sostanza a destare preoccupazione: molti inalano ogni giorno dosi importanti di sostanze nocive attraverso l'inquinamento dell'aria, ma anche in casa oppure negli spazi verdi. 

Ambiente sano in casa, ma non per il resto del mondo

I paesi in cui i bambini vivono in ambienti casalinghi sani, con una minore esposizione a sostanze dannose per l'organismo, sono paradossalmente i responsabili di altri tipi di inquinamento che hanno conseguenze sugli ambienti in cui vivono in altre parti del mondo.

In pratica, vivere in un paese che garantisce spazi più sicuri ai propri figli significa contribuire all'inquinamento in altri paesi del mondo. 

L’Italia al sesto posto

Tra i 39 paesi presi in considerazione l'Italia si classifica al sesto posto. Settima per quel che riguarda l'inquinamento dell'aria e l'avvelenamento da piombo, ma in una situazione peggiore quando si parla di soluzioni abitative, come il riscaldamento della casa, il sovraffollamento residenziale. Nel nostro paese, infatti, quasi il 6% dei bambini vive in condizioni di disagio abitativo

Questi dati offrono supporto in vista degli obiettivi di sostenibilità per il 2050: Unicef chiede ai governi un impegno preciso affinché vengano adottate misure volte a migliorare le condizioni di vita dei bambini, esponendoli sempre meno a sostanze nocive, che compromettono la loro salute fin dalla tenera età. Ridurre l'inquinamento, migliorare le condizioni delle case, puntare su energie sostenibili e rinnovabili, produrre meno rifiuti: tutti obiettivi necessari per garantire la sopravvivenza del Pianeta. 

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