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Un cucciolo in famiglia. I consigli del Veterinario

di Nicoletta Vuodi - 21.03.2023 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
"Un cucciolo in famiglia. I consigli del Veterinario" è il nuovo libro di MYLAV. Abbiamo intervistato due degli autori che insieme ad altri esperti veterinari hanno contribuito alla stesura del libro.

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“Un cucciolo in famiglia. I consigli del Veterinario”. Intervista agli esperti di MYLAV

Prendere un cane è un'emozione bellissima ma è anche una scelta di grande responsabilità che fa emergere dubbi e incertezze e per questo necessita di una preparazione adeguata. Per accogliere un amico a quattro zampe in famiglia c'è bisogno di conoscere pienamente  questo nuovo compagno di vita, dal momento dell'adozione/acquisto alle regole di educazione, dalle problematiche di salute e i protocolli vaccinali al rapporto simbiotico tra cane, proprietario e veterinario, spiega Guglielmo Giordano, l'amministratore di MyLav (laboratorio di analisi veterinarie).

Con il nuovo libro edito da MyLav Editions for Pets " Un cucciolo in famiglia. I consigli del veterinario" l'editore, con l'aiuto di esperti medici  veterinari vuole fornire gli strumenti indispensabili per stabilire un legame sempre più corretto e completo con il proprio cane, un libro ricco di consigli, una vera e propria guida che sarà di supporto alla comprensione di argomenti importanti per accogliere un cane in famiglia e favorire questa convivenza.

Noi abbiamo intervistato due degli autori del libro, che insieme ad altri medici veterinari del team,  hanno contribuito alla stesura di questo manuale ponendo loro domande su come accogliere un cane in famiglia, aiutandoci a sciogliere alcuni dubbi tra i più comuni, soffermandoci sulla relazione tra cani e bambini.

La dott.ssa Maria Chiara Catalani e il dott. Isidoro Grillo hanno risposto così: 

Fonte: MYLAV

Come si fa a scegliere tra adozione e acquisto di un cane?

"Adottare un cucciolo o un cane adulto è una scelta personale, anche di tipo etico. Per quanto un canile possa essere in buone condizioni e dotato di ampi recinti in cui il cane può muoversi e avere i propri spazi, rimane sempre un posto di isolamento in cui gli animali sono in stallo presso volontari di associazioni o provengono da altre famiglie che per vari motivi non li possono più tenere. Adottare un cane da un canile significa quindi dargli una nuova vita e felicità e conviene (anche) a livello di costi poiché l'animale viene spesso affidato alla nuova famiglia già sterilizzato e vaccinato.

Acquistare un cane di razza significa, invece, accogliere in casa un cucciolo di una specifica razza (della quale si è magari particolarmente appassionati) e quindi con determinate caratteristiche fisiche e un carattere più o meno prevedibile. La scelta della razza deve però considerare anche le problematiche medico sanitarie a cui il cane può andare incontro nel corso della propria vita. Ovviamente eventuali problematiche di salute non riguardano solo cani di razza ma anche meticci e cani presi in canile.

L'importante in questo caso è rivolgersi a un allevatore professionista, possibilmente cultore esclusivamente di una specifica razza e in possesso di affisso ENCI (Ente Nazionale Cinofilia Italiana) per evitare non solo di alimentare il commercio illegale di cuccioli e cadere in truffe, ma anche di affidarsi a improvvisati allevatori non attenti ad un'accurata selezione della razza prescelta" risponde il Dottor Isidoro Grillo.

"Adottare o acquistare in generale è una scelta soggettiva - aggiunge la Dottoressa Maria Chiara Catalani - ciò che è fondamentale è che sia fatta col cuore, sicuramente, ma anche consapevolmente e considerando che chi arriverà avrà bisogno di attenzioni, cure, tempo e impegno per essere un compagno felice".

Ci sono delle razze particolarmente adatte ai bambini?

"La risposta è no, al contrario di quanto si possa trovare scritto in molti siti e libri. Un cane che cresce accanto a un bambino sarà tendenzialmente più affine e a suo agio di quello che lo conoscerà da adulto, è solo questa la differenza - spiega la Dottoressa Catalani - Ci sono razze che possono essere molto protettive con la famiglia e potrebbero diventarlo ancor più con il piccolo della famiglia; queste infatti andranno ben istruite sul proprio ruolo familiare affinché non diventino eccessive nella protezione, magari impedendo alla nonna di prendere in braccio il nipotino. Al di fuori di questo, qualunque sia la razza o tipologia di cane, è importante che vada abituato e istruito pazientemente affinché la convivenza con un bambino sia ottimale, piacevole ed anche educativa per il piccolo umano".

Come preparare un bambino ad accogliere un cane?

