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Babysitter: consigli per gestire il colloquio di scelta e che domande fare

di Rosy Maderloni - 01.04.2021 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Non si tratta soltanto di scegliere il collaboratore più qualificato o il meglio referenziato, ma di scegliere la persona giusta che ci faccia sentire sereni quando è insieme a nostro figlio e noi non ci siamo. Il momento conoscitivo della futura babysitter può darci molte indicazioni per aiutarci in una scelta serena e ponderata. Ne parliamo con la psicologa e psicoterapeuta Elena Saporiti.

Babysitter: che domande fare al colloquio?

A pensarci bene il colloquio con la babysitter più brava di tutti i tempi, Mary Poppins, non fu dei più riusciti: il signor Banks aveva un'idea chiara del tipo di persona volesse in casa ad accudire i suoi figli ma – come felicemente avviene nel celebre film del '64 – la candidata per il posto da governante non aveva alcuno dei requisiti richiesti rivelandosi, di fatto, la tata perfetta per Jane e Michael.

La babysitter è una collaboratrice di fiducia che scegliamo perché lavori con quanto più conta nella nostra vita, i nostri figli. Scegliere la persona giusta, allora, non è certamente facile ed è inutile sperare che a suonare il campanello sia un'estranea "atterrata" col suo ombrello sull'uscio di casa.

Come riconoscere la persona più adatta per la nostra situazione familiare nella fase di colloquio conoscitivo con l'aspirante babysitter? Che domande fare? Quali aspettative e quali bisogni devono essere soddisfatti per farci sentire sicuri e tranquilli della nostra scelta? Ne parliamo con la dottoressa Elena Saporiti, psicologa psicoterapeuta del Centro Medico Santagostino.

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Colloquio con la babysitter: sapere cosa si sta cercando

"I colloqui non sono tutti uguali e la premessa per scremare eventuali candidature indesiderate è sapere bene che figura si sta ricercando – chiarisce la psicologa -: c'è chi ha necessità di un aiuto parziale o per un breve periodo più legato a necessità pratiche, come l'accompagnare i bambini all'attività sportiva o andare a prenderli a scuola. C'è chi invece sta cercando un aiuto più strutturato, per molte ore al giorno e dove le responsabilità sono maggiori. Per prima cosa, quindi, è bene avere chiaro in testa qual è il genere di supporto desiderato, se specializzato e con esperienza, o se invece si tratta di un aiuto fidato rispetto alle esigenze organizzative della famiglia".

"Ancora, i genitori che dovranno effettuare il colloquio dovrebbero avere già chiaro in mente cosa è per loro prioritario: stanno cercando una babysitter che rispetti (e sappia far rispettare al bambino) determinate regole oppure stanno cercando una persona che intrattenga il piccolo privilegiando la relazione affettiva ed empatica con il bambino? Il canale che si sceglie quando si sta cercando un collaboratore può fornire molte informazioni sul tipo di profilo che si sta per incontrare: una babysitter individuata attraverso agenzie per il lavoro o realtà specializzate in selezione del personale sarà referenziata e l'esperienza professionale avrà il suo peso nella fase di colloquio, mentre probabilmente un nominativo raggiunto tramite passaparola godrà della rassicurazione e dei riscontri positivi del contatto che ci ha fatto quella segnalazione. Ancora diversa è la situazione in cui si cerca una babysitter attraverso la rete: lì sarà necessario che il colloquio sia approfondito perché non si hanno altri elementi che ci aiutino a farci un'idea".

Le domande da fare durante il colloquio con la babysitter

"Difficile stabilire quali siano le domande in assoluto da fare durante il colloquio per la scelta – aggiunge Saporiti – perché ogni situazione ha le proprie caratteristiche e ogni famiglia ha necessità particolari: l'età del bambino, la tipologia di bisogno o di rapporto lavorativo possono far variare molto le richieste da esplicitare".

L'affinità di pensiero.

"Innanzitutto, però, la famiglia può stabilire quali sono i principi e le regole che si ritengono giusti e che si vogliano condividere con la persona che dovrà metterli in pratica con i bambini durante l'assenza dei genitori. Difficilmente una famiglia delega totalmente la gestione delle regole alla babysitter: sentire che c'è un'affinità di pensiero è importante. C'è l'inesperta che ascolta e asseconda oppure quella che si sente molto capace e fa quello che ritiene giusto lei: l'efficacia dell'approccio della candidata è soggettiva, perché può esserci il genitore che preferisce chi ha le idee chiare e quello che preferisce dettare lui le condizioni.

Questo è un punto di partenza per capire se si sta cercando qualcuno che condivida o accetti di seguire le indicazioni della famiglia, oppure se la persona preferisca portare la propria competenza ed esperienza proponendo a sua volta una metodologia o un atteggiamento alternativo, da adottare in determinate circostanze.

Le possibili domande alla babysitter.

"Le domande più comuni in cui il genitore ha la sua posizione e potrebbe chiedere alla candidata come si muoverebbe sono diverse, come ad esempio:

  • Quali sono i limiti che imporresti al bambino?
  • Come ti comporti se il bambino non mangia?
  • Come ti comporti in caso di capricci?
  • E in caso di incidente?

Prima di porre una di queste domande, tutte legittime, il genitore dovrebbe già aver interiorizzato se accetterà una risposta distante dal suo modo di vedere o se cerca qualcuno che agisca secondo il suo approccio".

Se il bambino è presente al colloquio con la babysitter

"La presenza del bambino al momento del colloquio può fornire diversi elementi per aiutare il genitore nella a scelta: innanzitutto permetterà di notare l'approccio della candidata, se si tratta di una persona rigida, formale, fredda oppure se è un tipo capace di entrare subito in empatia, se è simpatica e se sa entrare in relazione col piccolo. Il primo colloquio non è risolutore in questo senso, ma può certamente fornire un'idea di partenza. Anche ascoltare il parere dei figli (quando l'età è adatta per esprimere un punto di vista). Non è sbagliato chiedere al bambino come si è trovato con la persona che ha conosciuto".

Come capire se la babysitter è quella giusta

La sensazione a pelle.

"La sensazione a pelle resta l'elemento che più ci aiuterà a capire se stiamo affidando nostro figlio alla persona più adatta – commenta Elena Saporiti -. Che impressioni ed emozioni ci rimanda questa persona? Riusciamo a vederla in casa nostra con i nostri figli?"

Chiedete il perché.

"Un'altra domanda legittima che si può rivolgere alla candidata è "Perché hai scelto di lavorare con i bambini?".

Anche in virtù della figura che stiamo cercando questa risposta può dirci se stiamo andando nella direzione giusta. Una ragazza giovane che sta ancora studiando potrebbe rispondere che fa questo lavoro per arrotondare o per mantenersi l'università:non c'è nulla di male in questa argomentazione se anche noi per primi abbiamo chiarito a noi stessi che ciò che cerchiamo non è una persona di grande esperienza ma una aiutante in gamba che entri in buona relazione coi bambini. Se invece abbiamo bisogno di una professionista sarà allora importante porre questa domanda, perché abbiamo bisogno di qualcuno che abbia scelto questa attività come propria professione. Teniamo infine conto che le risposte perfette che potremo ricevere ai colloqui sono tutte da verificare all'atto pratico. L'importante è capire se le nostre necessità incontrano la disponibilità di chi abbiamo di fronte".

L'intervistata

L'intervistata è la Dott.ssa Elena Saporiti, psicologa psicoterapeuta del Centro Medico Santagostino.

 

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