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Gatto e bambino: consigli per una convivenza sicura

di Simona Cannas - 22.10.2013 - Scrivici

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La vita insieme a un gatto è un’esperienza bellissima capace di migliorare le attitudini relazionali di un bambino. È necessario però che questo rapporto sia creato in modo corretto, con l’aiuto e la supervisione dei genitori. A iniziare dalla scelta di un micio adatto a convivere con un bimbo.

Quando si pensa di adottare un gatto la prima cosa da fare è quella di verificare se i bambini lo desiderino davvero: il piccolo felino necessita infatti dell’impegno e del rispetto di tutta la famiglia, sia in termini di tempo sia in termini economici. Non si può pensare, ovviamente, di abbandonare il micio alla prima difficoltà. Nel caso si avessero dei dubbi è meglio non adottare l’animale. Lo stesso vale nel caso in cui qualche membro della famiglia abbia manifestato segni di allergia al pelo dell’animale.

Una volta appurati questi aspetti, il gatto può entrare a far parte della famiglia. A questo punto va però considerato che non tutti i gatti sono adatti a vivere con un bambino. Per questo motivo è bene informarsi e valutare con cura le caratteristiche del nuovo componente della famiglia. La nostra scelta dovrà cadere su un gatto che è stato socializzato correttamente nei confronti dei bimbi, in grado quindi di tollerare con pazienza le manipolazioni e il contatto fisico, particolarmente coccolone (ovvero che ricerca lui stesso il contatto fisico), equilibrato e prevedibile nelle reazioni.

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Il consiglio è quello di andare a vedere il gattino e cercare di capire come si comporta. Se è molto timido e spaventato, o se è troppo agitato, non sarà il candidato ideale. Non esistono razze specifiche per i bambini, all’interno di ciascuna razza, e anche tra i comuni europei, possiamo trovare il gatto più tranquillo e quello più agitato e nervoso. Se il gattino adottato arriva da una famiglia con bambini, avremo più possibilità che sia stato socializzato correttamente con i bimbi, anche se purtroppo nemmeno questo assicura il gattino “perfetto”.

Questo anche perché, a volte, se i bimbi non sono stati educati correttamente nelle interazioni con gli animali, possono essere loro stessi ad avere un effetto negativo sullo sviluppo del gattino, scatenandogli l’insorgenza di reazioni di paura.

Per alcuni versi i gatti adulti possono essere di più facile gestione, dato che l’età rende in genere più tranquilli e pacati. Il soggetto adulto offre inoltre la possibilità di interpretare più facilmente il tipo di carattere; di contro, se esistono tratti caratteriali difficili e non immediatamente evidenti, negli adulti sono più difficili da risolvere.

In tutti i casi, una volta scelto il gatto, è essenziale che i genitori supervisionino sempre le interazioni del piccolo felino con i bambini, soprattutto finché questi sono piccoli. Se parliamo di neonati è bene sapere che i gatti sono attratti dai giacigli accoglienti e quindi cercano quasi sempre di andare ad acciambellarsi nella culla o nel lettino, se non addirittura sopra bambino che emana un calore molto gradevole per il micio. Per evitare questa eventualità, è sufficiente non far entrare il gatto nella stanza del neonato oppure coprire la culla con una rete apposita.

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Nel caso si “scoprisse” il gatto mentre riposa sugli oggetti del bambino, o cerca di entrare nella sua stanza, evitiamo di urlare o di punirlo. In questo modo il micio potrebbe fare un’associazione negativa col bimbo e sviluppare paura nei suoi confronti; basterà semplicemente prenderlo in braccio e portarlo via o attirarlo fuori dalla stanza con del cibo o con un gioco. Altri problemi potrebbero insorgere nel momento in cui il bambino inizia a crescere, a muoversi e a cercare di avvicinarsi al gatto per stringerlo, tirargli la coda o il pelo.

Anche in questi casi è necessaria la supervisione dei genitori, soprattutto se il gatto di casa è particolarmente timido, ansioso, pauroso o aggressivo. Il bambino infatti può involontariamente fare male al gatto e quest'ultimo, per difendersi, è facile che reagisca reagire graffiandolo. Da un punto di vista sanitario, è bene portare il gatto appena adottato dal veterinario per un controllo clinico e per le vaccinazioni di base. Queste hanno lo scopo di prevenire patologie importanti per l’animale, che comunque non hanno nessuna possibilità di contagio per noi esseri umani. Il controllo veterinario può escludere o curare un’eventuale micosi che invece è trasmissibile agli esseri umani.

È inoltre consigliabile trattare sempre i gatti per i parassiti esterni come le pulci: la somministrazione mensile dell’antiparassitario è consigliata in particolar modo per i mici che hanno la possibilità di uscire di casa, ma esclude ogni rischio anche per i gatti che vivono sempre in casa, dato che anche noi entrando e uscendo possiamo portare nell’ambiente domestico le uova di questi parassiti che poi si schiudono grazie al “terreno fertile” che trovano.

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