"Dipende molto dall'età del bambino. Se in età prescolare, avrà poca attitudine a rispettare le regole di approccio e convivenza con un cane, perciò sarà tassativamente necessario che ci sia sempre un adulto a mediare nelle interazioni con il cane. Man mano che si va avanti con l'età, pur rimanendo fondamentale la supervisione di un adulto, si potranno dare delle regole generali al bambino, come: evitare di disturbare e coccolare il cane quando non vuole, avvicinarsi mentre sta mangiando, mentre riposa o è semplicemente appartato sul suo cuscino. Inoltre, può essere utile insegnare al bambino a comprendere la comunicazione del cane affinché possa capirlo ed evitare di fare gesti o richieste che possono creargli disagio" spiega la Dottoressa Catalani.

Ci sono delle regole per insegnare ai bambini un approccio corretto?

"Chiedere permesso al cane prima di avvicinarsi è la prima regola che un bambino dovrebbe rispettare per non correre rischi e per essere ben accolto quando si avvicina a qualsiasi cane, non solo il proprio. Che sia di famiglia o di uno sconosciuto, ogni cane sa dirci chiaramente se desidera o meno essere avvicinato. Se viene verso di noi, ha la coda rilassata e in movimento, le orecchie ed il viso rilassati, ci sta accogliendo con piacere. Al contrario, se distoglie lo sguardo o si irrigidisce, ha la coda immobile, è teso o addirittura si allontana, chiaramente non desidera un approccio. Nel caso abbia detto "sì", il contatto del bambino dovrebbe essere guidato da un adulto: evitare di cingere il collo del cane, di accarezzarlo sulla fronte e la faccia ma prediligere un contatto delicato sotto al mento, sul petto e sulle spalle affinché abbia modo di annusare, avvicinarsi o allontanarsi se dovesse essere a disagio" risponde la Dottoressa Catalani.

Quali sono i benefici di avere un cane in famiglia?

"Un cane è un impegno, senza dubbio, ma porta tantissima positività e benessere sia in famiglie di soli adulti sia quando ci sono anche dei bambini o ragazzi.

Avere un ruolo nella cura del cane ha infatti un forte risvolto educativo in quanto imparare a rispettarlo, conoscerlo e accudirlo può aiutare la maturazione del bambino o del giovane, oltre che ad avere un alleato e un amico del cuore in casa che dà grande pienezza affettiva" afferma la Dottoressa Catalani.

"La compagnia di un cane riduce lo stress, è un rimedio per chi soffre di particolari patologie o di depressione, stimola la socializzazione quando si esce per portarlo a fare delle passeggiate e incentiva il moto. Avere un cane significa anche diventare il suo punto di riferimento perché sin dal primo giorno ci osserva e ci vede come il suo referente umano (se siamo stati bravi ad impostare la relazione), con un rispetto e un'ammirazione che sono insiti nello stesso legame che stabilisce dal primo giorno in cui entra in famiglia.

Inoltre, se è vero che il cane va educato, è lui stesso a educare anche gli umani che lo circondano, soprattutto i bambini. I piccoli che crescono in compagnia di un animale impareranno a prendersene cura, considerandolo anche un prezioso compagno di giochi, e a responsabilizzarsi molto presto. Anche per gli anziani la vicinanza di un animale è vitale, in quanto la sua compagnia trasmette sicurezza e protezione soprattutto a chi è solo" spiega il Dottor Grillo.

Quali sono le difficoltà maggiori nell’avere a che fare con un cucciolo?

"Se vivere con un cane è un impegno, crescere un cucciolo è quasi un lavoro. Un cucciolo, infatti, ha bisogno di averci accanto praticamente tutto il giorno e la notte. Fintanto che non avrà acquisito la necessaria autonomia, gradualmente e con il nostro supporto, non potrà essere lasciato da solo in casa.

I bisogni imparerà a trattenerli, per il tempo necessario ad attendere la passeggiata, solo dopo i tre mesi e mezzo o quattro mesi; nel frattempo sarà necessario portarlo fuori spessissimo quando è sveglio, essendo pazienti le volte in cui non riuscirà a contenerli e li farà in casa.

In casa andranno tolti i tappeti, messe in salvo le scarpe e aggiunta una cesta di giocattoli da masticare per evitare che la sua curiosità lo porti a fare dei danni.

Il cucciolo dovrà essere accompagnato a conoscere il mondo, la routine famigliare e le regole per una buona convivenza per tutta la durata della sua evoluzione (ovvero per almeno un paio d'anni) e nel corso delle sue diverse fasi, tutte di pari importanza" spiega la Dottoressa Catalani.

Quali sono le difficoltà nel portare a casa un cane adulto?

"Uno dei più infondati e diffusi luoghi comuni che riguardano il cane è che solo un cucciolo può adattarsi alla vita della famiglia, affezionarsi ed essere ben educato per convivere in casa. Non esiste niente di più sbagliato: un cane adulto o anziano ha forse meno da imparare ma deve solo riadattare ciò che conosce al modo di vivere della sua nuova famiglia e accettarne i ritmi. Gran parte del lavoro iniziale è già stato fatto da tempo e il legame profondo arriverà in men che non si dica e sarà inscindibile, tanto grande quanto quello che si stabilisce con un cucciolo.

Un cane aggressivo o mordace potrebbe creare problemi (spesso comunque risolvibili affidandosi a un medico veterinario esperto in comportamento animale), ma solitamente quando si accoglie in casa un cane adulto o anziano, il vantaggio è che si conosce già qual è la sua indole e la sua stazza, al contrario di un cucciolo il cui carattere non è ancora pienamente formato.

In generale non c'è un'età ideale per adottare un cane, dipende dalle disponibilità, abitudini, aspettative e possibilità della famiglia, ad esempio se si trascorre gran parte della settimana fuori casa per lavoro, si può pensare di dare una casa accogliente a un cane anziano, piuttosto che a un cucciolo che ha bisogno più spesso di una presenza.

Inoltre, educare un cucciolo giocherellone che ruba calze, ciabatte, che mordicchia ovunque o fa i bisogni in giro richiede tanta pazienza e tanto impegno, motivo per cui non sono poche le persone che decidono di adottare un cane adulto, da carattere già formato e tendenzialmente più calmo" afferma il Dottor Grillo.

"Le difficoltà dipendono molto dal trascorso del cane adulto; ce ne sono alcuni che si adattano perfettamente e immediatamente alla vita nella nuova famiglia e altri che hanno grandi difficoltà, magari semplicemente perché non sono mai entrati dentro ad una casa. Ogni soggetto è a sé perché ognuno ha la propria storia. L'unico comune denominatore è che laddove si individuassero dei comportamenti anomali o fastidiosi da parte del cane, sarebbe un grave errore considerarli dei dispetti. In questi casi il cane dimostra di avere una sofferenza e andrà aiutato da un medico veterinario esperto in comportamento" aggiunge la Dottoressa Catalani.

Quali sono gli errori più comuni nell’educazione del cucciolo?

"Forse il più comune è dimenticare che è un cucciolo e che, in quanto tale, ha bisogno della nostra presenza, di essere supportato, di essere indirizzato per imparare a vivere accanto a noi nel modo migliore, gradevole per noi e per lui.

Ecco alcuni esempi: sgridarlo perché fa pipì sul tappeto (peggio ancora se lo si fa mettendo il suo musetto dentro) piuttosto che portarlo sul prato quando si è mosso poco o non ha giocato abbastanza. Ancora, isolarlo la notte o lasciarlo ore da solo, peggio se chiuso in una gabbia o in una piccola stanza, piuttosto che abituarlo gradualmente a rilassarsi accanto a noi. Infine, anche se la lista potrebbe essere molto più lunga, arrabbiarci se sgranocchia la gamba di una seggiola o l'angolo del tappeto persiano, piuttosto che offrirgli dei giocattoli interessanti e adeguati per l'esplorazione orale e renderli interessanti giocandoci insieme" spiega la Dottoressa Catalani.

Cosa bisogna sapere sulla profilassi vaccinale del cucciolo?

"Evitare luoghi insalubri o interazioni con cani sconosciuti è di vitale importanza per la salute del cucciolo - spiega la Dottoressa Catalani - altrettanto lo è evitare l'isolamento e la privazione esperienziale durante il periodo di attesa perché il piccolo possa conoscere il mondo e crescere senza paure".

"Attualmente in Italia non vi sono vaccini obbligatori ma ce ne sono alcuni fortemente consigliati, detti vaccini core, per proteggere i cuccioli da malattie mortali come la gastroenterite emorragica, l'epatite infettiva e il cimurro, perché si tratta di malattie ancora molto diffuse e potenzialmente letali per il cane".

"L'età alla quale si consiglia l'inizio del protocollo vaccinale varia in funzione del tipo di vaccino, dell'ambiente in cui vive il cucciolo e del suo stile di vita, nonché della situazione epidemiologica delle diverse malattie. I medici veterinari conoscono molto bene i protocolli vaccinali da attuare al primo anno di età, ma è bene che anche i padroni sappiano che in genere per i vaccini fortemente consigliati l'inizio del protocollo vaccinale deve avvenire non prima delle 6 settimane perché, a causa della circolazione di alcuni di questi virus e dell'elevata copertura vaccinale, le madri trasferiscono alla prole altri titoli di anticorpi, per cui alcuni interventi effettuati precocemente risulterebbero vani. Nel caso di un focolaio di malattia in allevamento o in canile, alcuni vaccini possono venire somministrati a partire dalle 4 settimane di vita del cucciolo. Sicuramente, comunque, consultare il proprio veterinario è la cosa migliore per sapere che vaccini deve fare il proprio cucciolo" conclude il Dottor Grillo.

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